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I semi di ogni pianta possono essere conservati, in un ambiente adatto, pressoché indefinitamente.
In quanto essi hanno in loro stessi il nutrimento che li mantiene in vita e germinabili in qualsiasi tempo.*
Lo stesso accade per il codice genetico di specie (vedi il caso delle cellule del mammuth ritrovato nel permafrost in Siberia).
Quindi il Sè (l'insieme delle informazioni genetiche che definiscono il Sè dell'individuo, di ogni individuo) può ben considerarsi "immortale".
Non perché possa essere conservato nel permafrost ma grazie ai processi di riproduzione che lo mantengono in vita una generazione dopo l'altra.
In quanto nessun istinto di conservazione e di sopravvivenza è tanto forte ed intenso tanto quello che lo mantiene in vita.
Sempre, una generazione dopo l’altra.
(*) Da Stefano Mancuso – “Gli uomini che amano le piante” e L’Istituto di genetica di Leningrado fondato da Nikolaj Vavilov (poi condannato a morte da Stalin e dal branco di imbecilli, malati di mente come lui, che lo circondavano).
(scritto il 8/8/23)