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A. Definirei come pensiero semplice quello che produce le quattro chiacchiere, le chiacchere da bar, ogni espressione del pensiero che veicola significati di alcuna rilevanza o che veicola nessun significato, ciò che di solito esprimono molti politici per catturare consensi avendo essi il recondito pensiero di parlare con dei deficienti (e più non dicono nulla e più consensi conquistano, forse in fondo non hanno tutti i torti), la comunicazione espressa dal 99% dei social network e del 99% delle TV commerciali e così via. Esso è il frutto ineluttabile della coscienza dissociata da sé. Ed è a sua volta la fonte che quella condizione di dissociazione perpetua. La quale perpetua, di fronte e contro gli individui inconsci e dissociati, gli uomini massa, un circuito patologico e patogenico che tende a mantenerli sempre nello stesso stato di regressione psichica.
B. Definirei pensiero complesso quello espresso nei testi di contenuto scientifico o filosofico, quello che esprime pensieri "alti" inafferabili ai più, quello che cerca di dare una interpretazione non banale dei fatti e degli eventi, quello che interpreta la realtà per quello che è e non per quello che rappresenta sulla base delle proiezioni inconsce di ciascuno.
(scritto il 24/7/23)