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In un ambiente naturale indisturbato nessuna specie diventa dominante tanto da mettere a rischio la sopravvivenza delle altre specie.
Come se in tali ambienti esistesse un meccanismo di autoregolazione dell'equilibrio demografico.
Meccanismo, che in tutta evidenza NON esiste nella specie umana, la quale nell'arco di una cinquantina di anni è passata da 3 miliardi di individui a quasi 10.
La spinta alla riproduzione incontrollata è caratteristica in ogni specie che oscuramente sente di essere in pericolo di estinzione.
E questa accelerazione tipica del secolo scorso e di questo secolo qualche cosa vuol dire.
In particolare vuol dire che quella oscura consapevolezza si è notevolmente rinforzata portando contraddittoriamente quel rischio ancora più vicino: Per carenza di risorse, per incremento di patologie virali e di pandemie, per accelerazione di danni ambientali che si avviano verso l'irreversibilità, per il rischio sempre immanente di spaventosi conflitti.
Tale mancanza di autoregolazione della specie umana può anche interpretarsi come un inconsapevole tentativo collettivo di SUICIDIO.
. (scritto il 20/6/24)