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Richiamo qui la definizione di coscienza infantile riportata in “Coscienza infantile” del 24/8/22.

Questa parte iniziale della coscienza, innata geneticamente nella coscienza, rappresenta ed è la “porta di comunicazione” tra l’inconscio ed i suoi contenuti e la coscienza stessa.

Viene richiamata simbolicamente nella fiaba delle tre piume come “Il tappetto più sottile del mondo” intendendo perciò non un muro di cemento armato ma qualcosa di permeabile e trasparente.

Nel corso della prima infanzia e fino all’inizio della adolescenza, a fronte di un imprinting infantile bloccante, questa parte iniziale della coscienza viene continuamente “bombardata” dai contenuti istintuali dell’inconscio che ambiscono alla coscienza per sviluppare ivi il loro fisiologico processo di crescita psichica.

Essendo ciò impedito dall’imprinting, questo intenso bombardamento si traduce in un continuo stato di agitazione della coscienza che si espone nel comportamento infantile in una condizione di continua e pressochè incontrollabile iperattività.

Il rapporto della coscienza con l’ambiente parentale rinforza sempre di più la condizione dissociativa fino al punto di rimuovere completamente la coscienza infantile e con essa i “sottostanti” contenuti pulsionali dell’inconscio, vissuti dall’ambiente parentale come disturbanti.

Subentra nell’adolescenza uno stato di calma apparente, se non di quasi catatonia, con la coscienza continuamente sollecitata, seppur in misura sempre decrescenti  da quelle sollecitazioni pulsionali.

Sempre riferendosi alla suddetta fiaba il passaggio successivo nel processo di crescita normale dovrebbe essere la presa di coscienza della funzione intuizione (l’anello più prezioso del mondo) da parte della coscienza cognitiva e della coscienza percettiva.

E così via fino alla acquisizione della coscienza quantistica (nella fiaba : La donna più bella del mondo) continuamente contrastata dalle residue resistenze).


 

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