Il bambino (o la bambina ,è buio nella piazza e non si vede bene da lontano) si è seduto sul bordo rialzato della canaletta. Nel frattempo giunge la madre.
Con voce altissima , la voce stridula e quasi strozzata dall’ansia ed all’apprensione , urla la sua paura che il piccolo cada nella canaletta.
Talmente alto e stridulo è l’urlo da ferire anche le orecchie di un adulto, figuriamoci di un bambino.
Il bambino (o bambina che fosse) schizza su come sospinto da una molla.
Quel messaggio materno porta con sé un messaggio fortemente contradditorio.
Da una parte metadice :vedi mi sto preoccupando e molto per te in quanto molto ti amo.
Dall’altra parte metadice un messaggio intensamente castrante e terrorizzante.
Sono queste le comunicazioni più efficaci per castrare ogni processo di crescita psichico.
Ove ripetuto con pazienza e costanza (e non v’è dubbio che quella madre molto si applichi a ciò) non c’è scampo alcuno per la crescita.
Ogni contenuto dell’inconscio appena appena affiorante verrà impallinato sul nascere.
Questi messaggi sono messaggi molto efficace per lo scopo castrante che intendono raggiungere in quanto la portante del messaggio è un messaggio apparentemente amorevole e quindi il suo contenuto castrante incide di più in profondità.
Il messaggio contraddittorio lascia una traccia nella coscienza ed una traccia di segno completamente opposto nell’inconscio. Genera cioè un germe di conflitto intrapsichico che insieme a tanti altri provocherà l’azione paralizzante della coscienza nei confronti dell’inconscio.
Quindi non il Trauma (tutto maiuscolo e lampeggiante) che occorre ricercare nell’analisi (e il cui ritrovamento risolverà salvificamente la terapia) ma tutta una sequenza di microtraumi che si sono succeduti pressoché ininterrottamente nel corso di tutta l’infanzia.