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Sul “Liber Novus di C.G.Jung” (3).

Al servizio dell’anima

“La notte seguente dovetti trascrivermi fedelmente tutti i sogni che riuscii a ricordare.Il senso di questo mio agire mi era oscuro. Perché tutto questo? Perdona il frastuono che si leva dentro di me. Eppure tu vuoi che io agisca in questo modo. Quali eventi bizzarri mi stanno accadendo? So troppe cose per non vedere che sto percorrendo ponti pericolanti. Dove mi porti? Perdona la mia paura, che nasce dal mio troppo sapere. Il mio piede esita a seguirti. In quali nebbie e oscurità conduce il tuo sentiero? Devo anche imparare a rinunciare al senso? Che sia pure, se è questo che mi chiedi. Quest’ora ti appartiene. Ma che cosa succede se poi non c’è alcun senso? Solo assurdità o follia, mi pare. Esiste anche un senso superiore? È questo il tuo senso, anima mia? Ti seguo zoppicando sulle stampelle dell’intelletto. Io sono un uomo, mentre tu avanzi come un Dio. Che tortura! Devo ritornare a me stesso, alle mie più piccole cose. Le cose dell’anima mia mi sembravano piccole, miseramente piccole. Tu mi costringi a vederle grandi, a renderle grandi. È questo il tuo scopo? Ti seguo, ma con terrore. Ascolta i miei dubbi, altrimenti non posso seguirti, perché il tuo senso è un senso superiore e i tuoi passi sono quelli di un Dio”.

 

L’angoscia ed il terrore dell’individuo solo razionale nei confronti dell’inconscio e dei suoi contenuti.

                           .                                              (scritto il 06/6/24)

 

 

 

 

 

 


 

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