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Talora qualcuno, che è guarito da un "brutto male" *, cioè da un tumore, da una neoplasia , afferma di avere sempre pensato, durante il travaglio della malattia che quella "cosa" le fosse estranea, fosse aliena a lei o a lui.

Il che fa pensare che il cancro, le neoplasie, possano essere, nella parte del corpo che colpiscono, una rappresentazione si del complesso di castrazione ma di un complesso di castrazione che ha tratto le sue origini, la sua base dall'imprinting infantile.

Imprinting che è il terribile "uovo del cuculo" deposto nella coscienza infantile da genitori inconsapevoli che a loro volta hanno ricevuto questo non gradito "regalo" dai rispettivi genitori.

E' incredibile che con tanta psicoanalisi e così tanti psicoanalisti non si sia riusciti, fino ad oggi, a formulare una teoria moderna della psiche, che superi le teorie del pur grande Jung e la teoria-delirio degli archetipi e dell'inconscio collettivo.

Concettualizzazioni di contenuti inconsci e di significati del Sè che , chi ha espresso quel delirio concettuale, non pare essere riuscito  a capire in sè stesso.

E l'adorazione mistica della mitologia junghiana e l’appiattirsi su di essa da parte delle scuole di psicoanalisi ha fatto il resto.

(*) Impedirsi di chiamare le cose con il loro nome è una forma di censura dettata dalla paura.

 


 

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