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La coscienza dissociata adora l’ immagine del proprio corpo, la propria immagine fisica non per la sua bellezza ma perché "crede" che essa sia l'immagine del suo Sè.
Non avendo della reale natura dell'individuo alcuna informazione.
Adora ciò che ella esprime anche nei suoi aspetti più squallidi, adora la sua povera storia, adora ciò che pensa non essendo capace di valutarne la povertà .
Si innamora dei propri pensieri, soprattutto dei più folli, esaltandone la singolarità non potendo riconoscerne il substrato delirante.
Gode di condividere idee folli, patrimonio di pochi (narcisisti come lei), e su di essi fonda la propria esistenza.
Le sue narrazioni sono ridondanti di dettagli insignificanti che egli ritiene preziosi apporti al suo interminabile e grottesco eloquio.
Ritenendosi, l'individuo, il migliore in tutto disprezza gli altri esprimendo verso di essi la sua inarrestabile capacità critica.