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Si sa, dopo una tazza di caffè si fuma una sigaretta (o un buon sigaro)!.”

“Lo sanno tutti, dopo un buon sesso ci vuole una sigaretta!.”

“E' ovvio, dopo una buona cena si allungano le gambe sotto il tavolo e si fuma una sigaretta.”

E così via.

Questi riti evocativi, ne ho esemplificato alcuni, ma ciascuno ne può aggiungere quanti ne vuole, evocano il ciclo piacere/dolore che è inestricabile nell'inconscio fino a quando non si prende coscienza dell’uno e dell’altro, distinguendoli.

Per cui è "obbligatorio" che ad ogni piacere, piccolo o grande che sia, ci si debba punire con un piccolo dolore (o comunque con qualcosa che possa fare del male).

E’ come se avendo vissuto un piacere a ciò non possa che seguire un dolore "punitivo"* per cui quel rito evocativo avrebbe una funzione esorcizzatrice di questa "maledizione" che incombe su ogni essere umano.

Ciò tra l'altro ha scatenato nel tempo una serie di superstizioni e di conseguenti riti esorcizzatori nella inconscia convinzione che ogni volta che ci accade qualcosa di buono poi inevitabilmente il fulmine divino ci raggiungerà.

In realtà tutto ciò maledizione non è.

Ma è lo stesso identico rapporto conflittuale che induce la coscienza dissociata a produrre resistenze e somatizzazioni (il dolore) ogni volta che un significato del Sè (il piacere mutageno) la attinge.

Nessuna maledizione divina quindi ma "maledizione" assolutamente umana provocata dalla inerzia dell'ego, della funzione egotica, che per troppe generazioni ha trascurato di occuparsi di ciò che la propria coscienza "ha ingoiato" ed "ingoia" fidandosi ciecamente della propria razionalità.

(*) Qualcosa del genere viene evocato nel film "La leggenda del re pescatore" con la

regia di Terry Gilliam .

            (scritto il 6/9/23)

 

 

 

 

 

 


 

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