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22/6/11
Nell’estremo Oriente esiste una piccola nazione chiamata Tze-agerà (cercatela su google maps) che per quanto piccola e piuttosto insignificante nel panorama mondiale ha un potente movimento politico che invoca a gran voce la secessione della parte ovest del paese dalla sua parte est.
Non ci sono motivi etnici o religiosi o di lingua che giustificano tale insistente richiesta .
La parte occidentale del paese ha grandi estensioni coltivate a risaie e vive perciò nell’abbondanza.
La parte orientale invece, esposta com’è ai venti caldi delle pianure asiatiche, è riarsa e poco coltivata e vive perciò nell’indigenza.
E questo è il motivo per cui quel movimento politico chiede a così gran voce la secessione dall’Est.
Motivi puramente egoistici parrebbe.
Quando si comincia a rifiutare una parte del proprio paese si rifiuta anche una parte di ogni cosa esistente.
Per cui quel movimento politico, il partito si chiama Knor–ab , rifiuta anche le etnie Kwar , uomini e donne dalla pelle scura che provengono dalle regioni dello Stass-quan e che sono di religione diversa rispetto alla religione principale dello Tze-agarà.
In quel paese è accaduto uno strano ed apparentemente inspiegabile fenomeno.
Si sa, o meglio lo sanno coloro che hanno occhi per vedere, che gli aderenti al partito Knor-ab sono così accaniti nel rifiutare parte del loro paese (e tutto ciò che ha sapore di diversità) in quanto in realtà rifiutano e negano una parte significativa di loro stessi.
Negano l’evidenza dei loro sogni, negano gran parte de loro essere, negano l’esistenza stessa del loro inconscio e della loro vita interiore.
E negano e rifiutano perciò di conseguenza una gran parte della realtà esistente.
Ed invocano quindi la secessione, la separazione , la scissione in quanto vorrebbero plasmare la realtà del mondo reale alla patologica realtà della loro vita interiore dimezzata.
Ma veniamo allo strano fenomeno accaduto in quel paese.
Il focoso leader di quel movimento nel corso di uno dei tanti tempestosi comizi nel quale arringava le masse incitandole alla secessione viene colpito non si sa da che malanno.
E resta paralizzato nel suo lato sinistro.
In sostanza è come se fosse morto a metà , come se fosse mezzo morto.
Si riprende e continua ,benché offeso nel corpo, ad arringare le masse del proprio partito.
Il fenomeno è veramente curioso.
Le masse di quel partito negano metà del loro essere, negano la metà cosiddetta inferiore della loro vita psichica ed il loro leader subisce una offesa fisica che gli paralizza la meta sinistra del suo corpo.
Egli diventa perciò, con la sua menomazione fisica, una rappresentazione fedele , fedelissima, della paralisi psichica del suo popolo.
La metà morta del suo fisico va a rappresentare fedelmente la metà morta della psiche dei suoi adepti.
I quali ancora di più ora lo amano perché egli è diventato lo specchio fedele del proprio essere.
La loro realtà psichica si è come incarnata fedelmente nella realtà fisica del loro capo.
Il quale se potesse e se sapesse cambierebbe molto , molto volentieri partito.