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17/11/13
Vado sempre volentieri ai concerti.
Questo poi di solito è eseguito da giovani e sconosciuti musicisti che si impegnano molto e lo rendono di solito molto godibile.
Mi reco al capolinea del bus in questa lontana frazione dove abito ed attendendolo osservo una donna con il velo che lentamente spinge verso la fermata una carrozzella nella quale è distesa una bimba, evidentemente paralizzata.
Penso a quanto orribile può essere la vita e quanto soccorrevole talora la morte.
Eppure…
La donna è di bassa statura, il velo sul capo. La ascolto parlare al telefono e capisco che è araba.
La bimba, una graziosa bambina di forse 5 anni, muove poco la testa ed una gambetta. Emette suoni che sembrano trillii.
Il cuore si fa pesante e la tentazione è di allontanarmi dalla fermata.
Ma la mamma della piccola è sorridente e risponde ai tanti trilli della sua piccola.
Le asciuga la saliva dagli angoli della bocca .
Serenamente esprime verso la piccola una tenerezza ed un amore che mi lascia incantato.
Tenerezza che pare alleviare alla bambina la fatica di vivere.
Visione di amore che allevia anche a me il peso che la vista di quel dolore prima mi aveva afflitto.
Arriva il bus mette fuori la pedana e la donna spinge la carrozzella sull’autobus.
Salgono anche due ragazzine spensierate e sorridenti e con irragionevole rabbia penso che bisognerebbe inventare un servizio di volontariato per queste ragazzine sventate finalizzato all’assistenza degli infelici.
Giunto alla sala del concerto scopro che esso è insolito e singolare.
Un insieme di pezzi di musica classica e moderna , uno spettacolino che in parte diverte ma che in parte è anche stucchevole.
Non sono contrario, anzi, alle contaminazioni ma penso che questa pur brava pianista e questo pur bravo clarinettista dovrebbero fare più musica e meno chiacchiere simildivertenti.
Fine del concerto ed al buio ed al freddo vado alla fermata del bus per tornare a casa.
Mentre aspetto passa sul marciapiedi un mio vecchio conoscente. Era anni fa ipovedente ora probabilmente è del tutto cieco.
Avanza lentamente brandendo il lungo bastone bianco.Credo che il bastone abbia sulla punta un sensore che lo avvisa in vicinanza degli ostacoli.
Il giovane uomo avanza lentamente fumando impettito nel suo panama bianco, dirigendosi alla sua casa che so essere nei paraggi.
Lo osservo con tristezza e non oso avvicinarlo.
A fine giornata a casa mi chiedo quale possa il senso di questo pomeriggio e delle contrastanti emozioni che lo hanno intessuto.
Vorrei che ci fosse una morale ,un qualche senso, in tutto questo. Vorrei ci fosse un senso ma io non riesco a trovarlo.