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Sono fermamente convinto, e non da ora, che difficilmente chi ha sviluppato in sé stesso una certa consapevolezza di sé, a seguito di una terapia didattica e della sua esperienza professionale, possa, non dico condividere ma neanche capire, la profondità di questo lavoro.
Come al solito non per limite della sua intelligenza.
La terapia didattica cristallizza la coscienza del discente esattamente come fa l’imprinting infantile.
E la terapia didattica cristallizza quella coscienza in un nuovo e diverso imprinting infantile, pur meno disgraziato di quello originario.
Si aggiunga a ciò il forte valore suggestivo che la teoria di scuola impone a quella coscienza.
Una sorta di altarino teorico da “adorare” all’infinito.
E’ sufficiente leggere ciò che c’è scritto sui siti di psicoanalisi sia freudiani sia lacaniani sia junghiani.
E’ un continuo girare intorno, parafrasandole, alle teorie apprese nel corso della terapia didattica.
Mai una idea nuova che tenti di spezzare il tetto di vetro che le teorie fondanti hanno imposto a quelle coscienze.
Per quanto riguarda i fisici quantistici la cosa è anche peggio.
Individui coltissimi e molto specializzati che hanno l’uso della sola intelligenza razionale e che non sanno nemmeno cosa sia una intuizione, un insight.
Né che esiste in loro stessi, latente, un’altra intelligenza, l’intelligenza intuitiva.
Intuizioni ed insight essi, che fondano pressochè ogni parola di questo lavoro.
Figuriamoci cosa possono pensare del fatto che le poche nuove idee di fisica quantistica (tutte da verificare ovviamente) esposte in questo lavoro sono state prodotte da insight spontanei o addirittura da interpretazioni intuitive di sogni.
Eppure qualcuno di loro dovrebbe ben sapere che le nuove idee in qualsiasi scienza sono il prodotto, poi ampiamente elaborato, di insight spontanei.*
Io credo di avere fornito in questo lavoro una grande quantità di spunti per eseguire verifiche sperimentali in molti campi della conoscenza, verifiche che personalmente non sono in condizione di fare.
Mi chiedo: E’ possibile che le resistenze al mutamento e lo stato di dissociazione individuale accecante siano tanto potenti da impedire ogni possibile progresso scientifico in quei campi ?.
(*) Tipo la leggendaria (ma forse nemmeno tanto, in quanto l’episodio è raccontato dallo stesso scienziato nelle sue memorie) mela che casca sul naso di I. Newton e gli suscita l’intuizione, l’insight, circa l’esistenza della forza di gravità.