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Non c'è bisogno di essere raffinati psicoanalisti o esperti cultori dei linguaggi simbolici per capire che l'opera omnia di C. G. Jung è la espressione simbolica e rappresentativa del suo Sè.

Una opera che ha rappresentato quel Sé, attraverso gli anni, dapprima in una forma intensamente simbolica e LONTANA, con il suo Libro Rosso (Il Liber Novus), e poi via con i suoi scritti successivi, un anno dopo l'altro, in una sorta di lungo processo di avvicinamento.

Ma è così del resto per ogni forma di ARTE.

Scrivere ed esprimere sè stessi è una delle tante forme dell'arte e della ispirazione creativa, voce SOTTILE del proprio inconscio e del proprio Sè.

Talora, più raramente, voce di una potenza travolgente e perfino sconvolgente nella sua grandezza, come ciò che Michelangelo ha dipinto e scolpito.

Ci sono perciò tanti modi per rappresentare e  "descrivere" simbolicamente, NELL'ARTE. il proprio Sè.

Cioè sè stessi.

Altri, purtroppo, esprimono in ciò che fanno, in ciò che scrivono o rappresentano, la loro patologia mentale o la loro più o meno latente FOLLIA.

Ed è ciò SEMPRE espressione del loro ODIO inconscio verso il loro Sè e verso loro stessi.

E non capiscono che quel loro odio latente li sta lentamente uccidendo e sta lentamente uccidendo, nei tanti modi in cui si può uccidere, le persone che sono loro più care.

                           .                                              (scritto il 17/6/24)

 

 

 

 

 

 


 

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