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.Sarebbe una formidabile irrisione se un giorno si scoprisse che tutto il complesso ambaradan della psicoanalisi fosse l’escamotage, una tecnica comunicativa emergenziale, inventato da una Natura benefica e provvidenziale e da un evoluzionismo che ha dovuto mettere la pezza alla inerzia delle coscienze umane, le quali travolte da società disumane e patogeniche strutturate dall’uomo stesso ed irresponsabilmente dissociative e dissocianti, non hanno trovato in loro stesse la forza di provvedere da sé per superare istintivamente quel gap iniziale.
Diventato subito dopo strutturale ed ora definito “imprinting infantile”.
Sarebbe una ben formidabile irrisione se la causa della ormai diffusissima condizione dissociativa delle coscienze umane fosse “semplicemente” un poderoso accumulo di energia libidica* contro coscienze, rese incapaci da quell’imprinting ad integralo poco alla volta nella coscienza stessa come Natura vuole e vorrebbe.
Con la conseguenza che la detta coscienza irrigidisce alla massima potenza le sue difese contro quella pressione, instupidendo la specie umana e sospingendola, malgrè soi, verso la sua rovina.
E, ben prima, verso condizioni di follia conclamata provocata da improvvise irruzioni nella coscienza di quella pressione libidica, quando quelle difese per un motivo o per l’altro dovessero cedere.
E tutto quell’ambaradan della psicoanalisi “non sia perciò altro” che uno strumento, una tecnica mentale, per far integrare alla coscienza, lentamente e progressivamente, quell’enorme sovraccarico libidico, che diventa ogni giorno più grande e potente, usando ciò che è specifico, e forse esclusivo, della specie umana: La sua capacità di scelta e la enorme possibilità di articolazione dei suoi linguaggi.
Fino a quando quella enorme massa premente si distilla poco alla volta nella coscienza di Sé, geneticamente innata, riducendosi a nulla.
E per fare ciò ci vuole esattamente il tempo che un normale processo di crescita, in un bambino o in una bambina allevata da genitori non dissociati e coscienti di sé (anche se di ciò inconsapevoli), si sviluppi normalmente e spontaneamente: Cioè circa venti, ventidue anni.
Il tempo indispensabile (ma come abbiamo già visto non sempre in presenza di un analista di grande consapevolezza di sè) per “convincere” una coscienza, (urlante e scalciante, mo’ ce vo’) cristallizzata nelle sue difese, ad ingoiare e digerire “l’amara medicina”.
(*) Pressione libidica che in determinate condizioni umane cerca strade alternative per esprimersi rappresentando i suoi significati nelle svariatissime patologie umane.
(scritto il 2/8/23)