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Malgrado tutte le esitazioni teoriche della psichiatria (e malgrado i limiti razionali e le  irrazionali resistenze dei suoi psichiatri) dovrebbe essere definito sano di mente non l’individuo che con il proprio adattamento secondario inconscio ha saputo ben nascondere e mimetizzare la propria malattia mentale ma bensì l’individuo che abbia integrato nella propria coscienza tutti i significati del proprio Sé e tutto il suo patrimonio istintuale (cioè tutto ciò che il suo codice genetico aveva da "dire" alla sua coscienza).

Lo strumento sicuro per capire la differenza è sempre lo stesso: I sogni dell’individuo ed i significati che in essi egli esprime.

         (scritto il 23/8/23)

 

 

 

 

 

 


 

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