27/1/09

Transfert.

L’instaurarsi tra due esseri viventi di un legame di amore, di un legame affettivo, genera istintivamente tra le loro due psiche un “transfert”.

Si instaura cioè particolarmente tra i loro due inconsci un rapporto di comunicazione che è altro rispetto alla comunicazione sensorialmente percepibile..

Esso ha una funzione molto importante nel periodo infantile nel corso del quale si forma, si costruisce e si struttura la coscienza.

Infatti attraverso il transfert informazioni strutturanti vengono veicolati dall’inconscio del comunicatore preminente  dell’ambiente familiare verso l’inconscio del soggetto in crescita.

Esso è perciò una funzione istintuale delle psiche superiori e si deve presumere istintualmente ed essenzialmente finalizzata al processo di imprinting infantile.

Il rapporto d’amore tra un genitore ed il figlio (tra la madre ed il figlio, tra il padre e la figlia e similmente  tra figure che assumono simbolicamente questi ruoli) non è emotivamente diverso da qualsiasi altro rapporto d’amore.

Il passaggio all’azione sessuale viene, nelle società evolute, impedito dal divieto d’incesto.

Si deve presumere che il cosiddetto “edipo” sia un passaggio inevitabile, oltrechè connaturato, con i processi di imprinting infantile cioè con il processo di formazione della psiche infantile.

Nel corso della terapia il transfert, quando si instaura tra analista e paziente,  svolge le stesse funzioni per le quali esiste nel processo di imprinting.

A seguito dell’instaurarsi di un legame affettivo tra analista e paziente informazioni strutturanti passano dall’inconscio del paziente a quello dell’analista e viceversa.

L’analista cosciente e consapevole di sé percepisce emotivamente ed intuitivamente queste informazioni e grazie anche ad esse ed al dialogo terapeutico aiuta il mutamento nella psiche del paziente.

Per esempio l’analista può percepire nel corso del dialogo terapeutico delle emozioni, delle intuizioni o delle fantasie che hanno natura edipica.

A questo punto egli dovrà chiedersi:

Quanto di me , quanto della mia “ombra”, sta incidendo su questi elementi percettivi?

Quanto dei nodi irrisolti del mio paziente invece li determinano?

Nel momento in cui egli è in grado di distinguere tra quanto gli appartiene e quanto appartiene all’altro ha raggiunto due scopi:Ha compreso qualcosa di più di se stesso e ha compreso qualcosa di più del suo paziente mettendosi quindi in grado di fornirgli un ulteriore aiuto terapeutico.

Poiché tra paziente ed analista si instaura di fatto un rapporto d’amore il “divieto di sesso” tra i due soggetti ha la stessa identica funzione che il divieto di incesto ha tra genitori e figli.

Un analista che cedesse ai tentativi seduttivi del paziente dimostrerebbe di non avere “le mani pulite” (di non avere cioè superato i propri problemi edipici, di non avere cioè un adeguato livello di coscienza e consapevolezza di sé) e di non essere perciò in grado di svolgere quella particolare professione.

Torna alla home-page    Torna all'Indice n. 4