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Sono uno stupido poichè non capisco a cosa serva l’equazione definita “Trasformata di Fourier”.
E non capisco nemmeno le equazioni con i quali i fisici cercano di illustrare certi fenomeni fisici.
Né capisco certi concetti astrusi con i quali i fisici illustrano certo fenomeni e che loro definiscono essere “controintuitivi”.
E sono stato, fino ad una cera età, uno stupido ancora peggiore, quasi un idiota.
In quanto non capivo nemmeno i significati dei sogni né immaginavo che i sogni potessero avere significato.
La stupidità come spesso ho scritto è un portato INEVITABILE della condizione dissociativa della coscienza.
Cioè è il risultato della sua patologia.
Difficilmente si è stupidi a 360 gradi.
E molto più spesso si è stupidi in settori determinati e più o meno ampi di quell’arco.
La stupidità è causa indiretta di patologie fisici e mentali anche severe e soprattutto, quella dei genitori, fa molto male e segna in modo severo e malamente il destino e la vita dei propri figli.
La stupidità dipende principalmente dal fatto che la coscienza è inconscia a qualcuna delle sue quattro funzioni.
Principalmente alla funzione sentimento ed alla funzione intuizione.
Se la dissociazione imposta dall’imprinting infantile è stata particolarmente feroce quella coscienza potrà essere inconscia alla funzione percettiva (e qualche senso dei cinque non funzionerà).
Oppure fa funzionare solo un adattamento secondario più o meno riuscito e l’individuo verrà definito “autistico”.
Oppure la castrazione imposta da quell’imprinting ha modificato dei geni in quell’individuo con conseguenze immaginabili.
La stupidità è altamente infettiva.
E si infetta dall’uno all’altro, da una generazione all’altra, per emulazione.
E ciò dipende dalla infettività severa della condizione dissociativa della coscienza che quella stupidità IMPONE.
Dalla stupidità si può guarire.
La cultura ne attenua in piccolissima misura gli effetti ma è la psicoanalisi che la guarisce quando cura e guarisce la condizione dissociativa della coscienza e la aiuta ad entrare in rapporto con il suo Sé.
. (scritto il 21/6/24)