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Le dipendenze psichiche sono catene virtuali, ma non per questo meno pesanti di quelle di acciaio.

Esse sono costrutti della coscienza che si riflettono in analoghi costrutti energizzati nell'inconscio dell'altro.

E viceversa.

Che l'altro sia la mamma, il babbo, un qualche essere vivente, ecc.  la morte dell'altro non dissolve la dipendenza ma la introietta nell’inconscio dell'individuo e la ripropone in altra forma.

Sara allora il/la partner, la nicotina, l’alcool, il gioco, la droga, ecc. ad assumersi il ruolo di supplenza dell'altro (dell’"arto di protesi)" che è venuto a mancare.

         (scritto il 24/8/23)

 

 

 

 

 

 


 

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