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Dice un sogno:”Ordino un caffè e mi rifiuto di prendere in mano la tazzina, che il barista mi porge senza piattino. E gli ordino di posarla sul bancone. Poi verso il caffè in un contenitore cilindrico nel quale sono stratificati diverse sostanze tra le quali lo zucchero”.

L’idea, una ipotesi assolutamente priva di verifica sperimentale, è che l’azione quantistica della coscienza relativa operi sinergicamente con l’eventuale azione clinica nel tentativo di risanamento omeostatico dell’individuo.

La coscienza quantistica pone tutte le informazioni quantiche che le pervengono, un istante dopo l’altro, sulle condizioni delle singole cellule e neuroni dell’organismo vivente, in sovrapposizione quantistica.

L’azione della libido (il caffè bollente), l'innesco energetico ad alto livello di energizzazione,   innesca il calcolo quantistico complessivo e genera un risultato, che è una informazione riequilibratrice, per quanto possibile, verso le molecole componenti le cellule o i neuroni malati.

L’azione della terapia analitica partecipa a questo sistema fornendo, grazie al dialogo terapeutico ed al controtransfert, nuove informazioni/significati del Sé del soggetto alla sua coscienza neuronale, che di esse è deprivata in quanto completamente dissociata da sè.  

Favorendo così in essa un nuovo afflusso libidico.

Tale azione psicoanalitica contribuisce, a suo modo, con le sue nuove informazioni fornite alla coscienza neuronale, a quel calcolo quantistico risanatore di cui sopra.

E l’ulteriore afflusso libidico, così pervenuto dall’inconscio a quella coscienza, contribuirà esso pure ad innescare e favorire quel calcolo.

Ed ogni suo nuovo risultato interviene ogni volta nella azione terapeutica complessiva.

 (scritto il 22/7/23)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 

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