.    

Un giorno il padreterno si sbizzarrì a creare in uno sperduto pianeta dell’universo un embrione di vita.

Incuriosito assecondò secolo dopo secolo, millennio dopo millennio, l’evoluzione di quell’embrione di vita e delle svariate specie che esso si sviluppavano.

Osservò l’evolversi dei grandi rettili e la loro estinzione.

Osservò l’evolversi degli equidi, dei felini, dei pesci e degli uccelli.

Resto abbagliato da quanta varietà di vita si poteva sprigionare da quell’embrione iniziale e dalla capacità della vita di preservarsi, di evolversi, di differenziarsi, di perpetuarsi, di sopravvivere.

Infine osservò la nascita dei primati ed il loro evolversi fino al gorilla.

A questo punto egli fu colto da una grande malinconia perché si rese conto che quel mirabile equilibro in quel piccolo pianeta aveva raggiunto ormai il suo culmine di maturazione.

In quel piccolo pianeta l’evoluzione aveva raggiunto il punto più alto ed era giunto il momento che quel ciclo mirabile si esaurisse.

Molto si rattristò per questo e si scervellò per escogitare il modo con il quale quel ciclo meraviglioso potesse naturalmente esaurirsi senza un suo diretto intervento.

Ci pensò su circa un milione di anni ed infine trovata la soluzione creò una nuova specie di primati.

Restò a lungo indeciso se chiamarla “l’arma biologica assoluta” oppure “l’arma biologica di distruzione di massa”.)

 

Torna alla home pageTorna alla pagina indici Racconti