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Mi sono sempre chiesto come mai gli antichi greci sapessero che il fegato è l'unico organo del corpo a potersi rigenerare, grazie alla capacità delle sue  cellule epatiche di autoriprodursi.

Molti anni fa ho scoperto casualmente di avere l'epatite C.

E grazie a pesanti terapie farmacologiche il virus è stato eradicato ed il fegato ha cominciato a sostituire le cellule cirrotiche, generate dal virus, con delle cellule epatiche sane.

Un processo biologico che richiama quello psichico nel quale le informazioni/significati del Sè vanno poco alla volta a sostituire nella coscienza le informazioni  del falso sè .

E questa cosa richiama, tra l'altro, il significato simbolico di questa patologia ed il suo fine "pedagogico" rispetto a ben altro meccanismo.

Squisitamente  psichico, questo.

Ma, ancora, come facevano gli antichi Greci ad avere quella conoscenza?.

È possibile che l'abbiano intuita grazie al significato simbolico attribuito al fegato.

Il fegato simbolicamente rappresenta e rappresentava l'organo del coraggio.

Ed il coraggio ciascuno, se anche crede di non averne, all'occasione lo ritrova in sè stesso e lo tira fuori .

Quindi è una forza interiore che nasce laddove non c'era prima, che si genera e si autorigenera*.

E da questa rappresentazione simbolica del fegato quell'antico convincimento (peraltro molti secoli dopo scientificamente confermato) che il fegato si potesse autorigenerare.

E da quì il mito di Prometeo.

Ed ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, i linguaggi simbolici si confermano nella storia e nella vita  come FONTE DI CONOSCENZA SCIENTIFICA.

Quando vengono capiti INTUITIVAMENTE  nel loro significato, OVVIAMENTE!!.

(*) Con tutto il rispetto per il Don Abondio di Alessandro Manzoni.

                            .                                              (scritto il 18/6/24)

 

 

 

 

 

 


 

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