Di solito si usa dire :”Mi è accaduto questo, mi è successo quest’altro”. E si da per scontato che le cose che ci accadono nella vita (sia nella vita del corpo sia nella vita diciamo così “esterna” cioè nella realtà sensibile) siano il frutto (benigno o maligno che sia) di un qualche fato misterioso.
Ed è difficilissimo far capire, tanto che sembra inutile provarci (Lacan diceva “parler a-mur”, parlare al muro) , che invece tutto ciò che ci “accade” è il frutto (benigno o maligno che sia) della nostra personale, individualissima, condizione psichica inconscia.
Riporto un esempio estremo già riferito:Se devi andare dritto lungo la strada e ad un certo momento ti viene l’impulso di girare a destra e un minuto dopo ti casca una tegola in testa tutto ciò non è frutto della casualità, del fato o di quant’altro ma è un frutto misterioso di quella condizione psichica.
Cioè è un evento che ti vuole dire qualcosa , un evento che ha un senso per l’individuo e solo per lui cioè è una rappresentazione.
E prima ancora di chiedersi :”Come può essere accaduto ?” occorrerebbe chiedersi:”Qual’è il senso, qual è il significato inconscio di ciò, che cosa sta cercando dirmi il mio inconscio?”.
Quando la filosofia zen ci dice che occorre perseguire l’azione della non azione intende dire che occorre evitare di AGIRE (nel senso proprio che a questo verbo da la psicoanalisi). Cioè bisogna evitare di “produrre” eventi che rappresentano propri contenuti inconsci che hanno bisogno di autorappresentarsi in quell’evento.
E si deve evitare ciò (perseguire l’azione della non azione) prendendo coscienza di quei contenuti inconsci fortemente spinti dal bisogno di autorappresentarsi.
Peraltro nel corso del processo di coscienza l’agire (nel senso proprio che a questo verbo da la psicoanalisi) è pressoché inevitabile.
La lunga lista di contenuti inconsci che spingono per la loro presa di coscienza (non è un caso che il processo di crescita talora si rappresenti nei sogni come un treno) inevitabilmente , uno dopo l’altro, si rappresentano negli eventi. Inevitabilmente perciò li si agisce.
Ma ciò è utilissimo ai fini di quel processo di presa di coscienza.
In quanto se si cerca di comprendere il significato dell’evento , e ciò insieme ai significati dello stesso senso che i sogni propongono, si giunge alla presa di coscienza dei contenuti inconsci che attraverso quell’evento si sono espressi.
Insomma l’evento rappresentativo, l’agito, diventa una sorta di aiutino.
In questo senso perciò gli eventi vanno accompagnati. Vanno accompagnati verso la presa di coscienza dei significati che in essi si rappresentano.
Faccio un esempio: sbattere involontariamente la testa contro uno spigolo è certo doloroso. Ma se la cosa si ripete con una certa frequenza è opportuno chiedersi:Cosa significa ciò? Cosa sta cercando di dirmi il mio inconscio ?.
E se uno è completamente sordo ai propri significati inconscio è possibile che al prossimo colpo sarà necessario correre al pronto soccorso per farsi medicare.