Qualche giorno fa un una grande città accade un evento tragico e terribile.
Un automobilista litiga al semaforo, presumo per questioni di traffico, con un giovane motociclista.
Partono e litigano ancora al semaforo successivo. Quì il motociclista sputa in faccia all’automobilista che lo subito insegue in auto, lo investe e passa due volte con l’auto sul corpo del motociclista uccidendolo.
Premetto:
La vita è sacra ed il gesto dell’automobilista è moralmente assolutamente esecrabile e condannabile. Si tratta com’è evidente di omicidio volontario . Non è possibile spezzare così una giovane vita.
Eppur tuttavia io capisco il pensionato che guidava l’auto.
Le persone a causa della dissociazione diffusa (e temo perenne) sono come bombe cariche di rabbia sempre sul punto di esplodere.
E l’ambiente sociale bombarda queste persone con quantità industriali di stress.
Dicevo che la vita è sacra .E’ sacra la vita degli altri ma è sacra anche la propria vita.
Ed alla vita degli altri ed anche alla propria vita occorre prestare grande rispetto.
Ed in una situazione socio/psichica come quella attuale porre in atto un comportamento estremamente provocatorio come lo sputare in faccia all’altro è come premere il grilletto di una pistola che ti si è puntata contro.
A comportamento irresponsabile risponde perciò come in uno specchio un comportamento irresponsabile al quadrato.
Parrebbe quasi che l’ambiente sociale sottoponga a continui stress-test tutte queste bombe umane piene fino all’orlo di rabbia repressa.
Come a testarne la capacità di autocontrollo ed insieme come ad addestrarle , ad educarle a rafforzare il proprio autocontrollo.
Tanto più indispensabile quanto più quel carico di stress represso tenda ad aumentare.