19/2/05 Spinta istintuale e repressione
Più potente è la spinta istintiva verso lo sviluppo psichico e la crescita tanto più forte si eserciterà la repressione dell'ambito familiare nei confronti del bambino/a per impedire che il suo sviluppo psichico travalichi i canoni dello sviluppo medio della coscienza (quale che esso sia) di quell'ambito.
21/2/05 Osserviamo un sistema sociale
Verso la fine degli anni '60 una potente spinta al mutamento investe alcuni paesi europei. Movimenti studenteschi e classe operaia chiedono a gran voce una evoluzione del sistema politico verso forme di democrazia più aperte e più avanzate.Ma questo non è possibile.
Le democrazie occidentali ed in particolare l'Italia non possono evolvere verso forme di partecipazioni più avanzate rispetto alle classi meno favorite perché secondo la valutazione americana questo aprirebbe la strada alla presa del potere dei comunisti e quindi come conseguenza un allargamento dell'area di influenza sovietica.Poco importa ora se questa valutazione fosse allora corretta o meno.Quello che conta è che il sistema politico NON poteva mutare ed era ingessato, mummificato nella sua condizione di allora.La conseguenza di un sistema immutabile che si trovi sotto la spinta di potenti pressioni che tendono a farlo evolvere è la deriva violenta e quindi la deriva terroristica.
E così fu.
Se in un sistema sociale forze potenti che tentano di farlo evolvere si convincono che quel sistema è incapace di mutare ci si deve aspettare che in quel sistema sorgano forze orientate alla violenza che tenteranno un cambiamento violento di quel sistema stesso.Poco importa qui se la valutazione circa la immutabilità del sistema fosse corretta o fosse frutto di una visione allucinatoria di coloro che ben presto si avvieranno lungo la deriva terroristica.
In entrambi i casi la conseguenza sarà quella deriva.
Perché la deriva venga inverata è sufficiente per queste forze che esse CREDANO nella immutabilità del sistema.
Passiamo ad un altro livello.Una coscienza ha strutturata una configurazione completamente sorda alle spinte evolutive dei contenuti dell'inconscio.
Quella configurazione ha paralizzato la funzione intuizione ed ha eretto una barriera invalicabile tra coscienza ed inconscio.
Quale sarà l'evoluzione possibile di quel sistema psichico?
E' facile prevederlo.
Sarà l'intrusione psicotica, sarà la deriva "terroristica".Il problema , e qui c'è uno dei limiti del lavoro teorico, è capire se in una condizione psicotica sia possibile "rimettere il dentifricio dentro il tubo".
Cioè cercare di comprendere i contenuti inconsci che hanno generato la fuoriuscita psicotica e nello stesso tempo indurre mutamenti nella coscienza sclerotizzata.
Allo scopo di superare la condizione psicotica ed avviare quella coscienza verso una condizione di normalità.
Difficile dirlo da qui.
Occorrerebbe provare sul campo.
Nelle considerazioni prima svolte si è fatto un PARALLELISMO tra condizione sociale e condizione psichica.
Quasi che l'una possa essere talora considerata metafora dell'altra.
Cerchiamo di capire ora quali siano invece i rapporti (di comunicazione) tra condizione sociale e condizione psichica.
Una società chiusa ed ottusamente serrata ai cambiamenti non può che impetrare condizioni di coscienza dello stesso tipo.
Cioè quel tipo di società è in grado di tollerare solo configurazioni di coscienza chiuse ed ottuse simili ad essa.
Una società dominata dall'egoismo assoluto insito nella ricerca esasperata del profitto personale ad ogni costo è una società di quel tipo.
Questo tipo di società non può perciò tollerare stati di coscienza più evolute rispetto ad essa e non può che esprimere una classe dirigente con stati di coscienza adeguati alla sua misura.
Occorre essere più precisi.
Una qualsiasi società democratica può esprimere diverse maggioranze politiche.
Se esprime una maggioranza politica che tende a rendere quella società chiusa ed ottusamente serrata ai mutamenti le conseguenze sulla classe dirigente saranno quelle esposte.
Una società che vive il cambiamento in sé stessa come un pericolo mortale (perfino il cambiamento indotto da un mutamento democratico di classe dirigente) tenderà ad ostacolare e scoraggiare in quanto sistema strutturato ogni cambiamento nella coscienza dei suo membri.
Per esempio istituzionalizzando le convinzioni scientifiche dominanti rendendole così impermeabili ai mutamenti.
Per esempio impedendo la libera circolazione delle idee.
Per esempio penalizzando le idee eterodosse.
Per esempio istituzionalizzando la malattia mentale (pericolosissimo sintomo rivelatore del fatto che esiste ALTRO rispetto al mondo conosciuto e consolidato)
Al contrario un sistema sociale che favorisse la creatività , la produzione artistica, la circolazione delle idee senza badare solo al bieco e greve interesse personale rischierebbe di fondare un nuovo rinascimento, forse perfino una nuova scienza.
Mamma mia che paura!
Noi guardiamo fuori dalla finestra e vediamo le auto scorrere lungo la strada.E la cosa non ci fa né caldo né freddo.
Ma se portassimo un uomo delle caverne alla stessa finestra egli guarderebbe fuori e ne rimarrebbe sconvolto.
Egli VEDREBBE le stesse cose che vediamo noi ma non sarebbe in grado di RICONOSCERLE.
Il suo apparato sensoriale funziona esattamente come il nostro ma la sua COSCIENZA non è in possesso dei SIMBOLI che lo metterebbero in condizione di RICONOSCERE la realtà che sta osservando.
Ciascuno riconosce la realtà del mondo in quanto nella sua coscienza un gruppo più o meno vasto di simboli RAPPRESENTA e testimonia alla coscienza di quella realtà.
L'insieme di questi simboli chiamiamo "Principio di realtà" oppure rappresentazione nella coscienza della realtà.
Il proprio Sé è una delle componenti della realtà del mondo.
Se la coscienza non possiede del Sé i simboli che lo definiscono e che glielo fanno RICONOSCERE il proprio Sé per quella coscienza è spaventoso come un alieno feroce.
Mentre l'insieme di
simboli che struttura una immagine fasulla e fuorviante di sé stessi
(che definiamo struttura introiettata del falso sé o struttura protesica
del sé) viene considerata una immagine amica pur negando essa
all'individuo la verità sulla sua reale natura umana.
22/2/05 Alcuni simboli che riferiscono del Sé
Tempo fa una persona molto semplice ma di buona intelligenza mi invitava con insistenza ad assistere ad alcune programmate partire di rugby delle quali lui era con tutta evidenza un grande appassionato.
E mi raccontava perciò le mirabilie dei vari giocatori nei loro diversi ruoli.
In particolare pareva completamente travolto dal ruolo di alcuni giocatori che a quanto pare potevano svolgere quel particolare ruolo di gioco solo se in possesso di "grande massa" e di corrispondente forza fisica.
Ma era il modo con il quale costui descriveva il ruolo e la potenza di questi giocatori a colpirmi.
Con gli occhi illuminati li descriveva capace di acchiappare due avversari e sbatterli con un braccio solo fuori dal campo in tribuna.
Cioè li descriveva (irrealisticamente) come dei veri e propri superman.
In grado di vendicare qualsiasi torto , di sbaragliare qualsiasi avversario.
Quell'uomo stava con tutta evidenza descrivendo l'immagine simbolica del proprio Sé.
Sono molti i simboli che nella cultura moderna rappresentano il Sé.
In genere sono figure simboliche che raddrizzano torti, sanano ingiustizie, aiutano gli oppressi, soccorrono i deboli ecc.
Vengono rappresentati come Superman, l'uomo ragno, Zorro, il cow bow che fa rispettare la legge, il poliziotto che uccide i cattivi.
Oppure come il principe azzurro, il bello che fa innamorare le donne, lo "sciupafemmine".
Per un altro verso è ancora simbolo del Sé Ulisse (e perciò non il suo significante quadrupede espugna Troia ma il significato in esso contenuto).
Quando si dice "crescita psichica" si intendono molte, moltissime cose.
Sulla base delle intuizioni sviluppate in questo lavoro la crescita psichica è il passaggio (spontaneo in rarissimi casi) della coscienza dallo stato "impressogli" nel corso dell'imprinting infantile allo stato adulto.
Nel quale la coscienza progressivamente integra in sé un modello di riferimento assolutamente conforme alla natura profonda dell'individuo (al suo Sé).
Questo processo avviene grazie a due "strumenti":La funzione onirica e la funzione intuizione.
Grazie alla prima le informazioni del Sé (i c.d. significati dei simboli onirici) vengono rappresentati dall'inconscio alla coscienza la quale li integra in sé grazie alla "trasduzione" che la funzione intuizione opera su di essi.
Se però, come succede nella stragrande maggioranza dei casi, la coscienza del bambino/a non riesce a sviluppare nell'ambito familiare la sua funzione intuizione (come invece avviene nella quasi totalità dei casi con la funzione razionale) quel processo di crescita non può nemmeno iniziare.
La coscienza dell'adulto rimane perciò bloccata a quanto appreso nel corso dell'imprinting infantile e l'individuo vive in parziale o totale dissociazione da sé stesso.
In teoria i primi barlumi della funzione razionale e della funzione intuitiva vengono appresi nella coscienza infantile per IMITAZIONE di quanto esistente nella coscienza delle figure parentali rilevanti.
Queste due funzioni superiori si sviluppano e crescono poi la prima grazie alla istruzione scolastica e la seconda grazie al continuo "allenamento" a cui sottopone questa funzione , sonno dopo sonno, la funzione onirica.
5/5/06 Razionalità ed Intuizione
La Logica può capire tutto ciò che è NON-Sé ma non può capire ciò che attiene al Sé.
In quanto ciò che attiene al Sé e fuori dai domini della Logica.
Poichè la Logica e la Razionalità sono regolate dalle leggi della causalità esse possono comprendere solo i fenomeni regolati da queste leggi.
Le lingue hanno regole logiche proprie (grammatica e sintassi) diverse per ciascuna lingua.Ma quali che siano queste regole tutte le lingue hanno un substrato comune nelle regole della Logica che sono il basamento radicale di quelle regole linguistiche.
I meccanismi di funzionamento basale del computer si basano su una logica binaria (circuito aperto/circuito chiuso, Si/No, 0/1) la quale a sua volta basa su di sé qualsiasi linguaggio di programmazione.
Si dovrebbe presumere con una certa fondatezza che la logica binaria presieda ad UN modo di funzionamento dei circuiti neuronali.
I linguaggi simbolici (e prima di ogni altro il linguaggio onirico) non è comprensibile attraverso i processi logici.
I significati dei linguaggi simbolici e dei simboli sono accessibili solo attraverso l'intelligenza intuitiva la quale è una intelligenza ALTRA rispetto alla intelligenza razionale.
L'intuizione funziona, per quanto è dato capire, non sulla base delle leggi della causalità ma sulla base di processi associativi spontanei.
Questa forma di intelligenza svela un ALTRO modo di funzionamento dei circuiti neuronali.
Per cui si dovrebbe presumere che diversamente dai circuiti di un computer i neuroni cerebrali hanno DUE diversi ed alternativi meccanismi di funzionamento le quali danno origine a DUE diverse tipologie di intelligenza.
Entrambi UMANE , entrambi a disposizione degli umani, entrambi alla portata degli umani anche se di fatto la maggior parte delle persone è stata addestrata all'uso della intelligenza razionale ma non all'uso della intelligenza intuitiva.
Da questo motivo di base nasce l'incapacità delle persone a comprendere i linguaggi simbolici, i simboli ed in primo luogo i propri sogni.
Da questo motivo nasce
la dissociazione dell'individuo da sé stesso, dai propri sentimenti,
dalle proprie emozioni, dalla propria vita interiore.
12/5/06 Sempre la stessa musica!!.
Se una persona ascoltasse sempre la stessa musica o fosse costretta a guardare sempre lo stesso panorama o a mangiare sempre gli stessi piatti ed a provare sempre gli stessi odori dopo un po' di tempo si ammalerebbe.
E si ammalerebbe di una sindrome che si definisce "deprivazione sensoriale".
La quale è poi la sindrome della quale frequentemente si ammalano, ovviamente non a caso, i carcerati.
Questa sindrome svela però qualcosa di più sulla sua origine.
Dice che la mente (di cui la coscienza è l'infrastruttura informativa sulla cui piattaforma avvengono le sue elaborazioni) ha bisogno di MUTAMENTO.
E se la coscienza (l'infrastruttura informativa cioè la piattaforma di informazioni di cui l'individuo ha assunto,inconsapevolmente, coscienza) resta inchiodata, crocifissa alle informazioni assunte nel corso dell'imprinting senza poter accedere alle informazioni "movimentiste" che provengono dal proprio Sé e dall'inconscio l'individuo su ammala.
E si ammala di una sorta di deprivazione sensoriale che manifesterà i suoi sintomi a livello mentale o organico, sintomi che urlano a gran voce il bisogno di MUTAMENTO nel parco di informazioni che struttura la configurazione della coscienza.
Non serve "cambiare vita", cambiare casa, cambiare partner o quant'altro.
Occorre cambiare nella propria coscienza aprendola ai contenuti del proprio inconscio.
Facile a dirsi, più difficile a farsi.
Occorre prioritariamente, affinché la coscienza possa assumere la gran quantità di significati simbolici accumulati in anni e decenni nell'inconscio (un lavoro arretrato pazzesco e che può fare impazzire), sviluppare in sé una certa capacità intuitiva.
Per adesso l'unico metodo che io conosca è avere un rapporto di comunicazione con un individuo che a sua volta abbia sviluppato in sé quella capacità e che (se ne renda conto o meno) "trasferisca" questa sua preziosa capacità all'altro.
Per riuscire a prendere coscienza di sé (a prendere coscienza del proprio individualissimo modello del proprio Sé) occorrono alcune fondamentali chiavi iniziali:
- Interpretare intuitivamente i propri sogni, interpretare intuitivamente i propri sogni, interpretare intuitivamente i propri sogni, interpretare intuitivamente i propri sogni, interpretare intuitivamente i propri ..........;
- Prendere coscienza che i soggetti fondamentali della psiche umana sono:l'inconscio, la coscienza e l'ego;
- Prendere coscienza che la funzione onirica ha lo scopo di trasferire significati (informazioni) dall'inconscio alla coscienza;
- Prendere coscienza che ad ogni significato onirico intuito un quid di libido (energia psichica) ed un quid di informazione entrerà nella coscienza e la costringerà ad un mutamento;
- Prendere coscienza che nessuna conquista è gratis.Le resistenze al mutamento saranno il pane quotidiano del lavoro;
- Prendere coscienza che più sogni si interpretano intuitivamente più si sviluppa la funzione intuizione;
- Non avere paura delle interpretazioni che possano apparire "deliranti". Nulla è tanto folle quanto la coscienza dissociata che quasi tutti abbiamo "ereditato" dall'imprinting infantile;
- Non c'è nulla di mitico nel Sé.Al di là della gran quantità di rappresentazioni simboliche (alcune archetipiche cioè comuni a tutti gli esseri umani) che lo rappresentano il Sé è CIO' CHE SI E' REALMENTE (sul piano organico, psichico, affettivo, ecc.);
- E' possibile che ad un certo punto del lavoro si prenda coscienza della data della propria morte.Sembra chissà chè ed invece è un bene.Aiuterà nel seguito a non avere paura delle resistenze più forti e tremende;
- Per prendere
coscienza di sé non occorrono grandi studi ma solo molto coraggio.Non
molto di più peraltro che vivere una vita da dissociati.
19/5/06 La teoria delle coppie di opposti
L'inconscio attraverso i sogni tenta di rappresentare alla coscienza le sue contraddizioni irrisolte attraverso una quantità di "coppie di opposti" inconciliate (ma non per questo inconciliabili).
Coppie di opposti perennemente in conflitto delle quali è possibile ritrovare una sintesi ad un livello superiore.
La coppia di opposti primaria, e per eccellenza, è la coscienza dissociata ed iperrazionale ostile all'inconscio ed ai suoi contenuti (da un lato) e l'inconscio ed i suoi contenuti dall'altro.
Attraverso il lungo percorso della crescita psichica è possibile riavvicinare sempre di più questi due termini così estremi ed opposti fino alla loro sintesi nella coscienza integrata, nella coscienza cioè che ha integrato il modello del Sé, la rappresentazione del modello del Sé individuale.
Simbolo di questa unione di opposti è il simbolo cinese dello Ying e dello Yang nel quale "il chiaro" (il primo termine della coppia di opposti prima indicata) e "lo scuro (il secondo termine) si conciliano in un simbolo unificante.
Un sogno recente
ripropone una ulteriore coppia di opposti (il passato ed il futuro) allo
scopo di focalizzare la centratura della coscienza non su un passato
memorabile (com'ero felice nella mia infanzia !), non su un futuro
illusionistico (la felicità si raggiunge solo nell'aldilà) ma sul tempo
attuale, sul momento in cui si sta vivendo ORA.
20/5/06 La vita umana è un processo
La vita umana è un processo che manifesta il suo percorso, istante dopo istante, dapprima all'interno della psiche. Questo percorso è osservabile attraverso i sogni e manifesta i suoi effetti nella realtà quotidiana attraverso i comportamenti, le idee, i sintomi, i sentimenti, le emozioni, gli eventi , ecc. che riguardano l'individuo.
Manifestazioni queste tutte SIGNIFICATIVE nel senso che esse sono portatori di significato, contenitori di senso.
Rappresentazioni
simboliche che continuamente svelano di quel mondo interiore e di quel
percorso sconosciuti ai più eppurtuttavia conoscibili.
Il prendere coscienza di sé, e diventare perciò psichicamente adulto, può avvenire INCONSAPEVOLMENTE o CONSAPEVOLMENTE.
Nel primo caso il bambino o la bambina, avendo genitori che siano a suo tempo diventati a loro volta psichicamente adulti (nel senso prima indicato), prende INCONSAPEVOLMENTE coscienza di sé nel corso di un processo di sviluppo psichico che è per certi versi parallelo al processo di crescita fisica.
E' questo un caso assolutamente teorico e a quanto è dato sapere rarissimo.
Si prende coscienza di sé, sempre INCONSAPEVOLMENTE, anche grazie ad un adeguata terapia psicoanalitica con un analista che a sua volta sia diventato cosciente di sé e sia perciò diventato psichicamente adulto.
Si prende coscienza di sé CONSAPEVOLMENTE quando si acquista via via CONOSCENZA (cioè consapevolezza appunto), in sincronia con il processo di presa di coscienza, di ciò che sta accadendo nella propria psiche (e perciò di ciò che sta accadendo nella propria vita).
Esistono per quanto si sappia tre diversi modi finalizzati alla presa di coscienza.
Processo di tipo A:
In questa modalità l'individuo (bambino o bambina che sia) sviluppa inconsapevolmente nella propria coscienza (grazie ad un raro ambiente familiare particolarmente favorevole) "l'attrezzaggio mentale" (vedremo dopo di che si tratta) indispensabile alla sua coscienza per integrare nel corso del percorso di crescita i significati veicolati dalle rappresentazioni e dai simboli onirici inducendo perciò inconsapevolmente nella propria coscienza quella lunga sequenza di mutamenti che portano infine la coscienza stessa (e la psiche infantile) a diventare adulta.
Processo di tipo B:
Grazie a questa modalità l'individuo comincia a prendere coscienza di sé, e si avvia perciò a diventare psichicamente adulto,grazie ad una terapia analitica e/o ad un percorso consapevole di autoanalisi.
In questo caso nella prima fase (la terapia analitica) il terapeuta induce nella coscienza del paziente un adattamento alla realtà meno sfavorevole di quello impressogli nel corso dell'imprinting infantile in quanto lo mantiene in contatto, nel corso della intera terapia, con una realtà umana (il terapeuta stesso) che ha nei confronti dei contenuti dell'inconscio un orientamento del tutto diverso ed opposto rispetto a quello degli ambienti umani che il paziente ha fin lì conosciuto.
Inoltre la coscienza del paziente viene a conoscere di una capacità mentale (di una funzione) che le era totalmente estranea in quanto totalmente sconosciuta all'ambiente umano che il paziente stesso aveva fin lì conosciuto e cioè la capacità intuitiva.
Grazie alla capacità intuitiva (la funzione intuizione) la coscienza del paziente comincia ad essere messa in grado di integrare i significati veicolati dai suoi stessi sogni riattivando (o meglio il più delle volte attivando per la prima volta nella sua vita) un processo di crescita psichica mai iniziato prima.
A seguito di questo primo percorso l'individuo può proseguire la sua esperienza sviluppando quella capacità intuitiva e continuando ad interpretare i propri sogni consapevolmente.
Traendo da ciò ulteriore sviluppo della sua psiche e consapevolezza dei propri processi psichici fino a giungere alla completa coscienza di sé.
Processo di tipo C:
Quando il processo di crescita , come accade nella stragrande maggioranza dei casi umani, risulta bloccato in un qualche suo stato iniziale (a causa di un imprinting infantile ostile allo sviluppo psichico) l'individuo esprime i propri contenuti inconsci (che hanno fallito la cosiddetta "via normale" cioè il processo di tipo A) in due modi alternativi:
- I comportamenti AGITI (comportamenti volontari e non volontari portatori comunque di rappresentazioni simboliche inconsce le quali, ove interpretati, svelano quale significato inconscio l'individuo stia manifestando in quel momento nella realtà della sua vita). Si intende qui come "comportamento" (in senso molto lato) qualsiasi manifestazione nella realtà del disagio psichico dell'individuo sia esso comportamento vero e proprio, manifestazioni ideativi, qualsiasi forma di espressione (o mancata espressione) verbale o non verbale, qualsiasi sintomo e patologia organica o mentale;
- Le proiezioni inconsce attraverso le quali l'individuo "appiccica" agli oggetti (reali o fantasmatici che siano) ed alle persone reali le sue proprie rappresentazioni inconsce e tratta perciò quegli oggetti e quelle persone non per ciò che esse realmente sono ma per ciò che egli inconsapevolmente CREDE che esse siano (esempi banali:la moglie trattata come se fosse la madre, il marito trattato come se fosse il padre).
La funzione dei comportamenti agiti e delle proiezioni inconsce dovrebbe essere quella di far giungere alla coscienza , per "altra" via, ciò che la coscienza RIFIUTA di integrare nell'interiore percorso onirico.
Rifiuto che nasce dalla INCAPACITA' della coscienza stessa di COMPRENDERE in sé i significati veicolati dai simboli onirici a causa del fatto che tale coscienza NON ha potuto, per mancanza di riferimenti positivi in questa direzione, sviluppare in sé una sufficiente capacità intuitiva ancorché inconscia all'ego.
Questa incapacità se rende impossibile l'integrazione dei significati veicolati dalle rappresentazioni oniriche rende altresì impossibile la comprensione dei significati veicolati da quei comportamenti agiti e da quelle proiezioni inconsce.
Per cui il processo di
tipo C è per definizione un tentativo di crescita attraverso un percorso
di solito totalmente fallimentare (in un solo caso comportamenti agiti e
proiezioni inconsce possono assolvere alla loro funzione
costruttiva:Quando l'analista o l'individuo stesso sono in grado di
comprendere il significato veicolato dalle rappresentazioni che, con le
"strategie" appena indicate, l'individuo inconsciamente mette in campo).
23/5/06 La teoria dei mondi paralleli ovvero a cosa serve la sincronicità
Com'è noto un giorno G. Jung rifletteva su un sogno che una sua paziente gli aveva raccontato.Un sogno nel quale era presente il simbolo dello scarabeo. Riflettendo su quel sogno si accorse che un grosso scarabeo dorato stava sbattendo con i vetri della sua finestra come se volesse entrare dentro.
Grazie a questo evento Jung intuisce l'esistenza dei fenomeni di sincronicità.
Nei quali un evento psichico (per esempio un sogno) avente un certo significato si rappresenta nello stesso tempo in un evento reale (apparentemente) del tutto casuale che ha lo STESSO significato dell'evento psichico.
Chiunque percorra la lunga strada della interpretazione dei propri sogni prima o dopo si trova ad osservare, dapprima stupendosi, ai fenomeni di sincronicità.
Nel corso dei quali gli eventi reali (apparentemente) casuali ci riportano lo stesso significato che poco prima avevamo scoperto nel sogno.
Oppure che ci aiutano a ritrovare quel significato ancora fin lì non compreso.
Via via che si procede alla presa di coscienza di sé (che si integra nella propria coscienza il modello di riferimento del proprio individualissimo Sé) i fenomeni di sincronicità sembrano regredire e poi sparire.
Essi si sono come introiettati nell'individuo.
Il mondo (il sistema) dell'organico ed il mondo (il sistema) della coscienza ora sono diventati due mondi che procedono SINCRONICAMENTE e nei quali i significati espressi dal primo mondo e veicolati dai sogni trovano, sincronicamente appunto, corrispondenza con gli omologhi significati nella coscienza.
I due sistemi si allineano e restano omeostaticamente allineati grazie alla informazione veicolata dalla funzione onirica con il quale il sistema dell'organismo comunica e continuamente regola il sistema della coscienza.
Funzione questa che nell'individuo dissociato non può essere assolta data l'incapacità della coscienza ad integrare i significati veicolati dalla funzione onirica.
Grazie a questa funzione ed al fenomeno della sincronicità due mondi alieni trovano la loro integrazione, trovano il loro parallelismo.
Ma qual'era(e qual'è) il significato di quel particolare simbolo onirico?
La presenza di quel simbolo nei sogni significa che la libido (l'energia psichica) sta attingendo o ha finalmente attinto la coscienza che fin li era ad essa assolutamente inconscia.
La stessa cosa si può
dire in un altro modo:Grazie a quel simbolo l'individuo prende coscienza
dell'esistenza della libido.
30/5/06 Sogni facili e difficili (per così dire)
Certi sogni (i propri o quelli degli altri) sono "facili".Nel senso che mentre te li raccontano o mentre li scrivi il loro significato appare subito alla mente come se provenisse dal nulla.
Altri invece sono "difficili".Appena fatti appaiono come una specie di muro in cemento armato, senza appigli, senza fessure.
Nulla.
Passano le ore (e talora i giorni) e uno continua a chiedersi:ma cosa significherà?.
Poi lentamente o all'improvviso è come se una piccola fessura si aprisse su quel muro e qualche significato comincia ad affiorare alla mente , ancora come se provenisse dal nulla .
Sappiamo che questo processo di comprensione spontanea dei simboli si chiama processo intuitivo ed è la conseguenza della azione inconscia di una funzione della coscienza che si chiama appunto intuizione.
Mi piace chiamare l'intuizione "l'altra intelligenza" per distinguerla dalla intelligenza razionale che funziona in modo completamente diverso.
Per motivi assolutamente comprensibili questo processo spontaneo di comprensione dei simboli onirici (e dei simboli in genere), questo "apparire nella mente all'improvviso" del significato (quello che vogliono apparire fighi chiamano questo evento un "insight") mi fa venire in mente la teoria di Stephen Hawking sulla nascita dell'universo : " Lo schema che Jim Hurtle e io (Hawking appunto) abbiamo sviluppato, della creazione spontanea quantistica dell'universo, è simile alla formazione di bolle di vapore nell'acqua bollente. Le storie più probabili dell'universo sono come le superfici delle bolle. Parecchie bollicine apparirebbero e scomparirebbero ecc. ecc.."
La formazione dell'insight viene ben descritto da questa macroteoria. Il significato del sogno effettivamente affiora alla coscienza come se provenisse dal nulla (e molti mistici e molti psicopatici descrivono questo fenomeno naturale come una intrusione di Dio (nientemeno) nella loro mente.
Taluni dicono, quando vivono all'improvviso un fenomeno del genere, che "Dio ha parlato loro", che hanno "sentito la voce di Dio".
Teoria questa che non fa certo migliorare la loro condizione mentale e che anzi giustamente rende più forte negli astanti il dubbio sull'equilibrio mentale dell'improvvisatosi "tramite della rivelazione".
In realtà l'intuizione è un processo mentale che può essere sviluppato con l'esercizio esattamente come grazie all'esercizio si sviluppa la razionalità (la funzione razionale della coscienza).
Mentre la funzione
intuizione raggiunge il suo risultato attraverso un processo spontaneo
ed underground di progressive associazioni assolutamente acausali tra
cose apparentemente molto diverse tra di loro la razionalità procede per
sequenze causali.
30/5/06 Il sogno come veicolo mutageno
Il sogno veicola (o tenta di veicolare) nella coscienza due cose:
- energia psichica (detta anche impropriamente libido) ;
- significati dei simboli (cioè informazioni mutagene).
Dall'osservazione e dall'autoosservazione parrebbe potersi affermare che l'energia veicolata dal sogno riesce quasi sempre ad investire di sé la coscienza.
Però fino a quando la coscienza stessa non è riuscita ad investire questo quid di energia nei significati dei corrispondenti simboli onirici questa energia rimane "libera", vagante.
Essa allora si investe in un qualche pattern inconscio.
L'effetto di questo investimento "improprio" di quella energia psichica sarà l'azionare, grazie al pattern investito, un qualche comportamento agito e perciò RAPPRESENTATIVO.
Cioè portatore dello stesso significato che la coscienza non è riuscita a comprendere e perciò ad integrare.
Se invece la coscienza riesce a comprendere il significato del sogno l'energia veicolata da quel sogno (insieme al corrispondente significato) viene investita in un effetto di mutazione della condizione della coscienza nella direzione della crescita.
1/6/06 Il gioco di miss Turand
L'altro pomeriggio ho assistito ad una conferenza in un'aula del Bò. Parlava un professore svizzero di lingua tedesca, l'acustica dell'aula faceva schifo e lui parlava un italiano con l'accento tedesco ed insomma non si capiva un accidente.
Presentava un suo libro di saggi dal titolo bellissimo:"Il discorso è nave ed il significato un mare".
Raccontava, herr professor, un antica favola o mito o leggenda persiana medievale su una certa Turandot, nome che a quanto pare tradotto letteralmente significa "Miss Turand".
Questa signorina principessa, stufa dei tanti pretendenti che la assediavano, per toglierseli dalle scatole una volta per tutte li sottopose ad un gioco meraviglioso e terribile allo stesso tempo.
Proponeva loro degli enigmi che ove risolti dagli insistenti pretendenti avrebbero consentito loro di accedere nella sua alcova.
Ma se non fossero riusciti a risolverli sarebbero stati decapitati.
I pretendenti partecipavano al terribile gioco (cosa non farebbero gli uomini per una scopata !) e tutti venivano puntualmente decapitati e le loro teste appese alle porte della città .
Poi si sa venne un principe coraggioso ecc. ecc.
Questa "Miss. Turand" fa venire in mente un altro mostro, la Sfinge.
Corpo di animale e faccia da donna aveva lo stesso vizietto del gioco della Turandot.
A coloro che volevano entrare nella città di Tebe essa sottoponeva un enigma ed il premio per la sua soluzione era l'accesso alla città.
Enigmi misteriori e quando la risposta era sbagliata la Sfinge con un boccone si mangiava gli incauti visitatori.
Giochi e crudeltà lontanissime si dirà, lontanissime nel tempo e nello spazio, a noi che ce frega !.
Ed invece ogni notte ciascuno di noi viene sottoposto allo stesso gioco.
La coscienza ogni notte ci sottopone un enigma, il sogno notturno (proposto dall'inconscio), ed anche questo è un gioco meraviglioso e crudele.
Se riusciremo ad intuire il significato del sogno avremo preso coscienza di una parte di noi, di una parte della nostra storia, di una parte delle nostra vita, dei nostri dolori, delle nostre gioie.
Avremo conquistato una scintilla di luce in più nel buio assoluto in cui tantissimi vivono, ciechi che si illudono di vedere.
Se non capiremo e non scioglieremo il notturno enigma resteremo all'oscuro e quella parte di noi e quella parte della nostra storia resterà fuori dalla porta di casa a vagare come un fantasma nella nostra vita, tormentandoci di giorno e di notte.
Miss Turandot è ovviamente un mito, una leggenda, come la Sfinge del resto.
E come tutti i miti ed i
simboli archetipici ci ricordano che ciò che essi continuamente evocano
è storia attualissima che ci riguarda tutti.
La crescita psichica è un processo spontaneo grazie al quale una lunga sequenza di informazioni vengono trasferite dall'organismo alla coscienza attraverso un "mediatore linguistico" che chiamiamo inconscio ed al suo braccio esecutivo che è la funzione onirica.
Il linguaggio grazie al quale quelle informazioni (quei significati) vengono trasferiti alla coscienza è il linguaggio simbolico.
L'interfaccia della funzione onirica nella coscienza è la funzione intuizione la quale "decodifica" quel linguaggio trasformando il simbolo in energia ed in significato.
L'obiettivo del processo di crescita psichica è costruire nella coscienza un modello informativo preciso dell'individuo (il cosiddetto "Sé") affinché il sistema coscienza acquisti contezza della esistenza dell'individuo nella sua totalità (risultato altrimenti definito come "il prendere coscienza di sé").
Il processo avviene di norma (quando avviene) nella assoluta inconsapevolezza dell'individuo.
Se invece come nel caso delle autoanalisi l'individuo oltre a prendere coscienza di sé acquista la conoscenza cosciente dello sviluppo di tale processo allora si dice che ha "consapevolezza" di sé.
Laddove , come succede
nella stragrande maggioranza dei casi, quel processo non venga portato a
termine oppure nemmeno possa essere iniziato si creeranno nel sistema
individuo disfunzioni funzionali di varia natura che vanno dalle
malattie mentali alle patologie cosiddette psicosomatiche il cui spettro
è ben più ampio di quanto comunemente non si intenda.
L’individuo dalla condizione psichica di tipo borderline come individuo il cui ego risulta in condizione di conflitto sia con la configurazione della sua coscienza sia con i contenuti dell’inconscio
Assisto con un altro ad una conferenza a N.Y. ed al ritorno in aereo lui si mette là a telefonare ed a lavorare con un curioso computer portatile.Ha una strana tastiera contenuta in uno scafo di plastica con alcuni gruppi di tasti alti ed altri bassi ed una specie di cassettina davanti. Poi ha lo schermo ecc..Io osservo con curiosità questo strano computer mentre lui continua a lavorare su questa tastiera i cui tasti sembrano pochi rispetto al numero di caratteri ma in realtà ci sono tutti.
Interpretazione del sogno del 8/6:Rappresenta due episodi di ieri pomeriggio.Il primo è l’aver assistito ad una conferenza di uno studioso della Columbia University (NY) ed il secondo l’essermi incontrato subito dopo con una persona che inframezza le parole con lunghe estenuanti pause (la tastiera con i gruppi di tasti alti ed i gruppi di tasti bassi);
I simboli:
Lo scafo di plastica della tastiera=la bocca;
La cassettina davanti=l’altra funzione della bocca, il contenere il cibo;
….i cui tasti sembrano pochi rispetto al numero di caratteri ma in realtà ci sono tutti=una limitata capacità di espressione rispetto alla potenzialità reale;)
12/6/06 Le due fasi fondamentali del processo di crescita
Nel processo di crescita si possono individuare due fasi.
La prima fase è quella che viene comunemente definita "processo di individuazione".
In questa fase le progressive mutazioni della coscienza e della sua configurazione complessiva mutano progressivamente l'originario atteggiamento ostile (e perfino nemico) nei confronti dell'inconscio e dei suoi contenuti in un atteggiamento favorevole e dialogante.
La coscienza in altri termini INDIVIDUA le proprie radici umane , la propria personalissima fonte del suo mutamento individualizzante.
Nella seconda fase, immediatamente successiva alla prima, la coscienza integra progressivamente il modello del Sé individuale realizzando una integrazione completa, una sincronia dinamica assoluta, tra coscienza ed inconscio, tra coscienza e corpo.
Il rapporto di comunicazione tra coscienza ed inconscio è ora completo ed il sistema individuo continuamente è in grado di riequilibrarsi armonicamente sulle base delle esigenze dell'individuo stesso, del suo rapporto costruttivo con l'ambiente, con la comunicazione ad ogni livello, con la sessualità, con i sentimenti e le emozioni.
Senza essere perciò costretto ad attivare forme di comunicazione patologiche e devianti (cioè sintomi di varia natura) rispetto all'ambiente ed all'ego
E’ possibile che le somatizzazioni (i sintomi derivanti da patologie organiche) siano una sorta di linguaggio primigenio del corpo (una comunicazione NECESSITATA) generata dal fatto che l’organismo è impossibilitato a trasferire ed a trasformare la sua comunicazione nella coscienza sia a causa della ostilità di quest’ultima nei confronti dei contenuti dell’inconscio sia a causa del suo non essere riuscita a strutturare quel minimo di capacità intuitiva necessaria a effettuare quella trasformazione.
Se il sintomo però è compreso da un osservatore/ascoltatore “altro” lo scopo di quella sofferta comunicazione è comunque raggiunto.Il successivo dialogo tra i due renderà possibile a questa comunicazione profonda di raggiungere il suo obiettivo nella coscienza del comunicatore.
20/6/06 Le forme del linguaggio
Se osserviamo il processo di acquisizione del linguaggio verbale nei bambini possiamo inferire che quel processo sia una riproduzione abbastanza fedele dell’analogo processo con il quale alcuni primati, nella fase di passaggio da una specie ad un’altra più evoluta, hanno conquistato a loro volta il linguaggio verbale.
In questa fase noi possiamo osservare che tra le prime forme di espressione c’è il linguaggio dei gesti accompagnato da suoni non ancora definibili come “parole” che individuano con lo stesso piccolo insieme di fonemi intere classi di oggetti.
Premesso che anche il linguaggio verbale è comunque un “linguaggio del corpo” (in quanto prodotto dai suoni emessi dalle corde vocali e dall’apparato boccale) il linguaggio dei gesti ed in genere dell’intero corpo è la fase più primitiva delle forme d’espressione.
Solo in una fase più avanzata (della crescita e della evoluzione) quel linguaggio è in tutto o in gran parte sostituito dal linguaggio verbale vero e proprio.
Questa evoluzione delle forme espressive rende in un certo senso conto della posizione in cui si collocano i sintomi organici nella scala evolutiva delle forme di espressione.
Il Sé inconscio ed inascoltato dalla coscienza non ha altra modalità di espressione che il “il linguaggio del corpo” (nel senso sopra indicato) ed attraverso queste forme primitive di espressione (il sintomo e la malattia organica) esso qualcosa in forma simbolica esprime.
In una fase più evoluta di questo processo verso la conquista del linguaggio verbale si può collocare invece la malattia mentale forma di espressione essa pure del Sé inconscio che però ha conquistato , sia pure in parte e nella misura patologica indicata, la mente.
A sua volta nella evoluzione, questa volta non delle forme di espressione ma dei linguaggi, il linguaggio simbolico si pone tra i linguaggi più primitivi.
Anche qui talora un solo simbolo designa non un “oggetto” ma una intera classe di oggetti.
Conquistare la capacità intuitiva di comprendere i sintomi non è in questa visione un progredire nella conoscenza ma bensì un ritornare ad una conoscenza antica ed ignorata dai più.
Ci sono corpi simbolici e corpi mitici i quali hanno la funzione di costruire e mantenere attiva la coesione sociale in determinati gruppi che a quei corpi mitici aderiscono (credono).
In questi casi la funzione dei simboli , del tutto al di là della possibilità di comprensione dei singoli membri del gruppo, è una funzione aggregatrice .Una funzione cioè che mantiene i vari membri del gruppo coesi intorno a determinati obiettivi.
Altri simboli invece hanno funzione disaggregativa.
Essi cioè hanno la funzione di tenere separati un gruppo sociale dall’altro.Hanno una funzione per così dire “dissociativa”.
Si dovrebbe presumere che la stessa cosa accada nella psiche umana.
Alcuni simboli e corpi mitici assolvono la funzione di tenere la coscienza in condizione di dissociazione rispetto al Sé.
Sostituendo nella coscienza questi simboli e questi corpi mitici con altri simboli (tipicamente i simboli del Sé) si tende invece a creare “aggregazione” tra coscienza e Sé nella direzione della individuazione e della crescita psichica.
L’altra notte ho sognato che mi regalavano un telefonico giallo.
Pensa che ti penso non riesco a capire il significato di questo simbolo.
Quando questo succede, occorre avere pazienza. Dopo un’ora oppure un giorno il significato del simbolo viene in mente spontaneamente ed all’improvviso.
Questo processo mentale si chiama intuizione.
Ne ebbe una molto tempo fa San Paolo mentre camminava lungo la strada per Damasco (e fu tanto improvvisa che ne restò “fulminato”).
Ne ebbe una, relativamente alla forza di gravità, anche Newton vedendo cadere dall’albero una mela.
Così dopo un poco intuisco che quel simbolo sognato ore prima vuole rappresentare……. “un sogno”.
Cioè in un certo senso il sogno va a rappresentare con quel particolare simbolo sé stesso.
E mi è venuta in mente una domanda.
Ma per tutti questi giovani, questi uomini, queste donne che girano per strada con il telefonino sempre in mano questo piccolo oggetto tecnologico che cosa rappresenta per loro inconsciamente?
Per tutti questi giovani che camminano con il cellulare sempre aperto davanti a sé come se fosse una bussola che dà loro l’orientamento circa la direzione da prendere che cosa rappresenta quel loro telefonino?
Perché questo oggetto è così importante per loro tanto che se uno lo dimentica a casa si sente perduto?
E mi è venuto in mente che forse anche per loro o per alcuni di loro il telefonino possa rappresentare non ciò che effettivamente ma qualcos’altro.
Senza ovviamente che si rendano conto di cosa quell’oggetto rappresenti .
Spesso noi trattiamo gli oggetti e le persone non per ciò che effettivamente sono ma per ciò che inconsciamente rappresentano per noi.
E non ci accorgiamo di questo travisamento e non ci accorgiamo che così facendo neghiamo all’altro la sua realtà, la sua reale natura.
Dice la moglie al marito:continui a comportarti come se tu fossi il bambino ed io tua madre!.
Dice il marito alla moglie:la devi smettere di trattarmi come se io fossi tuo padre e non invece il tuo uomo.
Dice la moglie al marito:Non riesco a capire perché passi tutta la tua giornata a lustrare la tua macchina nuova mentre invece in casa lasci tutto in disordine.
E così via.
Questi giovani, queste donne, questi uomini non riescono a far svolgere ai loro sogni la loro funzione vitale che è quella di continuamente riorientare ed allineare la coscienza al proprio Sé.
Non si rendono conto che manca a loro questa vitalissima funzione psichica ed allora la sostituiscono con una protesi tecnologica:il telefonino.
Che diventa, ahime, la loro nuova bussola , la loro nuova guida.
Ma sarà poi proprio così?
Mario, povero lui, dirà di no. Franco, povero lui, dirà di sì. Silvana, povera lei, scrollerà le spalle. Enzo, povero lui, continuerà ad illudersi di potere interessare qualcuno con i suoi concioni.
3/7/06C'era una volta una citta'
C'era un volta un citta'.
Una citta' molto ricca che aveva nel suo cuore antico tre piazze , antiche esse pure.
Ed attorno ad esse vennero, molto tempo fa, costruiti i palazzi del potere di allora .Che sono poi il potere anche di oggi.
I luoghi della politica e del governo, i luoghi del commercio e della economia, i luoghi della religione.
Un giorno quasi ai margini di quella antica citta' si decise di costruire in un terreno paludoso un'altra piazza.
E l'architetto al quale fu commissionata costrui' una piazza che non si era mai vista prima in quella citta' e nemmeno in moltissime altre.
Grande , immensa , smisurata.
E al suo centro costrui' un gigantesco mandala.
E che e' un mandala , direte voi.
Un mandala in molte culture orientali e' un complicato ed arzigogolato disegno di un cerchio o di un ovale il quale rappresenta la totalita' dell'individuo.
Rappresenta cioe' non l'individuo dimezzato, allora come oggi, non l'individuo al quale e' stato imposto di negare se' stesso, la sua anima, la sua sessualita', la sua stessa vita ma bensi', come si e' detto, l'individuo tutto, l'individuo finalmente non piu' alieno a se'.
Cosi' come le prime tre piazze sono spesso oscure, il sole fa una gran fatica ad arrivarci sperduto com'e' tra alti palazzi, stradine tortuose e portici ombrosi, cosi' la piazza granda e' invece luminosa ed ariosa.
Tanto che se ad essa il viandante giunge all'improvviso sconoscendone l'esistenza, dopo avere percorso quelle stradine tortuose di cui si e' detto, rimane come abbagliato e stordito da tanta luce , da tanta aria, da tanto significato.
Per cui quella citta' gode per cosi' dire di due anime.
L'anima di cio' che si e' e di cio' che e', di cio' che crudamente si tocca con mano e che si crede essere realta' nuda e cruda, appunto, e l'anima di cio' che si vorrebbe, che si desiderebbe essere.
E che troppo spesso purtroppo non si riesce a diventare.
Perche' nessuno ha saputo insegnare, passo dopo passo, la strada, lunga e tortuosa che dalle vecchie piazze conduce alla nuova
14/7/06 Fisicismo e psichismo.
Ogni evento fisico, ogni sintomo fisico è causato da una qualche causa organica/biochimica/fisiologica scopribile più o meno facilmente grazie alla indagine RAZIONALE e INSIEME da una qualche causa psichica scopribile più o meno facilmente grazie alla indagine INTUITIVA del sogni e del comportamento del soggetto.
Tra fenomeni somatici e fenomeni psichici esiste una continuo parallelismo, una sincronicità costante.
Come si è detto la causa del fenomeno sul versante fisico è rilevabile sulla base dei meccanismi di indagine (razionalissimi) che la scienza medica mette a disposizione mentre la concausa dello stesso fenomeno sul versante psichico è rilevabile grazie alla indagine intuitiva sulle manifestazioni simboliche del soggetto (sogni, comportamento, ecc.)
In sostanza quello che succede nel corpo e che si manifesta con qualche sintomatologia è accompagnato sincronicamente da una causa fisica ed a una causa psichica.
E’ veramente pensabile che qualsiasi cosa accade nell’organismo dell’individuo non sia costantemente accompagnato da un monitoraggio continuo a livello di “centrale di comando e controllo” (cioè di cervello, di neuroni, di coscienza, ecc.) ?.
E’ pensabile che in un organismo dotato di organi e di psiche la causa dei sintomi e delle patologie sia SEMPRE e SOLO organica?
E che la psiche sia un convitato di pietra che nulla sa, in nulla incide, per nessun aspetto compare?
E se si scoprisse invece che la sintomatologia è frutto di DUE CONCAUSE che operano sincronicamente una sul versante fisico ed una sul versante psichico?
La scienza CASTRATA dalle possibilità offerte dalla intelligenza intuitiva dimostra anche qui ed ancora una volta della dissociazione psichica dei ricercatori che l’hanno prodotta e di come la condizione psichica del ricercatore influisca in maniera determinate ed in modo enormemente DISTORCENTE nella elaborazione della teoria
14/7/06 Il poliziotto buono ed il poliziotto cattivo.
I film americani ci hanno ormai abituato a due figure tipiche dei film di azione poliziesca:le due figure del poliziotto buono e del poliziotto cattivo.
Quando interrogano il potenziale colpevole il poliziotto cattivo urla, fa la faccia feroce, minaccia sfracelli terribili contro il potenziale colpevole e talvolta lo picchia rudemente.
Il poliziotto buono invece fa vedere che cerca di frenare l’irruenza belluina del suo collega , parla gentilmente con l’interrogato, gli offre una sigaretta ed una coca cola, ecc.
Insomma nell’insieme gli opposti comportamenti dei due poliziotti cercano di “strizzare” il comportamento dell’indagato verso una direzione ben determinata.Cercano cioè di “strizzare” il suo comportamento verso il poliziotto buono e verso una liberatoria confessione.
Nell’individuo più o meno succede la stessa cosa.
Egli non sa nulla di sé e nemmeno immagina nulla della propria condizione psichica.
Vive la sua vita senza preoccuparsi se egli abbia assolto ai compiti verso sé stesso che una formazione infantile inadeguata non gli hanno consentito di assolvere.
Per ricordargli questi obblighi, i quali riguardano di solito il fallimento avvenuto nell’infanzia di un processo di crescita psichica integrato, il “poliziotto cattivo” si manifesta nell’individuo procurandogli continuamente dei sintomi disturbanti, degli incidenti dolorosi, degli eventi fastidiosi.
Dall’altra parte il “poliziotto buono” è silente e tranquillo e si manifesta solo con i sogni notturni.
Ed è verso questo “poliziotto buono” che il “poliziotto cattivo” cerca di spingere l’attenzione e la capacità di comprensione dell’individuo.
Verso quella sfera misconosciuta dell’individuo (che pure è così tanta parte di lui) che è la sfera psichica.
Tanto più gli incidenti, i sintomi, i dolorini, i contrattempi urlano per catturare verso di sé l’attenzione dell’individuo tanto più essi cercano di sospingerlo verso l’altro poliziotto.
Il quale silente ma non inerte aspetta che l’individuo finalmente capisca in quale direzione egli debba andare.
Certo noi siamo abituato ai cartelli stradali che ci dicono in ogni momento con chiarezza quale direzione prendere per raggiungere la località verso al quale ci stiamo dirigendo.
La totalità dell’individuo si esprime invece in una forma simbolica un po’ criptica che ha bisogno di una particolare forma di intelligenza per essere compresa.
Forma di intelligenza (l’intuizione) alla quale l’individuo nella sua infanzia e nella sua adolescenza non è stato addestrato e che perciò non è stato in grado di sviluppare e potenziare.
Molto invece è stata potenziata in lui di solito la razionalità, l’altra forma di intelligenza , la quale però è incapace di fargli comprendere quel linguaggio simbolico che il suo corpo e la sua psiche continuamente producono.
Con la tecnica del poliziotto buono e del poliziotto cattivo la vita interiore dell’individuo cerca di far capire quale direzione egli dovrebbe intraprendere nella sua ricerca spirituale, intellettiva, creativa,
Ci prova in tutti i modi reiterando gli incidenti, le cadute, i sintomi fisici, ecc.
Ci prova in tutti i modi consentiti dalla sua particolarissima modalità di espressione.
Ci prova in ogni istante sperando di essere capito e di riuscire così ad indirizzare l’individuo verso il suo compito.
Non è che se ne possa trarre un teorema matematico.
Ma è possibile che laddove più la “sorte” (che ovviamente non c’entra nulla) sembra accanirsi esistano in quell'individuo latenti maggiori energie, maggiori potenzialità inconsce, maggiori potenzialità non sfruttate, maggiori risorse nascoste anche agli occhi dell’interessato che cercano in quel modo tormentoso di svelarsi e di dispiegarsi.
21/7/06 Una possibile ipotesi sull'innamoramento
Giovanni e Carla si incontrano per caso.Non sono più giovanissimi e non hanno mai conosciuto l’amore.
Succede che inaspettatamente per entrambi si innamorino.
Comincia da quel momento un periodo di magia.
Ogni sguardo, ogni bacio, ogni amplesso, ogni momento vissuto in comune è per entrambi magico.
E magici diventano i ricordi di quei momenti.
Passano mesi di gioia, di felicità, di trasporto reciproco.
Poi, benché continuino a volersi bene ed a frequentarsi, quella magia intensa, quel miracolo emozionale, durato alcuni mesi, lentamente scema.
E ben presto appartiene solo al ricordo.
Che cosa è successo?.
Si può ipotizzare che la coscienza di Carla ha “visto” in Giovanni la rappresentazioni del proprio Animus.
E contemporaneamente la coscienza di Carlo abbia “visto” in Carla la rappresentazione della propria Anima.
L’amore dell’inconscio di Carla si è allora riversato su quella rappresentazione (e sull’uomo che fisicamente la incarnava) così come l’amore dell’inconscio di Giovanni ha fatto con Carla.
Frequentandosi e vivendo così intensamente il loro amore per alcune settimane e per alcuni mesi è successo che lentamente la coscienza di Carla ha cominciato ad INCORPORARE la rappresentazione proiettata su Giovanni.
E lo stesso ha fatto la coscienza di Giovanni rispetto alla rappresentazione di Anima proiettata su Carla.
La magia è contemporaneamente e contestualmente scemata.
Ancora :che cosa è successo?
E’ successo che Giovanni e Carla grazie al loro reciproco innamoramento hanno incominciato a CRESCERE.
La coscienza di Carla ha finalmente CONQUISTATO la rappresentazione del proprio Animus e così la coscienza di Giovanni relativamente alla rappresentazione della propria Anima.
Ora la fonte della conoscenza di Sé è in possesso della coscienza ed Animus da una parte (ed Anima dall’altra) possono finalmente cominciare a svolgere il proprio ruolo di “psicopompo” tra l’inconscio ed i suoi contenuti e la coscienza.
Il grande dono che Giovanni e Carla si sono reciprocamente fatti grazie al loro amore è il dono della crescita psichica.Essi, senza saperlo si sono reciprocamente donati la funzione (l’intuizione) che quella crescita renderà possibile.
Si sono donati una occasione ed una possibilità assolutamente irripetibile.
Da quel momento si è riattivato il processo di crescita psichica che l’imprinting ostile aveva bloccato sul nascere nella loro infanzia.
Per Giovanni e Carla un periodo magico e meraviglioso della loro vita è ormai finito ma ne inizia , nella loro assoluta inconsapevolezza, un altro ben più importante.
L’amore è una grandissima medicina.
21/7/06 Il mancato sviluppo della funzione intuizione.
Il mancato sviluppo della capacità intuitiva nella coscienza rende l’individuo non solo incapace di percepire il significato dei simboli onirici e dei simboli in genere ma lo rende altresì incapace di cogliere il senso degli eventi della sua vita , dei comportamenti propri ed altrui, delle sue e delle altrui idee.
Si tratta cioè di una vera e propria “deprivazione del senso” che può far cadere l’individuo in profondi stati depressivi in quanto egli non é in condizioni di cogliere il senso della propria esistenza che gli appare perciò priva di senso, senza scopo alcuno.
Se ci si fa caso è una sindrome per certi versi simile a quella dei carcerati.I quali a causa della carenza di stimoli sensoriali dovuta alla invarianza dell’ambiente nel quale sono rinchiusi cadono in una sindrome definita “deprivazione sensoriale”.
Cioè in una sindrome da carenza di stimoli sensoriali.
L’individuo incapace di percepire il senso delle cose, della propria esistenza, dei simboli, ecc. cade nella stessa sindrome.
La sua coscienza (e perciò il suo cervello) non sono sufficientemente stimolati tanto quanto potrebbero sulla base delle loro potenzialità in quanto essi vengono impiegati solo nella sfera del razionale, del percepibile, del sensoriale.
Lasciando fuori da quell’impiego la continua e ricchissima stimolazione che la funzione onirica porta continuamente alla coscienza.
25/7/06Un film mediocre.
Ieri sera ho visto un film deludente.Troppo inutilmente visionario, troppo inutilmente caricato di simbolismo.
Prendo in esami due luoghi-simbolo del film:la villa dei mostri di Palagonia ed il palazzo di città pieno di orologi di tutti i tipi.
Nel primo luogo-simbolo è nascosta la principessa e ci sono due grossi cani neri.
Nel secondo ci sono invece due grossi cani di colore chiaro.
Nella economia del film il primo luogo rappresenta l’inconscio (nel quale è “nascosta” la coscienza adulta ,la coscienza di sé) e le due funzioni “inferiori” della coscienza , funzioni ancora inconsce :la funzione intuizione e la funzione sentimento.
Il secondo luogo rappresenta invece la coscienza e le due funzioni integrate:la funzione percezione e la funzione pensiero.
Ma la domanda che mi pongo è:Ma perché gli orologi sono universalmente considerate simboli della coscienza ?.
Gli orologi richiamano simbolicamente la coscienza in quanto sono una metafora del tempo, del Cronos.Il quale è a sua volta una metafora della realtà sensibile.
Due parti dell’individuo sono inesorabilmente ed inevitabilmente a contatto con la realtà.
Sul piano somatico la pelle del corpo e sul piano psichico la coscienza appunto.
Essa rispetto all’ego fa da interfaccia totale ed indispensabile con quella realtà.
Non ci sarebbe percezione sensoriale della realtà senza la coscienza.
Non ci sarebbe percezione del SENSO della realtà senza la coscienza.
Talora le malattie della pelle svelano un disagio della condizione di coscienza la quale può trovare la realtà nella quale si è “immersi fino alla punta dei capelli” difficile da accettare.
Talora quella realtà può apparire talmente insopportabile che “si perde coscienza”.
(26/7/06 Storia e psicoanalisi.
Alla fine della seconda guerra mondiale per risarcire gli ebrei di tutto il mondo, ma soprattutto europei, della immane ed orribile tragedia dell’Olocausto fu ritagliato, obtorto collo, tra i territori palestinesi lo stato di Israele.
Da questa imposizione territoriale, necessitata dalle terribile patologie della storia umana, nasce l’attuale problema dei conflitti tra i paesi arabi confinanti e Israele.
Ma ci si illude se si pensa che questo conflitto sia tipico della particolare natura degli arabi o degli isareliani.
Si pensi cosa succederebbe oggi se lo stato di Israele fosse stato ritagliato nella pianura padana più o meno nei territori nei quali ora esiste la regione Veneto o la regione Friuli.
Ci si troverebbe nella stessa condizione di conflitto tra lo stato di Israele e l’Italia.
In più questo insediamento risveglierebbe riflessi antisemiti nei popoli confinanti con l’Italia ed il nuovo insediamento (Austria e Germania).
Esattamente come succede oggi nel Medio Oriente.
Oggi cosa saggia per tutti sarebbe riconoscere la realtà della esistenza dello stato di Israele la cui sopravvivenza gli israeliani si sono abbondantemente guadagnati con fiumi di sangue versato (sia loro che di altri).
Ma come mai è così difficile accettare una realtà così evidente ?
Come mai questo “insediamento abusivo”, questo “corpo estraneo” (perché così viene visto oggi dai paesi arabi lo stato di Israele) viene così violentemente rifiutato pretendendone la sua “scomparsa dalla carta geografica”?
E qui entra in gioco la psicoanalisi.
Quando l’individuo è dissociato da sé e la sua coscienza non ha perciò potuto costruire un modello del proprio Sé la coscienza stessa sostituisce questo modello mancante con una protesi, con un insieme di protesi, che possiamo definire la protesi del falso sé.
Una costruzione concettuale, un grumo di informazioni strutturanti assunte dalla realtà anziché da se stessi che si possono considerare come “occupanti abusivi”, come “corpo estraneo”, nei “territori” della coscienza.
E l’aspirazione più intensa che l’individuo può avere è far sparire “dalla carta geografica” queste strutture protesiche che impediscono al modello del proprio Sè di strutturare la coscienza e che perciò mantengono l’individuo in una condizione di dissociazione psichica.
Queste strutture protesiche di solito vengono proiettate sul “nemico”.
E lo stato d Israele per la storia della sua nascita e del suo insediamento tra i territori arabi viene visto dagli arabi non per ciò che effettivamente è (un popolo di esseri umani che avrebbe l’ambizione, come tutti, di vivere in pace con i suoi vicini) ma per ciò che essa rappresenta per loro inconsciamente.
Viene vista cioè come la protesi del falso sé che abusivamente occupa la loro coscienza e che perciò “bisogna spazzare via”.
Si può sottoporre ad analisi terapeutica ogni singolo membro dei popoli arabi per far loro capire che il loro ferocissimo nemico non è Israele ma è nella loro stessa coscienza e non è con la guerra che questo nemico interno potrà essere “cancellato dalla carta geografica” ?.
No, non si può certo.
E ciò costa alla umanità
sangue, orrore e morte a non finire
26/7/06 Seduzione ed incesto.
Se una figura materna (la madre, la nonna, la zia, ecc.), importante nell’ambito familiare del bambino, proietta sul bambino stesso il proprio Animus ciò attiva nel bambino un conflitto antico, antichissimo, ancestrale.
E lo attualizza.
La proiezione del proprio Animus sul bambino viene talora inconsapevolmente svelato dalla figura femminile citata quando essa dichiara affettuosamente che il bambino è il suo “fidanzatino”, è il suo “principe azzurro”, ecc..
A causa di quelle proiezioni inconsce, e senza ovviamente rendersene conto, quella figura femminile così importante nell’ambito parentale del bambino esercita le sue doti seduttive sul bambino stesso.
Questa condizione sollecitativa attiva nel bambino un conflitto.
Uno dei termini del conflitto sarà il desiderio incestuoso (sollecitato dalla inconscia azione seduttiva della figura parentale femminile) mentre l’altro termine sarà il divieto sociale, geneticamente introiettato, all’incesto.
Le proiezioni delle figure parentali sui figli, sui nipoti ecc. non sono perciò innocue.
Ma anzi inducono condizioni psichiche conflittuali foriere di future patologie psichiche.
E’ anzi questa una delle tante modalità attraverso le quali la patologie psichiche latenti dei genitori (o comunque delle figure eminenti dell’ambito familiare) vengono trasferite e riprodotte nei figli , nei nipoti , ecc.).
30/7/06 Il processo di ritiro di una proiezione.
Se si è inconsci (se non si ha cioè coscienza) di una qualche parte di sé questa parte proietta su un qualche oggetto reale una sua rappresentazione simbolica .
L’individuo senza rendersene conto, e senza potersene rendersene conto, vede perciò non l’oggetto reale ma la rappresentazione simbolica che ne VELA la realtà.
E tratta quell’oggetto reale non per ciò che è effettivamente è ma per ciò che esso a LUI ed a LUI solo rappresenta.
Questo fenomeno nel linguaggio comune si definisce come “infatuazione”. Si comprende cioè la vacuità , la futilità (la parola stessa richiama qualcosa di molto aleatorio:i “fuochi fatui”, la fascinazione, l’essere fascinato dalle “fate”, dalle sirene, dai miraggi) del fenomeno affettivo in atto rispetto alla rappresentazione simbolica proiettata pur senza comprenderne i profondi motivi psichici che quella “infatuazione “ generano.
Nel momento in cui si riesce a prendere coscienza di quella parte di sé cui si era inconsci quel fenomeno proiettivo si “prosciuga”.
Da una parte si capisce allora ciò di cui si era inconsci di sé e dall’altra parte si comprende e si percepisce (in senso mentale) la reale natura dell’oggetto reale la cui prima non si riusciva percepire.
Perciò quando si è inconsci di una qualche parte di sé non solo la coscienza (ripeto la coscienza non la conoscenza) ignora l’esistenza di quella parte ma viene ignorata anche, sempre a livello di coscienza, la realtà di un qualche segmento di realtà sensibile.
E’ una sorta di DOPPIA cecità.
Presa coscienza della parte di sé cui si era inconsci ci si rende allora conto contestualmente della natura dell’oggetto reale, natura prima VELATA dalla rappresentazione simbolica (natura che era peraltro ben CONOSCIUTA), e ci si rende conto altresì della differenza, rispetto allo stesso oggetto, tra il conoscere e l’averne coscienza.
Quasi a voler
riaffermare
la DOPPIA capacità di COGNIZIONE posseduta dalla mente umana.
Da una parte la conoscenza (che si acquisisce attraverso i processi cognitivi razionali) e dall’altra parte il SAPERE, la sapienza , il prendere coscienza che è un processo cognitivo intuitivo .
Il quale molto assomiglia al prendere coscienza attraverso l’esperienza vissuta in alternativa all’acquisizione libresca della conoscenza.
L’incoscienza, l’essere inconsci di sé, ci nega crudelmente la capacità di percezione della realtà (della realtà di noi stessi e della realtà del mondo).
8/8/06 Il passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta.
Se incrociamo le conoscenze acquisite lungo i vari passaggi della crescita fisica e l’esperienza di crescita psichica esposte in questo lavoro possiamo immaginare che in un processo complessivo normale la coscienza infantile (pagina pressoché bianca al momento della nascita) acquisisce nei primi anni della infanzia le poche “righe” (ma quanto decisive!) scritte dall’imprinting infantile impresso (o inferto) dall’ambiente parentale.
Superata questa fase di adattamento all’ambiente parentale la coscienza si dovrebbe volgere al Sé per costruire, grazie alle informazioni veicolate dai sogni, il modello informativo del proprio Sé.
Una fase che dura alcuni anni nel coeso della infanzia e della adolescenza.
Poi giunge il momento di una trasformazione (fisica e psichica) ancora più radicale :il passaggio dalla adolescenza all’età adulta.
Parrebbe che questo passaggio sia segnato da alcune fondamentali trasformazioni psichiche.
La psiche dell’adolescente estroverse il desiderio sessuale “sganciandolo” dalla figura parentale materna (o paterna) ed estrovertendolo.
Con questo processo la coscienza dell’adolescenza interrompe il legame simbiotico con la figura parentale, ritira alcune proiezioni importanti nei confronti di tale figura , accetta la regola sociale del divieto di incesto e estrovertendo il desiderio sessuale si trasforma perciò stesso in animale sociale.
Processi questi tutti psichici che dovrebbero accompagnare lo sviluppo della sessualità infantile ed adolescenziale fino alla sua trasformazione in sessualità genitale e perciò adulta
8/8/06 La struttura degli eventi
Nella STRUTTURA degli eventi che attengono alla vita di un individuo è scritta la sua storia personale, le sue vicende psichiche , in quanta parte ha avuto successo ed in quanta parte ha fallito il suo processo di crescita psichica, quanto ha rimosso, quanto ha negato, quanto è schermato.
Basterebbe osservare, se fosse possibile, l’insieme degli eventi reali che l’individuo ha vissuto.
La vita REALE dell’individuo è lo specchio fedelissimo della sua vita psichica
9/8/06 Le funzioni dei sogni.
Come già scritto altre volte i sogni hanno due funzioni:
- In una funzione essi contribuiscono alla presa di coscienza della esperienza vissuta attraverso la sua rappresentazione in forma simbolica;
- Nell’altra funzione, che è la loro funzione primaria , la più importante, contribuiscono alla presa di coscienza del modello del Sé rappresentandone i vari segmenti in forma simbolica.
In teoria questa seconda funzione dovrebbe essere svolte nei primi anni di vita dell’individuo fino a renderlo psichicamente adulto.
Di solito l’imprinting ostile ai contenuti dell’inconscio impedisce questa crescita psichica.
11/8/06 L’eredità rifiutata.
Il tema lo aveva già a suo tempo proposto Pirandello nella sua novella intitolata “L’abito nuovo”.
Un povero cristo riceve una cospicua eredità dalla moglie morta e che lo aveva lasciato, disonorandolo, decenni prima.
Ed il povero cristo, umile travet, è ora dibattuto tra il desiderio di rifiutare una eredità ed una ricchezza che sente sporca e sporcante e i consigli di tutti che lo sollecitano invece ad accettarla.
Il tema è stato ripreso successivamente da Edoardo che di quella novella ha fatto un adattamento teatrale.
Recentemente un caso simile è accaduto realmente .
Un modesto impiegato emigrato a Londra riceve dalla odiata madre morta una cospicua eredità che egli rifiuta dicendo che dopo i tanti guai inflittigli dalla madre questa della eredità era l’ultimo ulteriore sfregio.
Diversamente dal solito in questo caso è la realtà ad imitare la commedia, l’invenzione fantastica.
Ma non è un caso.
Quella della eredità rifiutata è in realtà un tema archetipico.
Cioè eterno, perenne, universale che si ripropone in forma simbolica per rappresentare a ciascuno un suo corrispondente tema psichico inconscio.
L’eredità rifiutata rappresenta il rifiuto che ciascuno segretamente coltiva rispetto all’imprinting infantile (materno o paterno che sia) il quale gli ha imposto nella infanzia la castrazione da sé.
Che lo ha costretto suo malgrado a vivere in dissociazione da sé stesso avendo ereditato la corrispondente dissociazione da parte delle sue figure parentali.
Per cui il rifiuto di tale pesantissima eredità svela il bisogno di affrancarsi da essa ritrovando il contatto rigenerativo con sé stesso, con il proprio inconscio, con il proprio Sé.
31/3/06 La coscienza.
Ritorniamo per un istante alla teoria generale dei sistemi.
Ad ogni mutamento NELLA e DELLA coscienza corrisponde, sicuramente attraverso un processo a feed-back un corrispondente mutamento nella condizione dell’inconscio (e presumibilmente quindi nella condizione somatica).
Ma immediatamente dopo a questo mutamento nell’inconscio e dell’inconscio corrisponde un sogno che da alla coscienza una indicazione di ulteriore mutamento.
Quindi il rapporto tra inconscio e coscienza è un continuo retroagire ed agire e nel corso di questo processo, di questi processi , ciascun mutamento aziona mutamenti i quali a loro volta inducono ulteriori mutamenti.
Per inciso.
Io credo che la teoria generale dei sistemi e la teoria dei pattern sia i due strumenti concettuali più potenti per riuscire a spiegare il funzionamento della psiche umana (ed in buona sostanza dell’individuo tutto.)
17/8/06 La terapia psicologica
Parrebbe che la terapia di tipo psicologico (e quindi non l’analisi del profondo , non la psicanalisi) abbia la capacità di strutturare adattamenti alla realtà più efficienti rispetti a quelli che, tra l’altro hanno spinto il soggetto ad andare in terapia.
Questo tipo di terapia però NON tocca in alcun modo il rapporto dissociato, di NON comunicazione, tra coscienza ed inconscio.
Questa situazione crea nel paziente una situazione di falso benessere temporaneo, una sensazione di superamento dei problemi adattativi più pressanti senza però toccare la radice dei suoi problemi psichici.
18/8/06 Il rito ed il mito.
l rito (come del resto il mito) è un mediatore culturale.Esso media tra il significato di cui è portatore e la coscienza dell’osservatore.
Ha lo scopo grazie al suo linguaggio simbolico di veicolare nella coscienza quel significato.
In tutto questo processo l’ego cosciente e razionale è del tutto escluso e perciò l’individuo non capisce il senso del rito né capisce come il rito “penetri” in lui.
Egli è fondamentalmente accecato dalla sua razionalità unidirezionale per cui è necessario che il mediatore simbolico aggiri le sue resistenze razionali allo scopo di indurre, grazie al significato veicolato dal rito, un qualche mutamento nella sua coscienza.
Il rito è perciò una forma mitologica recitata nella quale gli individui non sono semplici spettatori ma insieme attori e fruitori del rito.
E’ una teatralizzazione del mito
17/8/06 Un sogno
Sogno del 17/8/06: C’è un condominio sul lago e G. ha fatto fare una serie di lavori sui terreni fronteggianti uno o due lati di questo condominio mettendo a posto, sistemando ecc. in modo che si può accedere a queste aree , stare giù e così via..Ha fatto fare un bel lavoro , un lavoro civile.Però affacciandosi dal balcone della parte posteriore del condominio, la parte che dà sul lago, si vede invece che il terreno prospiciente è abbandonato addirittura è stato utilizzato in parte per buttarvi delle carte ,cartacce ecc. scarti di questi lavori che hanno fatto e poi hanno messo due macchine o due trattori ricoperti da teli.Io chiedo come mai hanno buttato via la roba su questi terreni .Uno si affaccia e vede questo schifo.Aggiungo che sarebbe stato bello tenere quest’area pulita in modo da renderla fruibile.Mi dicono che in effetti così non va bene e sembra che in luglio G. ha detto che interverrà per mettere a posto anche questa zona qui.
2/1/06 Progetto genetico e pressione ambientale.
Il discorso vale per l’individuo, la sua specie, per l’insieme delle specie viventi cioè del sistema dei viventi.
Esiste un progetto genetico nell’individuo che ha lo scopo di determinare la costruzione del suo corpo e la configurazione della sua psiche.
Ma questo progetto non è una scatola blindata.
Nel corso del tempo della vita la pressione ambientale può accelerare, bloccare, impedire in tutto od in parte l’attuazione di quel progetto.
Subito dopo la nascita vi provvede ovviamente l’ìmprinting.
Successivamente l’ambiente esterno così come esso si incontra nell’arco della vita.
Tutto questo processo di sviluppo è perciò affidato alla spontaneità delle forze genetiche e delle forze ambientali.
Non so quanto questo processo di interazione reciproca possa retroagire fino a modificare alcuni codici genetici piuttosto che altri.
L’evoluzione nel lungo periodo ci dice che questo accade in abbondanza e a questo parrebbe essere dovuta la pluralità delle forme dei viventi e la stessa evoluzione biologica.
Non sappiamo, o quanto meno non so io, come questo processo di reciproca interazione tra forze aventi direzioni opposte possa , nel breve periodo, influenzare il genoma individuale.
Nella specie umana esiste una tecnica nel quale l’ego può schierarsi a favore del Sé e dare il massimo della forza possibile al proprio progetto genetico contro le forze ambientali (interiorizzate o meno) che lo ostacolano o lo bloccano.
Questa tecnica, abbondantemente descritta in questo lavoro (un pippone che ha raggiunto oramai le duemila pagine), consente grazie alla funzione onirica ed alla funzione intuizione di poter dare piena attuazione a quel progetto genetico sviluppando nel contempo un adattamento soddisfacente all’ambiente reale qui ed ora.
La lezione da trarsi è che prima dell’avvento della specie umana il contrasto tra progetto genetico e pressione ambientale aveva creato un ambiente naturale mirabile in perfetto equilibrio dinamico.
Con l’avvento della specie umana questo equilibrio ha cominciato ad essere distrutto.E se si lascia tutto alla spontaneità di quelle forze così come deformata dalla capacità distruttiva e divoratrice della specie e umana più prima che dopo la vita sul pianeta terra sarà solo un ricordo.
Nulla di male per la natura che più dopo che prima troverà altre forme per sviluppare sul pianeta la vita.
Lo squilibrio introdotto dalla specie umana nell’equilibrio del sistema dei viventi può essere contemperato solo se l’individuo si schiera a favore dell’ambiente naturale (e quindi di uno sviluppo compatibile) mettendo le forze della sua intelligenza non al servizio della distruzione divoratrice ma a servizio della natura per favorirne in ogni luogo ed occasione l’equilibrato sviluppo.
Temo però che questa sia un’altra utopia fuori dal tempo che ha ben poche possibilità di essere attuata.
E’ molto più facile scivolare lungo la ripida china intrapresa verso la crescita distruttrice dell’entropia piuttosto che contrastare la valanga ed invertirne la direzione.
29/1/05 Il sistema-organismo ed il sistema-psiche.
Immaginiamo che
l’individuo sia composto da due sistemi fondamentali:il
sistema-organismo con la sua biologia, fisiologia, chimismi ecc. ed il
sistema-psiche.
Quest’ultimo una vera e propria “sovrastruttura” immateriale.
Immaginiamo che di questo sistema faccia parte SOLO la coscienza ( che a questo punto potremmo anche definire come un “sistema immateriale costituito da informazione ed in grado di interagire con l’individuo ed il mondo”.).Cioè che esso sia costituito da un solo organo “immateriale” che definiamo coscienza.
In questa visione ciò che definiamo l’inconscio e l’ego sono “solo” una modalità concettuale con la quale la coscienza percepisce “dall’interno” l’organismo e la funzione egotica, prodotta da una qualche attività cerebrale.
Ma su questo punto non alzerei barricate.Lasciamola come ipotesi di lavoro in quanto è di altro che voglio parlare.
Il sistema organismo comunica con la sovrastruttura psichica (così come definita prima) con degli imput PUNTUALI , discreti che sono vere e proprie cariche energetiche che, non sappiamo con quali modalità, contengono informazioni.
Queste informazioni non hanno alcun modo per potersi esprimere e manifestare.
Esse usano perciò gli oggetti mnestici presenti nella memoria della coscienza (ma dei quali l’individuo NON è cosciente) come dei simboli, come dei mattoncini.
Ed ogni volta costruiscono un sogno, una rappresentazione significativa.
Il cui significato ultimo, laddove individuato intuitivamente, è esattamente l’informazione che il sistema organismo voleva trasferire al sistema psiche.
E questa è la modalità principale di comunicazione tra sistema organismo e sistema psiche.
Che ha lo scopo di far integrare i due sistemi in un sistema solo che operano nell’ambiente in modo sincronico e sinergico.
In questa ipotesi si
prevede perciò che con questa modalità il sistema organismo cioè
LA NATURA umana (ma non c’è alcun motivo per non generalizzare la cosa
all’intero mondo animale) comunica con uno dei prodotti di punta della
sua evoluzione, la psiche.
Ma se si può comprendere la genesi biologica della energia prodotta dal sistema organismo e diretta, a fini “nutrizionali”, al sistema psiche resta più difficile capire da dove provengano le informazioni in questi imput discreti contenuti.
A meno di non pensare ad origini mistiche, magiche ecc. dovremmo convenire che la Natura “parla”.
L’idea è questa.
L’ambiente comunica con ciascun individuo attraverso i suoi sensi.
Allo scopo di consentirgli, grazie al sistema psiche, di costruire un adattamento di sopravvivenza ad esso.
Ma, occorre ipotizzarlo, l’ambiente comunica con l’individuo anche con modalità non sensoriali.
Come non lo sappiamo.Si possono solo fare ipotesi.
Questa forma di comunicazione che definiamo sub-liminale e che contiene informazioni sull’ambiente, attraverso l’organismo vivente e veicolata da quegli imput discreti di energia di cui si è detto prima, raggiungono in qualche modo (i sogni, le emozioni, le intuizioni, ecc.) il sistema psiche.
Non si capirebbe altrimenti come per esempio certi animali percepiscano il pericolo quando esso è ancora al di là della possibilità di percezione sensoriale.
L’ambiente quindi comunica con l’individuo vivente attraverso messaggi sensorialmente percepibili ed attraverso messaggi non percepibili sensorialmente.
L’individuo è cioè circondato rispetto al confine della sua pelle da un mare di informazioni.E’ immerso letteralmente, fisicamente e psichicamente, in un mare di informazioni.
Ed allora si capisce perché il sogno veicoli informazioni sullo stato della psiche altra.
In quanto la psiche altra è AMBIENTE essa pure.
Questo sistema , con i suoi sottosistemi, è stato concepito dalla evoluzione nella ipotesi che il sistema psiche sia APERTO rispetto al sistema organismo.
Ma questa ipotesi si è rivelata ampiamente fallimentare a causa dei sistemi di imprinting della specie umana.
Il sistema psiche (la coscienza), a causa di quegli imprinting, è invece, in un alto numero di casi, un sistema chiuso, bloccato, blindato rispetto al sistema organismo.
Gli imput energetico-informativi del sistema organismo vengono da quel blocco deviati , proiettati, su tutto ciò che è ESTERNO alla coscienza .
Che cioè non è integrato dalla coscienza stessa.
Quindi:gli oggetti reali, i soggetti reali, gli organi del corpo e le sue funzioni, le idee, i sentimenti, le emozioni, ecc., ecc..
L’ambiente reale diventa a causa di quelle proiezioni una visione allucinatoria ed allucinata che tenta di rappresentare alla coscienza dell’individuo i significati (le informazioni) che PER ALTRA VIA (la via onirica) la coscienza stessa non è stata capace di integrare.
1/2/05 Nexus.
Il NESSO collega tra di loro due “oggetti”. E’ un nesso RAZIONALE quando connette una causa con il conseguente effetto.
E’ un nesso INTUITIVO cioè un SENSO, un SIGNIFICATO quando ASSOCIA tra di loro due simboli.
Quindi ciò che COLLEGA, ciò che CONNETTE è sempre un senso comune, un comune significato.
Il NESSO è l’incrocio tra i due anelli della catena cioè ciò che li tiene uniti, collegati.
Trovare NESSI tra cose tra di loro lontanissime tra le quali apparentemente non c’è alcun nesso è uno degli scopi della intelligenza in genere.
Collegare tra di loro e portare ad unità cose distanti (secondo il concetto razionale) ed invece vicinissime sulla base del loro comune significato è il fine della intelligenza intuitiva.
L’intelligenza razionale è ciò che analizza per dividere .
L’intelligenza intuitiva cerca invece di scoprire il nesso, il senso, il significato che unisce, che collega.
E quando essa trova un nesso l’intelligenza razionale riesce allora a distinguere ciò che prima le era confuso.
5/3/04 Sistemi e sistema di sistemi.
Si intende per sistema un insieme di individui, procedure e finalità comuni strutturati insieme da un sistema di relazioni interpersonali a molti livelli e da regole condivise.
Si intende per sistema di sistemi un insieme strutturato di sistemi connessi l’uno all’altro da un sistema di relazioni interconnettivi e da regole condivise.
I sistemi psichici individuali sono sistemi che funzionano con le stesse regole di qualsiasi altro sistema;
Le relazioni interpersonali sono sostenute da un sistema di relazioni interconnettive tra sistemi psichici.
Nessuno che faccia parte di un sistema può indurre mutazioni radicali in quel sistema . Quando l’ego cessa di identificarsi con la coscienza diventa soggetto esterno rispetto al sistema coscienza-inconscio.(Ciò non impedisce che i mutamenti indotti dall’ego in quel sistema interagiscano a feed-back con la struttura della personalità).
- Solo un individuo esterno ad un sistema può indurre modificazioni radicali in un sistema;
- Nessuno sano di mente (a meno che non provenga da Marte) è veramente esterno ad un sistema;
- Solo i pazzi manicomiali irrecuperabili sono veramente esterni ad ogni sistema ad eccezione del sistema manicomiale stesso;
- I morti sono assolutamente esterni ad ogni sistema;
- Gli stessi istinti di sopravvivenza che impediscono l’estinzione delle specie agiscono per garantire la sopravvivenza dei sistemi;
- Le modificazioni indotte in un sistema non possono non modificare il sistema di relazioni interpersonali tra i membri di quel sistema;
- Le modificazioni indotte in un sistema non possono non modificare il sistema psichico di ciascun membro di quel sistema;
- Le modificazioni indotte in un sistema non possono non modificare il sistema di relazioni che collega quel sistema agli altri sistemi;
- Una modifica nel sistema di relazioni tra un sistema e l’altro tende ad indurre modifiche negli altri sistemi;
- Le resistenze al cambiamento in un sistema sono sostenute dalle resistenze al cambiamento degli altri sistemi ai quali quel sistema è collegato ed alle resistenze proprie del sistema dei sistemi;
- Per limitare gli effetti delle innovazioni ad un sistema è sufficiente che il sistema dei sistemi impedisca mutamenti nel sistema di relazioni interconnettivi che collega quel sistema agli altri sistemi;
- Per poter indure mutamenti significativi ad un sistema può rendersi necessario modificare radicalmente o interrompere alcuni sistemi di relazioni tra quel sistema e gli altri;
- Chi è interno ad un sistema ed intenda continuare a farne parte non può modificare quel sistema di relazioni;
- Si possono indurre mutamenti in un sistema modificando dall’esterno del sistema il sistema di relazioni che collega quel sistema agli altri sistemi;
- I mutamenti “fisiologici” nei sistemi avvengono di norma secondo la direzione sistema dei sistemi>sistema contermine>sistema individuale ;
- Un mutamento radicale in un sistema può avvenire solo se esso è conforme alle regole generali del sistema dei sistemi;
- Nessuno conosce le regole generali di funzionamento del sistema dei sistemi né queste regole sono conoscibili;
- Solo se un mutamento radicale in un sistema è avvenuto si può essere certi che esso è avvenuto conformemente a quelle regole;
- Se un mutamento radicale di un sistema è avvenuto allora è possibile che esso contamini gli altri sistemi secondo il flusso sistema
- flusso sistemaè sistemi conterminièsistema dei sistemi;
- Ogni spallata rivoluzionaria che intendesse apportare mutamenti radicali ed improvvisi ad un sistema (senza modificare il sistema di relazioni interpersonali, i sistemi psichici dei membri del sistema e le relazioni tra sistemi) prima o dopo è destinata a fallire sotto la spinta ostruzionistica del sistema dei sistemi che irrigiderà, al fine di far fallire il tentativo rivoluzionario di mutamento, il sistema di relazioni tra quel sistema e gli altri sistemi impedendo così tra l’altro lo “straripamento” del mutamento rivoluzionario;
- Lo scopo di far fallire i mutamenti rivoluzionari al sistema nasce dalla esigenza di riportare quel sistema nell’ambito del sistema di relazioni che lo collegava agli altri sistemi nonché delle regole proprie del sistema dei sistemi;
- Con tutto ciò e malgrado tutto ciò i mutamenti radicali in un sistema sono possibili.
19/8/06 La stanza n. 312.
Nel sogno di una donna (sogno del 17/8) la sognatrice viene ospitata in una bellissima stanza di un albergo di lusso , la stanza n.312.Questa stanza si scoprirà dopo si apre su un’altra stanza ancora più bella.
Il sogno indicava alla sognatrice una prospettiva di crescita psichica ma restava oscuro il significato di questo numero, il 312.
Naturalmente il numero richiamava alcuni riferimenti di “scuola”:il tre come simbolo della trinità, il due della dualità, l’uno della unità ma questi riferimenti scolastici non erano adatti ad individuare il significato del simbolo.
Il quale ha continuato a ronzare in testa per due o tre giorni.
Nel sogno del 18/8/06 il tema del 3-2-1 viene ripetuto (i tre uomini che debbono partire , poi i due che sono insieme ed infine l’uomo solo in fondo al lungo corridoio distinto da un copricapo da vigile).
Anche il sogno del 19/8 richiama lo stesso tema dei tre numeri (P. è incastrato a causa di TRE strisce di legno che non si possono separare tra di loro).
Al di là delle interpretazioni di scuola (per esempio Jung, per esempio Pauli, ecc.) credo che il numero 3-2-1 sia una rappresentazione simbolica estremamente sintetica del processo di crescita psichico.
La sequenza dei tre numeri indica il passaggio dalla condizione della indifferenziazione (lo stato di incoscienza) , il numero 3, allo stato in cui la coscienza individua l’inconscio, la fonte della conoscenza, distinguendosi perciò da esso (il numero 2 , il simbolo della dualità).Infine in una fase più avanzata del processo l’ego si distingue a sua volta sia dalla coscienza che dall’inconscio ed è perciò il numero 1 simbolo della unità del Sé, della unicità dell’essere.
21/8/06 All’inizio era il cervello.
All’inizio era il cervello.Cioè un istante dopo la nascita (diciamo per convenzione ma non è detto che sia effettivamente così) una pagina bianca.
Il cervello comincia ad acquisire attraverso i sensi le prime informazioni sull’ambiente esterno.
Comincia a formarsi la COSCIENZA.
Che è perciò l’insieme delle informazioni acquisite e la elaborazione inconscia di queste informazioni.
Se l’imprinting infantile non è ostile ai contenuti dell’inconscio il cervello comincia a acquisire informazioni sull’individuo anche attraverso i sogni secondo la filiera:organismo del vivente (codice genetico ?) > inconscio > funzione onirica > coscienza > trasformazione del simbolo in significato ed in energia psichica (grazie alla funzione intuizione).
Se il processo di crescita viene portato a compimento si struttura nel cervello un insieme di informazioni che possiamo definire “la coscienza di sé” e che identifica “un modello del Sé” individuale.
Cioè una immagine reale dell’individuo nella sua totalità (corpo, mente, esperienze vissute, ecc.).
Se l’imprinting invece è ostile ai contenuti dell’inconscio il cervello struttura, grazie alle informazioni acquisite esclusivamente dall’ambiente esterno un modello deviante dell’individuo che possiamo definire “modello del falso sé”.
Questo modello è costituito da un insieme di sottomodelli che possiamo definire “pattern” i quali determinano i comportamenti ed il modo di pensare dell’individuo in ogni istante della sua esistenza.
Determinano senza che egli se ne renda conto la sua volontà che viene indirizzata secondo il progetto di vita del falso sé e secondo le esigenze dell’ambiente (e quasi mai secondo i bisogni profondi dell’individuo) .
A causa di ciò l’individuo compie ogni volta scelte che dice di essere frutto della sua volontà e che sono invece il risultato di coazioni inconsce.
24/8/06 Una ipotesi sulla possibile genesi delle somatizzazioni.
Immaginiamo che in un individuo la sua sessualità non sia stata integrata nella sua coscienza cioè in concreto che la sua coscienza non abbia i simboli “giusti” che definiscono la sessualità di quell’individuo.
L’organismo e la psiche dell’individuo reagiscono omeostaticamente a questa condizione di squilibrio con due diverse modalità.
Da una parte la coscienza elabora un modello protesico di sessualità costruito su modelli simbolici, più o meno catastrofici, assunti dalla realtà (e da qui tra l’altro ogni possibile ed immaginabile devianza sessuale) i quali attivano la funzione sessuale sulla base di imput simbolici, energeticamente carichi, provenienti dagli stessi modelli esterni.
Dall’altra parte la carica energetica individuale normalmente destinata alla funzione sessuale non trova nella coscienza il percorso simbolico giusto per raggiungere e vivificare l’obiettivo per il quale è stata prodotta.
Questa carica energetica viene allora investita in percorsi simbolici alternativi innescando situazioni sintomatiche in parti dell’organismo che simbolicamente e solo simbolicamente RAPPRESENTANO la sessualità rimossa.
Per esempio i denti.
Per cui in taluni casi si può anche ipotizzare che un frequente mal di denti sia l’effetto manifesto (non avendo altri modi per potersi manifestare) di una eccitazione sessuale latente, inconscia e non percepita che scarica in quella somatizzazione la sua condizione energetizzante.
25/8/06 I “nodi” simbolici.
Ogni volta che si comprende intuitivamente (e perciò spontaneamente, senza l’intervento della razionalità) il significato di un sogno, di un qualche simbolo onirico (o di una gruppetto di sogni attinenti allo stesso significato) entra nella coscienza (si prende coscienza di) quel significato (definibile anche informazione strutturante, informazione mutagena).
Insieme ad esso entra nella coscienza un quantum rivitalizzante di energia libidica di cui quel sogno, quel simbolo era portatore.
Può talora succedere che quel sogno sveli un qualche significato particolarmente importante nella sequenza del processo ed a causa di ciò “segreghi” in sé quantità rilevanti di energia.
In questo caso la quantità di energia non solo rivilitalizza di sé, al momento della interpretazione, la coscienza ma può realizzare alcuni effetti collaterali non previsti e talora indesiderati.
Gli effetti del processo interpretativo di tipo intuitivo, nel caso il simbolo sia portatore di quantità rilevanti di energia, possono perciò così classificarsi :
- Acquisizione di un significato mutageno della coscienza con integrazione di un quantum di energia nella coscienza stessa;
- Investimento di quantità più o meno rilevanti della restante energia in una serie di sintomi fisici sgraditi, sgradevoli, portatori di sofferenza;
- Induzione di un qualche evento di tipo sincronico nella realtà sensibile, di un evento cioè che rappresenta nella realtà lo stesso significato intuito nel sogno;
24/8/06 Il concetto di energia
Per quanto esso possa essere poco o punto determinato dal punto di vista della fisiologia umana se non si introduce il concetto di energia (la si definisca come si vuole:fisica, organica, libidica, psichica , elan vital, ecc.) nessuna teoria psicoanalitica è in grado di reggere il campo.
L’energia cui ci si riferisce è una energia “multiutility” , polivalente , in grado cioè di essere investita indifferentemente in funzioni fisiologiche, sintomi, patologie, sogni, simboli, ecc. a seconda delle necessità dei vari processi psichici.
. 25/8/06 Due cose molto diverse tra loro e che invece sono forse tra loro molto vicine.
Si potrebbe pensare che il passaggio del bambino dallo stato di animale (o piuttosto animaletto, cucciolo) individuale allo stato di animale sociale avvenga nel momento in cui egli comincia ad acquistare ed acquista il controllo dei propri sfinteri e della minzione.
A questo punto (la coscienza ha assunto il controllo di queste funzioni fisiologiche) egli comincia il suo percorso di animale sociale.
Quando il controllo degli sfinteri avvenga nello stato di veglia ma non in quello di sonno (l’enuresi notturna) significa che questo passaggio avviene con difficoltà .Significa che la coscienza del bambino ha difficoltà ad abbandonare uno stato che è molto simile a quello vissuto prima della nascita e ad entrare in uno stato meno “libero”, meno spontaneista.
Uno stato nel quale il soddisfacimento di bisogni primari non avviene più sotto la spinta della pulsione e del bisogno ma soggiace invece a regole esterne, a regole imposte da fuori.
Nel momento che nel suo percorso di crescita il bambino supera positivamente il conflitto desideri incestuosi-divieto di incesto, senza che la sua psiche resti bloccata al di qua di esso, egli comincia, a partire da quel momento, ad estrovertere la sua libido ed i suoi desideri verso l’esterno.
Non si può in questo momento escludere che la direzione da far prendere a quei desideri non venga indicata proprio dall’apprendimento del controllo degli sfinteri che collocano all’esterno della coscienza del bambino regole fondamentali del suo essere animale sociale.
Tanto che si può perfino pensare che l’enuresi notturna in un certo senso sia comportamento che svela non solo la difficoltà della coscienza ad apprendere il controllo degli sfinteri ma che rappresenti anche una segreta difficoltà alla estroversione della libido probabilmente dovuta ad un ambiente parentale che si è dimostrato particolarmente ostile verso i bisogni primari del bambino
1/9/06 Il progetto di crescita psichica.
Esiste in ciascun individuo un progetto di crescita psichica che ha le sue radici presumibilmente nel codice genetico individuale.
Questo progetto si rappresenta spesso nei sogni in forma simbolica per indicare all’individuo ed alla sua coscienza il percorso da seguire per sviluppare e portare a compimento il compito primario della sua vita che un imprinting ostile o inadeguato gli ha impedito di compiere.
Scopo della formazione e della terapia (che è processo formativo esso pure) dovrebbe essere quello di agganciarsi a quel progetto, seguirne ed accompagnarne i vari passaggi, i vari step di avanzamento.
Si diceva dell’imprinting.
Ove nel corso dell’infanzia l‘ambiente familiare sia costituito da persone che hanno a loro volta ricevuto un imprinting ostile alla crescita psichica il bambino vedrà accompagnare i vari passi genetici relativi alla sua crescita psichica da “sovrascritture” ostative e rimoventi generate all’ostilità ed al rifiuto di quell’imprinting rispetto a quella crescita.
Ciascun passaggio , ciascuno step del progetto di crescita sarà così osteggiato e negato e l’ambiente parentale avrà in questo modo inconsapevolmente ed involontariamente tracciato nella coscienza del bambino un altro, diverso ed alienante progetto di sviluppo che porterà l’individuo ad alienarsi da sé.
1/9/06 Una rappresentazione archetipica possibile
Nel corso del processo di crescita si verifica un continuo passaggio dall’inconscio alla coscienza , attraverso i sogni, di informazioni strutturanti (altrimenti detti significati) che inducono mutamenti radicali, trasformazioni profonde alla coscienza stessa.
Questo processo così sinteticamente riferito si può assimilare al passaggio di un soggetto da un campo verso il campo immediatamente confinante.
Passaggio che implicherebbe che ciò che c’era di efficiente nel campo di partenza venga trasferito, trasformandolo, nel campo vicino.
A questo punto occorre chiedersi quale rappresentazione archetipica nell’ambiente reale possa efficientemente rappresentare questo passaggio da un campo al campo vicino.
Un esempio potrebbe essere il passaggio di un imprenditore fortunato che transiti dal campo degli affari al campo della politica.
Imprenditore che per poter effettuare questo passaggio da un campo all’altro prometterà (com’è ovvio vista la radice simbolica che lo anima) trasformazioni radicali nel paese, nella economia, nel governo ecc..
Nel momento che un evento del genere si dovesse verificare (oppure si è già verificato?) moltissima gente proietterà su quella figura i suoi bisogni profondi di trasformazione e di mutamento e lo incoraggerà alla grande nel suo progetto politico.
Gente di ogni estrazione e livello sociale dato che quel bisogno di trasformazione interiore riguarda pressochè ogni essere umano.
E’ ovvio che quando quel passaggio avverrà quelle desiderate trasformazioni profonde nella propria coscienza non avverranno e gran parte di quella gente delusa volterà le spalle alla rappresentazione archetipica che aveva così entusiasticamente sostenuta nelle urne elettorali.
Tutto questo potrebbe avvenire (o forse è già avvenuto?) stante l’enorme bisogno di trasformazione profonda che ciascuno vive in sé e grazie all’accecamento che le proiezioni dei bisogni inconsci producono sulla intelligenza razionale.
2/9/06 Tecnologia e psicoanalisi.
La tecnologia inventa e costruisce continuamente nuovi oggetti apparentemente sotto la spinta della evoluzione scientifica ma in realtà sotto la spinta della necessità di soddisfare bisogni inconsci dell’individuo.
Per meglio spiegarsi occorre comprendere che l’individuo inconscio ha continuamente bisogno di nuovi oggetti che possano fungere da una parte da rappresentazione di un qualche suo bisogno inconscio e dall’altra parte da “gancio” esterno al quale “attaccare” la proiezione di quel bisogno.
Negli ultimi anni gli oggetti tecnologici che hanno più di ogni altro conquistato il mercato sono nell’ordine:il computer da tavolo, il computer portatile , il palmare, il telefono cellulare.
Vedremo dopo che cosa questi oggetti tecnologici rappresentano, senza che i loro possessori inconsci se ne rendano conto.
Intanto è molto istruttivo osservare i vari atteggiamenti che ciascuno ha nei confronti di questi oggetti:
- Alcuni li rifiutano in blocco, non ne vogliono nemmeno sentire parlare e non intendono possederli;
- Altri li subiscono e quando debbono usarli atteggiano il viso ad una smorfia di sopportazione e di sofferenza;
- Altri se ne innamorano follemente e diventano ben presto dei super esperti dilettanti di queste tecnologie;
- Altri, benché di normale o addirittura di ottima intelligenza, non riescono ad usarli bene e si dannano perché non riescono capire come funzionano, non capiscono il libretto delle istruzioni ecc..
Da parte loro questi oggetti tecnologici conquistano sempre maggiori funzioni.Per esempio in origine i telefoni cellulari al più servivano per far parlare tra di loro persone lontane.Un pò per volta si è passati agli SMS, alle suonerie di varia natura, alle foto, ai filmini, agli MMS, ai collegamenti con internet ecc.
E comprendere ed usare tutta questa varietà di funzioni di questi oggetti diventa sempre più complicato.
Ma che cosa intendono rappresentare all’individuo inconscio questa pluralità di oggetti tecnologici?
Tutti questi oggetti intendono rappresentare archetipicamente un “corrispondente” minicomputer che sta dentro la scatola cranica di ciascuno e cioè la sua coscienza (non la coscienza come manuale di regolette morali ma la coscienza come funzione psichica).
Tutti questi oggetti rappresentano per l’individuo inconscio la coscienza che egli non possiede e dalla quale è posseduto, dalla quale è governato, della quale è succube.
Quella coscienza dissociata che lo governa e gli impedisce di esprimere sé stesso, di percepire ed esprimere i suoi sentimenti e le sue emozioni, di percepire ed esprimere i suoi bisogni profondi, di realizzare il suo Sé.
Il possesso di quell’oggetto tecnologico gli da l’illusione di possedere la propria coscienza negando così la realtà, a ben pochi evidente, che della coscienza deviata, distorta e dissociata egli è invece posseduto, determinato, guidato in ogni suo comportamento, pensiero, decisione.
E’ ora opportuno sfatare un mito che talora aleggia in qualche teoria psicoanalitica:il mito che non è possibile conoscere della coscienza umana (e dei suoi meccanismi di funzionamento) e che di conseguenza nessuno può conoscere usando la coscienza della propria stessa coscienza (l’oggetto non può conoscere di sé stesso).
Si tratta di una mitologia che nasce dalle resistenze psichiche e dalle paure di coloro che hanno contribuito a costruirla.
In realtà tutto ciò che condiziona, determina e configura la coscienza dissociata si autorappresenta nei sogni i quali come uno specchio riflettono la situazione reale della coscienza stessa e consentono perciò di conoscerla ed indagarla.
Naturalmente i sogni non fanno solo questo.
La loro funzione principale è rappresentare alla coscienza (di solito sorda e cieca nei confronti di quei contenuti) i vari elementi del Sé inconscio allo scopo di costruire in quella coscienza un modello di riferimento conforme a quel Sé sostituendo così il modello del falso sé che determina e condiziona l’individuo.
4/9/06 L’individuo come sistema.
L’individuo vivente è con la sua psiche ,il suo organismo, i suoi comportamenti, i suoi sintomi e le sue patologie, le sue dipendenze coatte, i suoi sentimenti ed emozioni, le sue forme di espressione, ecc. un sistema dinamico in ogni istante in perfetto equilibrio omeostatico con sé stesso e con l’ambiente esterno.
Ciò non significa ovviamente che in questa condizione di equilibrio egli stia bene in salute, che sia contento o felice, che sia sereno, ecc.
Il più estremo degli psicopatici, il più grave dei malati è un sistema omeostatico in perfetto equilibrio con sé stesso e con l’ambiente esterno.
Ed è proprio questa condizione di equilibrio omeostatico che, detto per inciso, che rende più difficile ogni terapia.
Il processo che sposta lentamente questa condizione di equilibrio omeostatico verso una nuova condizione di equilibrio che sia più accettabile relativamente alla qualità della vita dell’individuo passa per l’integrazione nella sua coscienza del contenuto inconscio x il quale contribuisce all’equilibrio omeopatico secondo questo schema:
Contenuto inconscio x energeticamente attivo
(aspetto della propria storia personale del quale
non si ha coscienza, aspetto della propria
esperienza vissuta verso cui si è inconsci,
aspetto inconscio di una qualche parte del
proprio Sé, ecc.);
polarizzazione della attenzione inconscia della
coscienza orientata verso il contenimento ed il
confinamento del contenuto inconscio x
nell’inconscio a causa della sua carica
energetica che la coscienza non è in grado di
integrare;
Rappresentazione simbolica del contenuto x
in un qualche sintomo, comportamento, idea
di riferimento, patologia organica o mentale, ecc.
L’insieme individuo, contenuto inconscio x, polarizzazione della attenzione della coscienza finalizzata alla marginazione, sintomo, comportamento ecc. è come si è detto un sistema in perfetto equilibrio omeostatico con l’ambiente .
Il punto di fuga per modificare nella direzione del miglioramento della qualità della vita questo sistema in equilibrio è:
Progressivo passaggio, attraverso l’integrazione
del contenuto inconscio x nella coscienza grazie
alla comprensione intuitiva del simbolo onirico
che quel contenuto rappresenta (comprensione
da parte dello stesso individuo o da parte di un
analista);
Progressivo attenuamento, grazie al meccanismo di feed
back della polarizzazione della coscienza sul
contenuto inconscio energeticamente sempre meno
carico ed attivo;
Progressivo deperimento, in corrispondenza del sempre minor
bisogno di autorappresentazione simbolica del contenuto x ,
“dell’oggetto che lo rappresenta” (sintomo, patologia,
comportamento deviante ecc.);
Regressione progressiva , grazie al meccanismo a feed
back della condizione patologica che aveva il compito
sistemico di rappresentare nella realtà il contenuto
inconscio x;
A livello di percezione individuale sempre
minore interesse nei confronti del sintomo disturbante ecc.
fino al totale disinteresse nei suoi confronti.
Progressiva modificazione, grazie ai meccanismi a
retroazione, dell’equilibrio omeostatico
del sistema individuo verso la direzione del
miglioramento della qualità della sua vita ;
Come si può osservare in tutto l’intero processo è del tutto insignificante l’intervento dell’ego cosciente e della sua volontà trattandosi di un processo che non ha alcuna necessità dell’intervento nello stesso di quei soggetti psichici (ad eccezione della decisione iniziale di accedere e perseguire nella terapia o di iniziare e portare avanti una autoanalisi);
4/9/06 La sindrome della Dionea Muscipula (per i botanici) o della Mantide religiosa (per gli zoologi).
Com’è noto le due specie indicate attirano le prede con un’esca allettante (liquido zuccherino o sesso) per dopo catturare e/o uccidere la preda così catturata.
G. è una donna giovane e piacente.
La sua coscienza è connessa al suo inconscio solo grazie all’istintività sessuale.Ma la natura complessiva di quella coscienza (prevalentemente dissociata) è fortemente castratrice (ed autocastratrice) .E’ fortemente schermata verso il principio maschile e gli elementi maschili del suo essere.
Il tutto è una eredità dell’imprinting materno e del conforme modello rispetto alla condizione psichica della madre in quel modo acquisito dalla coscienza stessa.
G. usa la sua capacità di seduzione e la sua offerta sessuale come una piacevole (ma pericolosa) esca.
Se il maschio abbocca essa potrà esercitare su di lui la sua azione demolitrice e castrante trovando così l’opportunità di inverare simbolicamente nella realtà la propria particolare particolare condizione psichica.
Non c’è com’è ovvio in questo nulla di volontariamente crudele o perverso.
G. senza rendersene conto esegue coattivamente i bisogni di rappresentazione (e quindi di comunicazione) della propria situazione psichica nella inconscia speranza che qualcuno nell’ambito ne comprenda la natura e possa restituirle la comunicazione allo scopo di darne atto alla sua coscienza.
Modificandone così la natura.
4/9/06 La tecnica della ricerca
Chiacchierare, osservare, interpretare, intuire, trarre conclusioni (sempre provvisorie, sempre temporanee, sempre occasionali, sempre transienti, sempre sull'orlo di essere sostituite dalle successive conlusioni (sempre provvisorie, sempre temporanee ,..............).
4/9/06 Assistendo ad una conferenza.
n noto professore di filosofia che scrive importanti pezzi per un grande giornale nazionale e che parrebbe avere centrato i propri studi sui testi junghiani in un seminario esprime uno stupefacente concetto.
Secondo lui il simbolo, qualsiasi simbolo, non va interpretato !.
E’ un affermazione stupefacente che fa il paio con quelle di quel primario che dicesse ai suoi allievi che occorre impedire ai malati di prendere i farmaci che servono per curarli.
E’ uno straordinario esempio di concettualizzazione delle proprie potenti resistenze al mutamento. E meno male che ha studiato i testi di Jung !!.
5/9/06 Le limitazione alla capacità di capire imposte dalla configurazione della coscienza dissociata.
Il soggetto è una persona di normale intelligenza.Ha un titolo di studio a livello universitario, insegna nelle scuole superiori, ecc.
Una persona assolutamente di normale intelligenza.
Eppure è come se la sua capacità di capire fosse limitata in un area limitata circondata da un muro.
Ogni volta che si tenta di portare quella capacità di capire in un’area nuova l’individuo si blocca.
“Guarda sul manuale dell’auto a che serve ‘sto pulsante? – Panico!;”
“Cerca di capire come si fa a far partire gli MMS sul cellulare? Panico!;”
“ Impara ad usare un pc così puoi scrivere le tue idee? –Nemmeno parlarne.”
E’ come se la capacità di capire fosse confinata in un’area illuminata da un faro.E' come se cercare di spostare i confini del cerchio di luce ed allargare così la capacità di capire ad altre aree rispetto a quella illuminata incontrasse ostacoli insuperabili, invisibili ma potenti.
La incapacità al capire razionale (figuriamoci al capire intuitivo) come già altre volte osservato non dipende dalla capacità intellettiva del soggetto ma dalla sua condizione psichica.
I c.d. test di intelligenza sono perciò una sciocchezza in quanto non misurano l’intelligenza EFFETTIVA (anche se potenziale) del soggetto ma solo l’intelligenza residua così come fortemente condizionata dalla sua condizione psichica.
Se si riesce a superare modificandola questa condizione psichica (in altre parole se si riesce a superare lo stato di dissociazione da sé) si amplia incredibilmente anche la capacità al capire razionale (per non parlare della capacità al capire intuitivo).
7/9/06 La comunicazione tra gli inconsci
Nel corso di una terapia analitica i sogni del paziente ed i sogni dell’analista relativi al paziente sono strumenti diversi di un unico fine cognitivo nella direzione del processo di crescita del paziente.
Il che tra l’altro conferma ancora una volta che tra i tanti livelli di comunicazione intersoggettivi esiste anche un livello di comunicazione tra inconsci , livello che a suo tempo venne definito "comunicazione subliminale" (cioè al di sotto del livello di coscienza).
8/9/06 Solo un quadro, solo un manifesto ?
Un pittore dipinge un manifesto per una mostra.
Gradevole, accattivante ma così denso di simboli da non poter sfuggire all’attenzione dell’interprete.
Il manifesto ha alla base un labirinto da cui si innalza una colonna sulla quale c’è un animale decapitato che sembra un leone o forse una sfinge.
Sullo sfondo i dodici simboli astrologici.
Ancora una volta l’artista senza rendersene conto dipinge una rappresentazione della sua psiche.
In basso l’inconscio (il labirinto) da cui si eleva il fallo (la sessualità) su cui si fonda una coscienza inconscia di sé (il leone decapitato).Sullo sfondo, nella realtà sensibile, il mondo degli archetipi, dei miti i quali impregnano tutta le realtà.
13/9/06 La fabbrica delle rappresentazioni.
Qualsiasi comportamento esperisca l’essere umano (sia il più immaginabile quanto il più inimmaginabile, sia il più volontario quanto il più involontario) egli inesorabilmente, ineluttabilmente,implacabilmente costruisce nello stesso istante, senza rendersene conto e senza nemmeno immaginarlo, una RAPPRESENTAZIONE la quale in quanto tale veicola un senso, un significato.
E lo veicola sempre e comunque sia che qualche altro riesca a coglierlo sia che nessuno ci riesca.
E gli effetti di quel comportamento (siano essi voluti siano non voluti) costituiscono a loro volta una rappresentazione portatrice come l’altra di un senso, di un significato.
La prima domanda da porsi dovrebbe essere questa:
Ma come mai qualsiasi cosa faccia l’essere umano egli costruisce sempre e comunque rappresentazioni ?
La seconda domanda da porsi dovrebbe essere :
Come mai la stessa cosa NON accade nei comportamenti degli altri animali ?.
La risposta alla prima domanda è “facile”.
L’individuo, qualsiasi cosa faccia o qualsiasi cosa pensi, qualsiasi cosa NON faccia o qualsiasi cosa NON pensi, rappresenta in ciò che fa o pensa ed in ciò che non fa o che non pensa, parti di sé, della propria organizzazione psichica, delle proprie parti consce ed inconsce , ecc.
Cioè svela SEMPRE cose di sé che egli stesso non conosce , rispetto alle quali egli è inconscio.
La risposta alla seconda domanda è più difficile.
E possibile che gli animali grazie all’imprinting “giusto” che hanno ricevuto nella loro infanzia hanno completato il loro processo di crescita psichica e perciò la loro coscienza non è inconscia a nulla.
E perciò il loro comportamento (su ciò che pensano e se pensano nulla si sà) non veicola alcun significato , alcun senso.
Da cosa si desume che l’animale ha ricevuto un imprinting corretto?
Dal fatto che egli sia ancora vivo e che sia cioè sopravvissuto fino alla età adulta.
L’individuo costruisce sempre rappresentazioni di sé in quanto a causa della sua coscienza dissociata (conseguenza di un imprinting ostile ai contenuti dell’inconscio) ha un “patrimonio” di incoscienza monumentale che non può che continuamente rappresentare in ciò che fa, in ciò che pensa.
La domanda successiva allora dovrebbe essere:
Se un individuo si è reso cosciente di sé , ma proprio completamente cosciente di sé, costruisce ancora inconsapevolmente con il suo comportamento rappresentazioni?
La risposta dovrebbe essere NO!.
Ma pur tuttavia siccome nell’individuo vivente completamente cosciente di sé l’inconscio produce continuamente nuove formule egli occasionalmente in qualche suo comportamento rappresenterà quel significato rispetto al quale è ancora inconscio e che non ha ancora compreso.
E le rappresentazioni cosidette archetipiche ed i miti e le mitologie , ecc.?.
Sono rappresentazioni di parti inconsce dell’individuo , comuni ad ogni individuo.
Il funzionamento di base della psiche umana (come del resto la fisiologia del fegato, dei reni del sistema nervoso ,ecc. ) è uguale per tutti gli esseri umani e le rappresentazioni archetipiche sono una specie di “manuali di fisiologia della psiche umana".
Cogliendone il senso si colgono aspetti conosciuti o no del modo di funzionamento di quella psiche.
14/9/06 Formuliamo una nuova ipotesi.
Secondo sogno del 13/9:
Ci sono due presentatori che stanno presentando in tv completamente nudi.Ad un certo punto uno dei due uomini va in erezione .Allora l’altro glielo fa notare e lui allora mostra con un gesto osceno alla telecamera i suoi genitali, il fallo eretto.Cambia l’inquadratura e si rivedono ancora i due ma l’altro ha ora indosso una specie di piccolo costume da bagno rosso per evitare che succeda anche a lui lo stesso.
Sogno del 14/9: Rientrando a casa da una lunga vacanza costeggiando il giardino che sta intorno alla casa vedo che c’è nel giardino stesso una grande quantità di serpenti .Alcuni irrigiditi a pancia all’aria forse morti, moltissimi altri vivi, altri sotto cumuli di terra.Mi chiedo come mai ci siano tutti ‘sti serpenti .La gatta ricomincia a lamentarsi come aveva fatto già prima che partissimo.Forse ha ancora fame.Gli daremo poi qualcosa da mangiare.Non si capisce se è stata la stessa gatta a scavare la terra e tirare fuori tutti questi serpenti.
Sulla base di questi due ultimi sogni non ancora interpretati (e dei quali si comincia però ad intravedere il significato) è opportuno distinguere le ipotesi della crescita psichica in due sottoipotesi:
- la crescita psichica in consapevolezza (in qualche modo indotta dalla analisi e/o dalla autoanalisi) ;
- la crescita psichica spontanea NON in consapevolezza;
Nel primo caso la figura centrale del processo,il tramite tra la coscienza e l’inconscio, è com’è noto la figura simbolica di Anima (o di Animus) cioè la funzione intuizione (e quindi la capacità al capire intuitivo simbolicamente definita come “fallo”).
La quale è lo strumento psichico indispensabile per trasformare il simbolo onirico in significato (ed in energia) ed indurre quindi continue mutazioni nella coscienza fino alla completa integrazione del modello del proprio Sé.
Nel secondo caso (ed in presenza di un imprinting familiare favorevole alla crescita psichica) la funzione di tramite tra coscienza ed inconscio in modo assolutamente spontaneo e completamente al di fuori della consapevolezza dell’individuo verrebbe svolta dalla iniziale integrazione nella coscienza della propria istintività (e quindi anche della propria sessualità).
Integrazione che operando da “ponte aperto” tra coscienza ed inconscio consente la ulteriore progressiva integrazione dei contenuti dell’inconscio con conseguente trasformazione della coscienza infantile in coscienza adulta.
A sostegno di questa prima delineazione di questa ipotesi occorre introdurre un concetto o meglio una congettura (peraltro non nuova in questo lavoro).
E’ possibile che esista nell’individuo (e perciò in ogni animale dotato di S.N.C. sviluppato) una capacità elaborativa della coscienza completamente al di fuori della consapevolezza dell’ego.
Per dirla in modo più semplice: è possibile che esista nell’individuo una capacità di comprensione e quindi una capacità cognitiva (che si sviluppa nella sua coscienza) relativamente alla quale l’ego è completamente inconscio.
Che esista cioè nell’individuo una conoscenza senza sapienza.
D’altra parte il fatto che la coscienza sia in grado di elaborare nell’individuo dissociato protesi del falso sé tra le più folli che si possano immaginare (e senza ombra di dubbio completamente al di fuori della capacità di comprensione cosciente e della volontà dell’ego) fa propendere a favore di quel concetto.
A favore cioè della esistenza di una capacità elaborativa delle informazioni assolutamente autonoma da parte della coscienza e come si è detto del tutto al di fuori della consapevolezza dell’individuo.
Per cui grazie a questa capacità esiste una crescita psichica deviata nell’individuo dissociato ma esiste all’opposto anche una crescita psichica “normale” nella quale la coscienza integra, grazie al suo favorevole rapporto con i contenuti dell’inconscio, il modello del proprio Sé completamente al di fuori di ogni consapevolezza e conoscenza cosciente dell’individuo.
16/9/06 L'individuo alfa
Nei gruppi sociali l’individuo che assume il ruolo di individuo alfa (il cosiddetto capobranco) diventa il modello di riferimento per tutti gli altri membri del gruppo stesso.
Ciò implica che la coscienza di ciascun membro del gruppo , mettendo in nazione ancora una volta la sua straordinaria capacità di imitazione dai modelli esterni (o interni che siano) assume alcune tipologie di comportamento dall’individuo alfa e li induce automaticamente al membro del gruppo che li assume come suoi.
Nel caso dei cani domestici l’animale tende a riconoscere come individuo alfa del gruppo il suo padrone umano e non è infrequente l’insorgenza di comportamenti imitativi dell’animale rispetto al suo padrone umano.
La capacità imitativa della coscienza è sviluppata in massimo grado anche nella coscienza umana e la mancanza o la carenza di modelli interiori di riferimento fa si che essa metta in azione quella potente capacità imitativa rispetto a modelli esterni costruendo modelli protesici del Sé o di parti del Sé assunti dall’esterno anzichè, come dovrebbe essere normale, dal proprio modello di riferimento interiore.
Tale capacità imitativa e la conseguente induzione dei comportamenti sulla base di quei modelli interiorizzati avviene automaticamente completamente al di fuori della consapevolezza e della volontà dell’ego.
Il modello di funzionamento di questo fenomeno psichico è:
animale alfaèintroiezione del suo modello da parte della coscienza dell’animale gregarioèacquisizione, grazie a quel modello introiettato, da parte della coscienza dell’animale gregario dei comportamenti da imitareè induzione di comportamenti imitativi nell’animale gregario
16/9/06 Un sintomo rivelatore
E’ possibile che l’ingresso di un qualche contenuto inconscio nella coscienza e della conseguente mutazione della stessa, nell’individuo inconscio che affronta un percorso di crescita psichica, possa talora rendersi evidente con una leggera tachicardia (determinata dalla paura o dall’ansia inconscia rispetto al mutamento
16/9/06 Modelli di riferimento introiettati e comportamenti imitativi.
La coscienza dissociata assume per imitazione dall’esterno (non potendolo fare rispetto al proprio modello interiore del Sé a causa della sua schermatura nei confronti dell’inconscio) i modelli imitativi altrimenti definibili come protesi del falso sé (oppure, ma si tratta sempre della stessa cosa, come pattern determinativi).
Tali modelli imitativi introiettati, vere e proprie fotocopie acritiche di aspetti dell’ambiente esterno (l’esempio più banale ed ovvio che si può fare è quello che determina le mode), inducono comportamenti imitativi rispetto a quei modelli di riferimento esterni che diventano pertanto delle proprie “fonti di conoscenza” alternativi e protesiche rispetto ai contenuti dell’inconscio esclusi, a causa della dissociazione da sé, dalla vita dell’individuo.
16/9/06 Le
strutture gerarchicizzate
Le strutture sociali gerarchizzate nelle quali l’individuo A, sovraordinato rispetto all’individuo B, ha il potere di ordinare ed imporre determinati comportamenti o modus operandi all’individuo B esistono in quanto riflettono una modalità di funzionamento della coscienza nella quale i modelli di riferimento introiettati dall’esterno determinano, automaticamente ed ineluttabilmente, i comportamenti imitativi dell’individuo.
Modelli di riferimento introiettati e comportamenti imitativi da essi determinati sono le due facce della stessa struttura psichica.
La prima inconscia (ed invisibile) e la seconda manifesta, per quanto possibile, che svela della esistenza della prima.
18/9/06 Le schermature blindate
Le schermature potenti della coscienza nei confronti dei contenuti dell’inconscio si manifestano in molti modi.Uno di questi modi sono le fobie ossessive a livello di idee di riferimento.
Coloro che hanno coscienza rigide e blindate contro quei contenuti manifestano pervicaci idee razziste contro gli “oggetti” più svariati.
L’altro ieri erano i sovietici o gli americani o i neri, ieri erano i meridionali, gli exracomunitari, i cinesi, oggi la moda prevalente della fobia ossessiva a livello di idea di riferimento coinvolge gli islamici.
Se è vero che nella madrasse islamiche si predica l’odio contro i cristiani (altro tipo di fobia ossessiva) n
in certa stampa , in certi libri, in certi commentatori e commentatrici, in certi scrittori o scrittrici occidentali a quella fobia (un vero e proprio sintomo di patologia mentale latente) si dà veste culturale ed intellettuale.
Occorre stare attenti a queste che sembrano semplici manifestazioni del pensiero libero e sono invece sintomi severi.
L’impedire da parte della coscienza ai contenuti dell’inconscio di portare la “vita nuova” nella coscienza stessa può avere come effetto indesiderato che questa “vita nuova” si incarni (e perciò si rappresenti) a livello cellulare creando una qualche neoplasia, una “vita nuova” appunto, che i patologi denominano “cancro”.
9/9/06 Acquisizione della conoscenza , acquisizione della coscienza di sé, acquisizione della consapevolezza.
Le tre definizioni indicano tre diversi percorsi di cognizione.
Il primo individua il percorso di acquisizione RAZIONALE della conoscenza.Il percorso cioè che si sviluppa attraverso la formazione scolastica, la lettura, i media, ecc..
Il secondo individua il percorso di acquisizione INTUITIVA della conoscenza di sé, il prendere coscienza di sé.Un percorso che si sviluppa attraverso il rapporto terapeutico seguendo le indicazioni fornite dal flusso onirico.
A questo percorso l’ego è estraneo e non sa e non capisce il processo cognitivo che pure coinvolge profondamente l’individuo e la sua personalità.
Il terzo infine individua un percorso intuitivo di acquisizione della conoscenza al quale partecipa attivamente l’ego.L’individuo oltre a diventare cosciente di sé diventa anche consapevole del percorso vissuto, dei significati intuiti, dei numerosi rapporti interattivi tra coscienza ed inconscio.
19/9/06 Egoismo ed altruismo.
Tra le tante cose che si imparano interpretando simboli e sogni si impara anche che aiutare gli altri non è altruismo.
Ma paradossalmente una forma di egoismo.
Infatti se nel campo della psicoanalisi si aiuta qualche altro a crescere o a capire a qualcosa di sé nello stesso tempo ci si aiuta a capire qualcos’altro di sé stessi.
Per cui quando si capisce qualcosa dell’altro si pongono le premesse per capire qualcosa anche di sé.
20/9/06 Etologia o psicoanalisi?
Agli inizi del novecento aveva grande successo una teoria meccanicista sul comportamento animale che sosteneva essere gli animali simili a macchine programmabili con l’addestramento e riducendo a ben poco l’influenza della istintività nel loro comportamento.
Di questa teoria Pavlov fu un emerito propugnatore e ne ricavò un Nobel.
Da queste teorie nacquero in seguito negli USA il comportamentismo relativamente alla cura di talune patologie mentali.
K. Lorentz con una serie di esperimento sul campo dimostrò qualche anno dopo la infondatezza di quelle teorie comportamentiste relativamente agli animali e la dominanza invece della istintività sul loro comportamento e quanta importanza aveva l’imprinting sulla possibilità di attualizzare o meno nel comportamento quella istintività.
Vogliamo parlare di etologia?
No.
Vogliamo parlare invece di come la diversa condizione psichica (probabilmente frutto di una dissociazione psichica) dei cosiddetti “comportamentisti” (e perciò nagazionisti rispetto alla importanza della istintività) abbia influenzato lo sviluppo delle loro teorie e quanto invece una presumibile diversa condizione psichica ben radicata nella propria istintività animale (per esempio in K. Lorentz) abbia influenzato una ben diversa ed opposta teoria che individua invece nella istintività la profonda radice dei comportamenti animali.
La domanda è:
Ma la scienza è veramente così obiettiva o essa non è invece nelle sue teorie una conseguenza diretta della condizione psichica degli scienziati che le sue teorie elaborano ?
Quanto influisce nella diagnosi la condizione psichica del chirurgo dissociato che non sa proporre altro che “castrazioni” chirurgiche al suo paziente negandogli vivacemente ogni carattere di unicità nella sua organizzazione psicosomatica ?.
L'individuo dissociato da sè ha di sè stesso una visione parziale limitata dalla sua coscienza-similcomputer e la sua razionalità orientata dallo stato dissociativo gli oscura la visione di tutto ciò che di istintivo, di creativo e perciò di inconscio c'è in lui e negli altri animali (di ogni specie compresa la specie umana). Un individuo integrato invece osserva l'individuo nella sua totalità: coscienza-macchina, inconscio, soma , istintualità, linguaggi simbolici dall'individuo in ogni sua forma espressi.
21/9/06 L’individuo come sistema omeostatico.
ome ripetuto più volte in questo lavoro ciascun individuo (la sua totalità, il suo chimismo, la sua biologia, la sua psiche, la sua configurazione psichica, la sua sessualità, i suoi sentimenti, i suoi sintomi, ecc.) è un sistema omeostatico.
Quale che sia la sua condizione (malato grave, ricoverato in un ospedale psichiatrico, psicotico, nevrotico, ecc.) egli è in ogni istante un sistema in perfetto equilibrio omeostatico con sé stesso e con l’ambiente che lo ospita.
E’ ovvio che ci sono condizioni di equilibrio che non sono auspicabili e che producono enorme sofferenza.
Per modificare la condizione di disagiato e talora tragico equilibrio nel quale vive quell’individuo occorre mutare l’equilibrio del sistema individuo.
Occorre cioè trasferire informazioni (che di solito chiamiamo significati) dall’inconscio alla coscienza con l’aiuto dei sogni e della loro interpretazione.
A causa di questo spostamento di informazioni (e di energia libidica) la coscienza muta la sua configurazione e lentamente si trasforma e di conseguenza muta la propria condizione di equilibrio anche l’intero sistema individuo (e muta altresì la condizione di equilibrio dell’ambiente che lo ospita).
Mutando l’equilibrio generale del sistema individuo egli si avvia verso una nuova condizione di equilibrio meno sofferta , meno drammatica.
A voler essere estremamente sintetici la psicoanalisi (intesa come analisi del profondo, come strumento per la presa di coscienza di sé) è tutta qui.
23/9/06 Sul simbolo “La tastiera stampata”.
Nel sogno la tastiera stampata vuole rappresentare la coscienza.Nel sogno stesso viene spiegato il senso di quel simbolo:Con esso si intende dire che la coscienza è l’esecutrice passiva di decisioni altrui, un luogo psichico cioè nel quale non si possono prendere decisioni.
In effetti la coscienza dissociata esegue passivamente le “decisioni” cioè le influenze dell’ambiente esterno rispetto al quale ha una dipendenza completa (ed ovviamente assolutamente inconscia per l’ego.).
Una dipendenza talmente assoluta (e pericolosa) che se l’ambiente esterno è un ambiente di folli la coscienza lo rifletterà passivamente ed anche l’individuo, che di quella coscienza è “portatore sano”, si comporterà da folle.
Nella stessa misura la coscienza integrata (che ha cioè integrato il modello del proprio Sé) rifletterà le decisioni, gli impulsi, gli istinti profondi dell’individuo , del suo Sé, del suo ego.
23/9/06 La comunicazione decontestualizzata.
Ad un primo ministro dopo un lungo e faticoso viaggio in terre lontane viene chiesto in conferenza stampa come verrà assicurata la sicurezza del Papa nel corso della sua visita in Turchia.
Il primo ministro strabuzza gli occhi e risponde:Cosa volete che ne sappia io!.Sarà un problema delle sue guardie! (Intendendo dire:Un capo di stato straniero va in visita in una nazione straniera sarà ben un loro problema garantire la sicurezza dell’augusto ospite!) .
Grande scandalo sulla stampa., chi dice che il primo ministro ha problemi mentali, chi dice che è stressato, ecc.ecc.
Il primo ministro ha detto solo una evidente verità nel linguaggio con il quale avrebbe risposto ad analoga domanda se essa gli fosse stata rivolta dalla moglie o da un amico.
Nella sede nella quale gli è stata invece rivolta egli avrebbe dovuto dire la stessa cosa ma usando un linguaggio da politico:Siamo molto preoccupati per la sicurezza del Papa . Faremo tutto il possibile bla bla bla.Le autorità turche bla bla bla.La security dello Stato del Vaticano bla bla bla.
Se in un consiglio di amministrazione uno dei consiglieri esponesse le sue idee con un linguaggio simbolico (quello dei sogni per intenderci) subito verrebbe chiamata una ambulanza per portarlo alla neuro.
Ogni linguaggio è assolutamente pertinente al suo ambito.
E la decontestualizzazione del linguaggio viene vissuta dagli ascoltatori come un sintomo di malattia mentale (per esempio il delirio è un linguaggio simbolico assolutamente normale se espresso nel sonno ma assolutamente patologico se espresso nello stato di veglia).
Tanto stretto ed intenso è il legame tra ambiente e linguaggio che gli è proprio.
Tanto che non è illegittimo pensare che l’ambiente formi il suo proprio linguaggio e il linguaggio contribuisce a formare quel suo ambiente.
Entrambi strutturano la coscienza degli individui che in quell’ambiente vivono.
Da queste considerazione si capisce come funziona l’imprinting infantile.
Il bambino, un cervello pressochè privo di informazioni e perciò pressochè privo di coscienza, assorbe come una spugna dall’ambiente parentale ogni informazione possibile e struttura così la sua coscienza infantile.
Il nucleo determinativo cioè di quella che sarà la coscienza dell’adulto ove quell’imprinting fosse ostile alla crescita psichica.
Per costruire un imprinting infantile è possibile anche che non siano necessarie molte informazioni ma piuttosto informazioni semplici ed in quantità limitata.
Pur facendo le debite differenze tra il cervello di una piccola oca ed il cervello di un bambino si può osservare che Lorentz ha creato con pochissimi gesti un imprinting nei suo confronti (e perciò una dipendenza del piccolo animale verso di lui) in dei pulcini di oca appena usciti dal guscio.
Pochi gesti , talora la sua semplice presenza allo schiudersi del guscio.
Naturalmente il cervello del bambino è ben più complesso ma le coscienze di coloro che struttureranno il suo imprinting talora non sono molto più evolute di quella di una oca adulta
23/9/06 Il linguaggio decontestualizzato come tecnica terapeutica.
Il nevrotico (ma non solo lui) comunica con il suo ambiente con il solo linguaggio che conosce e che è una derivazione obbligata della sua condizione psichica.
Egli cerca in ogni modo di COSTRINGERE il suo ambito a comunicare con lui con quel linguaggio e solo con quello.
Manipola perciò il suo ambiente escludendo ciò che non si piega a quella esigenza e accettando in esso solo ciò che a quella esigenza si piega.
Il problema può essere tanto severo che ad un certo punto il nevrotico si chiude in casa per non più uscirne dato che nessun ambiente umano è disposto ad accettare di comunicare con lui con il suo specifico e peculiare linguaggio.
Quando la pressione dei sintomi diventa insopportabile ed il nevrotico si decide a causa di quei sintomi a cercare l’aiuto terapeutico egli è costretto (sempre dai suoi sintomi:o accetti di restare in terapia o ricominciamo daccapo) a ricevere, nella sede terapeutica, una comunicazione completamente spiazzante rispetto a quella alla quale è abituato fin dalla infanzia.
Riceve e deve comunicare con una, per lui nuova, forma di comunicazione : la comunicazione terapeutica.
Una forma di comunicazione che continuamente lo spiazza (o meglio spiazza l’organizzazione nevrotica della sua coscienza).
Egli vuole parlare dei suoi sintomi (tanti, complessi, intricati) ed il terapeuta lo fa parlare dei suoi sogni.
Egli vorrebbe consigli e sostegno affettivo ed il terapeuta gli fornisce metafore.
Egli vorrebbe una nuova mamma amorevole ed il terapeuta gli fornisce un padre adulto.
“Ma che cazzo ci vado a fare in terapia !?”.
Questo continuo dislocamento della comunicazione, questo continuo decontestualizzare il linguaggio rispetto all’ambiente mentale del paziente (che per inciso, avvertenza per i sigg. medici, non significa uno che è “paziente” (dal participio presente del verbo “pazientare”) ma bensì uno che “patisce” (dal participio presente del verbo “patire”)) è un metodo formativo, un sistema di formazione.
La coscienza è costretta così ad accettare un nuovo linguaggio ed un nuovo ambiente (o detto in un altro modo : comincia ad adattarsi, tramite quel nuovo linguaggio, ad un nuovo ambiente) e comincia a rilevare la distanza (per lei prima inesistente) tra significante e significato.
Comincia cioè a sviluppare in sé una funzione che le era prima sconosciuta:la funzione intuizione (taluni la chiamano ancora Anima ma tant’è) grazie alla quale il paziente comincia ad entrare in rapporto con sé stesso, con i contenuti del proprio inconscio, con i simboli dei suoi sogni.
Decontestualizzare il linguaggio perciò ha una finalità terapeutica.
Per inciso:Colui che si esprime delirando sta decontestualizzando il suo linguaggio rispetto al suo ambiente mentale impazzito (prima) e all’ambito sociale che lo ascolta (poi).
Sperando che in quell’ambito qualcuno comprenda il senso del suo delirio e glielo restituisca in altra forma affinché la sua coscienza ostile fino all’impazzimento cominci a mutare.
25/9/06 Miti, riti e tabù.
I miti sono rappresentazioni archetipiche (comuni cioè a tutti gli esseri umani e a pressoché tutte le varie generazioni, etnie, culture, ecc.) le quali intendono trasmettere agli individui determinati significati ai quali gli individui stessi sono inconsci.
Sono una sorta di sogno collettivo incarnato nel linguaggio rappresentativo comune.
Se il mito tenta di incoraggiare nella direzione della crescita psichica individuale e collettiva il tabù invece è una sorta di divieto sociale verso quella direzione.
Ai tabù collettivi o sociali si accompagnano i tabù individuali che possono ben presto tramutarsi in varie forme di fobie ossessive.
I riti hanno spesso la stessa funzione dei miti, si potrebbe dire che sono miti incarnatisi in percorsi comportamentali codificati.
Talora hanno una funzione esorcizzatoria di determinate paure o sensi di colpa.
Appartengono ai riti individuali i gesti scaramantici ai quali viene ingenuamente attribuita la funzione magica di esorcizzare i possibili effetti della violazione di determinati tabù.
I miti, i tabù ed i riti appartengono alla categoria del “pensiero magico” che ha in parte funzione surrogatrice, negli individui inconsci, della coscienza di sé.
2/10/06 L'imprinting totalizzante
Se un bambino (o una bambina) a causa di un genitore violento ed aggressivo ha “imprintato” la necessità di difendersi (di difendere i propri “nuclei profondi deboli”) da quella aggressività può succedere che nella età adulta egli ripetutamente entri in conflitto prioritariamente con le persone affettivamente importanti del suo ambito.
Il conflitto strutturatosi nel corso dell’imprinting tra quei “nuclei deboli” e l’aggressività parentale si ripropone nella età adulta facendo assumere all’individuo ed alla persona affettivamente rilevante dell’ambito i ruoli simbolici di quell’antico conflitto.
In uno scenario infantile come quello prospettato può succedere che il fatto che la figura parentale di sesso opposto abbia “trattato male” il bambino (o la bambina) può implicare che nella età adulta si cerchi di ripetere coattivamente quell’antica esperienza infantile e si ricerchino (ed inevitabilmente si trovino) adulti dell’altro sesso che continueranno a “trattar male”.
Anzi se si dovesse incontrare un individuo del sesso opposto che tratta con delicatezza e con amore si sarà portati a diffidarne, a far insorgere sospettosità.
Le esperienze vissute nel corso dell’imprinting hanno la caratteristica di essere considerate dalla coscienza come esperienze totalizzanti.Nel senso che si tende a credere che al di fuori di quelle esperienze non esistono e non possono esistere altre esperienze possibili
5/10/06 Un sogno
Sogno del 5/10/06: Siamo due ragazzini, l’altro è un ragazzino un po’ grassottello e ci facciamo continuamente dispetti.Litighiamo quasi sempre all’ultimo sangue, ci inseguiamo.Nel corso di una lite lui mi minaccia con un cucchiaio ed io lo inseguo scavalcando il tavolo.Finchè riesco ad acchiapparlo faccio finta di picchiarlo ecc. Poi arriva la mamma con della marmellata e ce ne vuole dare una cucchiaiata.Io le dico di dargliela prima all’altro e l’altro dice di darla prima a me.Mangiamo la marmellata che ci da la mamma ed il conflitto è superato.
Il sogno è una specie di sogno sapienziale: La dolcezza e perciò l’amore, l’affetto risolvono ogni conflitto. (ed al contrario la mancanza di amore (in particolare verso il Sé) è di per sé fonte e causa di conflitti intrapsichici))
6/10/06 Mitologia religiosa (ovvero il “corpus” simbolico) e ideologia razionale (ovvero il “corpus” ideologico).
Quando si è scelto (consapevolmente o meno) di credere profondamente in qualcosa, di avere fede cioè in qualcosa (poco importa qui che si tratti di una fede religiosa o di un ideale politico o di altro) si è scelto automaticamente di credere che esista una ed una sola verità e che la verità di conseguenza non sia relativa ma bensì assoluta.
In conseguenza di ciò si è fatta una scelta di campo definitiva che divide il mondo tra ciò che è vero (tutto quello che appartiene o propana da quella fede (religiosa o politica che sia) e ciò che è falso (tutto il resto).
A questo punto è del tutto secondario che la fede profonda (o più propriamente la credenza profonda) attenga al cristianesimo, all’islam o all’induismo.Oppure alla fede politica di destra , di sinistra o di centro.
Si è convenuto una volta per tutte con sé stesso e con il mondo che la verita si è trasformata da relativa in assoluta e che essa appartiene all’area della propria credenza.
La cosa non è di poco momento per la psicoanalisi.
Se la coscienza di un individuo CREDE profondamente che l’individuo sia pazzo l’individuo si comporterà per tutta vita come un pazzo (pur essendo nel suo profondo assolutamente sano).
Esattamente come il cristiano, l’induista ecc. (oppure il fascista, il comunista, il democristiano, ecc.) si comporterà in modo assolutamente conforme e coerente rispetto alla sua fede profonda (alla sua credenza profonda).
Ciò che la coscienza dell’individuo CREDE essere vero (secondo il senso più profondo ed intenso che si può dare a quel verbo) è per l’individuo talmente vero (anche se si tratta di cosa assolutamente falsa) che egli si comporterà conformemente a questa verità per tutta la vita, anche a rischio della vita stessa.
La beffa tragica di tutto ciò è il più delle volte egli non sa assolutamente che cosa la sua coscienza crede essere vero.
E spesso la coscienza crede essere vere cose di una follia inaudita.
Nella assoluta inconsapevolezza dell’individuo che di quella verità folle, a lui assolutamente sconosciuta, soffre sulla sua carne e nella carne degli altri la più atroce delle sofferenze.
E’ per questo che un giorno si è inventata l’esistenza della scienza: Per aderire ad un credo (ancora !!!!) che avesse un fondamento apparentemente più solido delle altre verità.
Senza rendersi conto che si è così passati inconsapevolmente da una credenza ad un’altra, da una verità relativa ad un’altra.
La credenza (quale che essa sia) nei confronti di un corpus mitologico oppure di un corpus razionale (e la scienza è sicuramente ascrivibile a quest’ultimo) è un sostituto agito della coscienza di sé.
Essendo l’individuo inconscio e dissociato da sé stesso ed avendo la sua coscienza bisogno di avere un modello di riferimento (che sostituisca il modello del proprio Sé rispetto al quale essa è inconscia e distante) la coscienza stessa assume come modello sostitutivo il corpus mitologico oppure il corpus ideologico.
Sviluppa cioè una fede, una credenza rispetto a questi corpus ritenuti più efficienti rispetto al corpus di riferimento che l’imprinting ha a suo tempo imposto (ed esso pure lontanissimo dal modello del proprio Sé)
La coscienza in sostanza fa proprio il detto “Franza o Spagna purchè se magna” nel senso che qualsiasi modello di riferimento sostituitivo di quello del Sé (irraggiungibile nelle condizioni della coscienza dissociata) è sempre meglio che niente , è sempre meglio di quello alienato ed alienante imposto dall’ambiente infantile parentale
7/10/06 La presa di coscienza dei contenuti inconsci affettivamente molto carichi.
La presa di coscienza amente carichi.di un qualsiasi contenuto dell’inconscio ed in particolare di una qualsiasi esperienza vissuta, facente parte della propria storia personale, è possibile solo se quello specifico contenuto non sia molto carico affettivamente (cioè abbia un basso contenuto energetico).
In caso contrario la coscienza allo scopo di autoproteggersi ed evitare che quel contenuto troppo carico affettivamente provochi danni alla coscienza stessa lo respinge e lo mantiene in istato di rimozione mantenendo nei suoi confronti un atteggiamento di vigilanza e di attenzione.
E’ questo per esempio uno dei motivi per cui di una esperienza molto traumatica (e quindi molto carica affettivamente) è piuttosto difficile prendere coscienza e superarla.
Questo meccanismo contribuisce con il passare del tempo a far caricare sempre di più i contenuti inconsci non integrati a suo tempo (al tempo della crescita psichica nella infanzia e nella adolescenza) rendendo perciò, via via che il tempo passa, sempre più difficile l’integrazione degli stessi.
Questo spiegherebbe il motivo per cui l’analisi terapeutica ha bisogno di molto tempo per produrre i suoi effetti.E tanto più avanti con gli anni la terapia viene affrontata tanto più ci si deve aspettare che sia necessario più tempo affinché essa manifesti i suoi effetti.
Il lungo rapporto di comunicazione con l’analista contribuisce a scaricare il contenuto affettivo troppo intenso di determinate esperienze vissute contribuendo perciò a rendere più agevole ad un certo punto la presa di coscienza di quella determinata esperienza.
11/10/06 Solve et coagula.
Più che un processo di solve et coagula la crescita psichica è un processo che inizia da una condizione di fusione, di indistinzione, di indifferenziazione e si trasforma lentamente in una condizione nella quale la coscienza si individua (ed individua l’inconscio) e cioè verso uno stato in cui si distingue e ci si distingue .
Il processo corrisponde, secondo le regole dell’ontogenesi, al percorso del feto che da una condizione di fusione simbiotica, di indifferenziazione rispetto al corpo materno, passa , con un passaggio traumatico nel momento della nascita, progressivamente ad uno stadio di differenziazione rispetto alla madre stessa.
Nel processo psichico nel quale l’individuo transita lentamente da una condizione di indifferenziazione (una coscienza esclusivamente percettiva in grado di percepire la realtà sensibile ed una forma di pensiero primitivo esclusivamente razionale) verso una condizione di individuazione e di differenziazione il simbolo onirico è ogni volta il prodotto che l’inconscio offre alla coscienza e che rappresenta un punto (un punto ulteriore) di indifferenziazione , un punto cioè nel quale la coscienza e l’inconscio non sono (ancora) differenziati.
E la comprensione empirica ed intuitiva del significato veicolato dal simbolo è la condizione necessaria e sufficiente affinché quella differenziazione in quel punto possa avvenire.
E senza quel processo di comprensione del simbolo quella differenziazione non avverrà e coscienza ed inconscio in quel punto resteranno nella loro condizione iniziale di fusione simbiotica dando origine inevitabilmente a proiezioni, mitologie, illusionismi, travisamenti simbolici della realtà.
13/10/06 Comunicazione ed informazione da essa veicolata.
La formazione, il mutamento o la trasformazione della coscienza e della psiche umana passa attraverso due strumenti:L’informazione e la comunicazione che la veicola.
Tanto più l’informazione strutturante è falsa tanto più efficace dovrà essere la comunicazione che la veicola.
Questo principio fa ben comprendere come mai l’imprinting infantile abbia un così elevato grado di successo nell’alienare da sé la coscienza infantile:Nessuna comunicazione è tanto altamente credibile e quindi altamente efficace quanto la comunicazione prodotta dall’ambiente parentale.
Nel punto opposto di un immaginario range si può porre l’informazione vera.
In questo caso noi assistiamo al fenomeno che tanto più l’informazione (altrimenti definibile come significato) è vera (come per esempio quella veicolata dai sogni) tanto più la comunicazione che la veicola (il linguaggio onirico cioè il linguaggio dei significanti) è scarsamente efficace e credibile a causa della incapacità o della difficoltà dell’individuo (della sua coscienza) di comprenderla.
Si può fare perciò l’ipotetica equazione in base alla quale tanto più l’informazione è falsa tanto più la comunicazione che la veicola dovrà essere autorevole ed efficiente mentre tanto più l’informazione è vera tanto meno efficace e credibile sarà la relativa comunicazione.
E’ palese che questa equazione può ben applicarsi in ogni ambito della comunicazione umana.
14/10/06 Il nome della rosa (meglio se rossa).
Guardando con aria distratta un bocciolo di rosa dall’alto viene in mente istintivamente la vulva.
Non si tratta della fantasia di un erotomane ma è la forte valenza simbolica dell’oggetto che distorce la sua visione sensoriale associando a quella visione ben altro senso.
In effetti la rosa è, tra l’altro, la rappresentazione simbolica dei genitali femminili.
E quando l’innamorato (novello Animus) dona una rosa alla sua amata il gesto romantico suscita in lei emozione e commozione.
Segno che la carica simbolica dell’oggetto ha colpito nel profondo dell’inconscio.
Ed in quelle profondità oscure quel gesto simbolico svela il suo significato:”Animus sta per donare alla mia coscienza il mio femminile, la mia femminilità, la mia sessualità repressa ed inconscia”.
Ma il senso della rosa non finisce qui.
Ricordate la scena in cui Richard Gere in “Shall we dance” appare dalla scala mobile in uno magnifico smoking con una rosa rossa dal lunghissimo gambo appoggiata sul torace?.
Molte donne hanno sentito davanti a quella scienza una profonda emozione.
In quanto in quel caso la rosa assumeva, oltre al significato appena descritto, anche un altro senso: “Sono qui per offrirti il mio fallo eretto, per mettere la mia sessualità al tuo servizio”.
Stiamo parlando “solo” di fiori? Stiamo parlando “solo” di una rosa? Figuriamoci !. C’è ben altro.
21/10/06 Sostiene Kant.
Sostiene, giustamente, Kant che la ragione vede solo all’interno del disegno che essa stessa produce.
Penso però che quel disegno , quello schema, quella mappa di base che viene considerata l’”a priori” nella produzione dei concetti non sia frutto di un qualche cosa di genetico cioè di innato ma sia la conseguenza di qualcosa di appreso.
E più precisamente esso è lo schema risultante dall’insieme delle informazioni fornite dall’imprinting alla coscienza del bambino.
Qui, e probabilmente solo qui, nasce l’a priori.
Qui, e probabilmente solo qui, si definisce lo schema di base, il disegno, la mappa che determinerà per tutta la vita il modo di pensare, di comportarsi, di essere al mondo dell’individuo.
Se però quello schema basale, quell’insieme di informazioni strutturanti appresi inconsapevolmente nella infanzia viene lentamente mutato con altre informazioni strutturanti provenienti dal Sé (e quindi dall’inconscio e quindi dai sogni e quindi dalla interpretazione intuitiva) quello schema , quel disegno lentamente si trasforma e lentamente muta il modo di pensare, di comportarsi, di essere al mondo dell’individuo.
Ma questo il geografo Kant non poteva saperlo.
21/10/06 Sul simbolo onirico “Seppellire il padre” oppure “seppellire la madre”.
Il simbolo rappresenta una fase importante dei processi di crescita.Esso rappresenta alla coscienza dell’individuo il definitivo superamento dell’imprinting infantile (paterno o materno che sia) avendo ormai egli ompletamente attualizzata la configurazione della propria coscienza.
L’ "affossamento" dell’imprinting in questo quadro implica la fine della dipendenza coatta della coscienza dall’imprinting stesso (e dalle informazioni devianti che lo avevano a suo tempo strutturato) nonché dal proprio passato infantile ed adolescenziale verso il raggiungimento della condizione adulta (dal punto di vista psichico) dell’individuo
E’ possibile che l’aneuresi notturna sia funzionale ad un sistema ambientale che esercita attraverso di essa la sua azione castrante nello sviluppo psichico del bambino.
Aneuresi e orientamento castrante dell’ambito familiare sono perciò due facce dello stesso sistema integrato nel quale rispettivamente ciascuna azione alimenta e produce l’altra.
E’ stato un grave errore scientifico l’avere applicato gli stessi principi zoomorfi della zoologia animale alla zoologia umana.
Com’è noto la zoologia attribuisce in prevalenza l’appartenza al genere sulla base della forma.
Un animale che ha la forma della scimmia apparterrà alla famiglia dei primati, un animale che ha la forma del gatto apparterrà alla famiglia dei felini e così via.
Nel caso degli esseri umani si è proceduto conformemente.
Un animale che ha la forma dell’uomo appartiene al genere umano.
Ma non è così.
Un uomo che ubriaca un pacifico orso affinché Re Juan di Spagna possa abbatterlo a fucilate per poterne portar via le spoglie così gloriosamente conquistate non può essere considerato come appartenente al genere umano benché sicuramente egli abbia la forma dell’uomo.
Un uomo che fa fuggire dalla sua tana una orsa addormentata con i suoi due cuccioli affinché un altro li abatta a fucilate non può essere considerato come appartenente al genere umano benché sicuramente egli abbia la forma dell’uomo.
Uomini che trovano il loro divertimento nel tormentare, torturare ed uccidere gli animali (la corrida, il Palio di Siena , il combattimento tra galli, la pesca sportiva, la caccia, ecc.) non possono essere considerati come appartenenti al genere umano benché scuramente abbiano la forma dell’uomo.
E si potrebbe continuare con coloro che eseguono inutili sperimentazioni cosiddette scientifiche tormentando crudelmente degli animali indifesi.
Per questa categoria umana o meglio subumana occorrerebbe inventare una nuova specie e considerarli tutti appartenenti non alla specie umana ma alla specie bestiale.
Cioè ad una specie di esseri non ancora umani ed ancora lontani da potersi considerare come appartenenti alla famiglia dei Primati.
Insomma un aborto della evoluzione.
28/10/06 La vasca al centro della radura
Nel suo peregrinare per i boschi un giorno Geppino si imbattè in una radura al centro della quale c’era una piccola vasca quadrata.
Gli girò attorno curioso, osservò la superficie dell’acqua, nera e translucida come una lavagna , buttò un sasso per sondarne la profondità.
Poi si sedette meditabondo su un masso dal quale poteva osservare tutta la superficie della vasca.
Lentamente la sua mente si acquietò ed ogni pensiero fuggì via.E mentre era là perduto in quella contemplazione lentamente sulla superficie della vasca cominciò ad affiorare qualcosa.
Dapprima non si capiva cos’era ma molto lentamente una traccia cominciava a formarsi, qualcosa di ancora indefinibile cominciava a delinearsi.
Lentamente affiorava dalla superficie nera qualcosa di distinguibile.
Prima un parte poi un’altra lontana dalla prima e così via.Infine la cosa prese la sua forma e si fece distinguere.
Così si formano nella coscienza le intuizioni , le ispirazioni.
Ma torniamo a Geppino.
Geppino tornò più e più volte nella radura.
Molte volte dalla superficie della vasca non traspariva nulla.Talora passavano giorni e giorni senza che su quella superficie misteriosa affiorasse alcunché.
Oppure talvolta l’acqua ribolliva e di colpo, all’improvviso, in modo fulminante la coscienza pardon la superfice nera dell’acqua manifestava il suo prodotto.
Così dev’essere successo a San Paolo lungo la strada di Damasco.
Quegli affioramenti improvvisi non nascono da un processo elaborativo razionale, non rispondono alle sollecitazione della volontà (voglio, fortissimamente voglio creare qualcosa!).
Sono prodotti spontanei delle profondità dell’inconscio.
Questi misteriosi affioramenti vengono chiamati da alcuni creatività, da altri intuizioni, da altri ancora ispirazioni.
Alcuni, un po’ fuori di testa, dicono che attraverso quelle forme che affiorano dal profondo sulla superficie nera della vasca Dio parla loro.
Come se Dio non avesse nient’altro da fare!.
Per molti, per moltissimi , per troppi quella nera superficie è perennemente muta.
Su di essa costoro tracciano in continuazione le forme del continuo rimuginamento razionale, gli oscuri disegni delle loro ossessioni, gli scarabocchi del loro pensiero unico e coatto.
Per molti , per troppi la vasca nera è solo un luogo nella quale riversare i loro rifiuti fino a far diventare le sue profondità un pozzo nero e nauseabondo.
2/11/06 La coscienza dissociata.
La coscienza dissociata,come tutti i macchinismi similcomputer (siano essi meccanici, elettronici o biologici) è profondamente stupida.
In quanto l’intelligenza non è il frutto della capacità di elaborare le informazioni ma bensì della capacità di interpretarle.
La coscienza dissociata in quanto priva (o pressoché priva) della capacità intuitiva è per questo motivo incapace di comprendere il significato dei simboli, degli eventi, dei comportamenti.
Arresta perciò la sua osservazione al semplice aspetto dell’oggetto, del significante ignorando che esso veicola un contenuto di senso essendo oltretutto incapace di comprenderlo.
E’ per questo motivo che molti esseri umani in apparenza di normale intelligenza esperiscono comportamenti ed idee profondamente stupide.
Essi sono privi di autonomia di pensiero e di autonomia decisionale in quanto vittime dalla coazione che , inconsapevolmente per l’ego, la coscienza dissociata opera su di loro.
Hanno capacità di elaborazione (esattamente quella che la coscienza dissociata consente loro) ma sono privi della capacità di comprendere il senso.
Sono come ciechi ai quali è consentito di muoversi su un piano orizzontale ignorando che esiste la terza dimensione, lo spessore della vita.
L’argomento del dialogo è irrilevante.Fondamentale è invece la comunicazione che lo sottende.
La comunicazione, parlando d’altro, sedimenta nella coscienza del paziente il germe della trasformazione.
Senza che vengano attivate in quella coscienza resistenze ostative.
Il germe della trasformazione è costituito dai simboli del Sé che indurranno lentamente in quella coscienza , in quella psiche il mutamento verso la coscienza di sé.
E non è un caso che quando i sogni svelano che ciò è avvenuto l’individuo assume verso la sua vita un atteggiamento più attivo, più partecipativo, meno lamentoso.
Il grosso del lavoro è fatto ed il resto verrà lentamente da solo.
4/1111/06 Filogenesi ed ontogenesi
Immaginiamo (filogenesi ed ontogenesi) la specie umana prima della sviluppo del linguaggio verbale ed osserviamo un bambino nella stessa fase di sviluppo (circa da zero a tre anni).
Il linguaggio verbale non si è ancora sviluppato e gli individui comunicano tra di loro utilizzando un linguaggio non verbale (linguaggio dei segni, linguaggi del corpo, linguaggio dei suoni non ancora parole).
E’ facile immaginare che non esistendo le parole non esiste ancora pensiero razionale (si può immaginare un pensiero volontario senza l’esistenza del linguaggio verbale?) .
L’uomo (ed il bambino) cioè non ha ancora imparato ad usare la propria mente.
Egli non è cosciente di questa potenzialità che pure il suo cervello ha.
Insieme al linguaggio verbale si sviluppa il pensiero razionale e la capacità volontaria di usare il pensiero (cioè di ragionare).
Insieme a queste funzioni si sviluppa e si specializza il cervello.
Ma prima di questa fase non v’è pensiero volontario e razionale.
Esiste però una forma di pensiero spontaneo cioè il pensiero intuitivo.L’inconscio nel silenzio della mente razionale comunica con la coscienza dell’individuo con quella forma di pensiero.
L’uomo non pensa, non pensa ancora ma viene pensato.
Egli non forma volontariamente pensieri ma i pensieri “gli vengono in mente”.
E’ questa fase l’età felice nel corso della quale grazie ai sogni ed alle intuizioni si struttura la coscienza di sé.
Dopo lentamente si comincia ad imparare l’uso del linguaggio verbale ed insieme l’uso del pensiero razionale.
Il frastuono del pensiero razionale nella mente lentamente copre il “rumore di fondo” del pensiero intuitivo fino a zittirlo del tutto.
L’uomo ha così perduto una gran parte di sé.
A cosa serve allora la terapia analitica?
A restituire all’individuo la sua capacità di pensiero spontaneo intuitivo placando la sua capacità di pensiero volontario razionale (smettila di razionalizzare !!!).
Ed insieme restituendo all’individuo la capacità di contatto con sé stesso, la capacità della coscienza di comunicare con l’inconscio e viceversa.
La terapia dovrà perciò insegnare alla mente dell’individuo a far convivere le due forme di pensiero, quella razionale e quella intuitiva, impedendo che la prima prevarichi e soffochi, come ha fatto fino a quel momento, la seconda.
La scienza della formazione conosce oramai pressoché tutte le tecniche per l’insegnamento dell’uso della intelligenza razionale.
Ma è altrettanto sviluppata sul come aiutare a sviluppare l’intelligenza intuitiva ?
9/11/06 Le due diverse strutture della coscienza.
Parrebbe che la coscienza , ciascun “punto” della coscienza, gestisca due diverse strutture.
Con la prima si acquisisce la memoria, l’engramma (non necessariamente il ricordo) della singola esperienza vissuta.
Con la seconda (grazie ai sogni) si sviluppa un processo cognitivo di quella specifica esperienza vissuta.In altre parole si “prende coscienza” di essa.
E’ come se ogni singolo neurone preposto alla gestione della coscienza avesse sviluppato in sé questa duplice funzione.
I sogni si incaricano, il più delle volte invano, di sollecitare il processo cognitivo affinché attraverso la interpretazione intuitiva del significato dei simboli onirici quel processo cognitivo, relativamente ad ogni specifica esperienza vissuta, giunga a compimento.
E finchè i due processi (l’acquisizione della esperienza vissuta e la presa di coscienza di essa) non hanno trovato la rispettiva corrispondenza il processo rimane come in sospeso, incompiuto.
Tra la prima parte del processo (l’acquisizione della esperienza) e la parte non compiuta di esso rimane perciò come una tensione, un gradiente, che può essere percepito a livello emozionale come una sensazione di insoddisfazione, di incompletezza, di incompiutezza.
Nel caso del percorso di crescita (nel quale si acquisisce intuitivamente il significato del singolo sogno) questa prima parte del processo è assimilabile ad una “acquisizione di esperienza vissuta” (l’esperienza del significato)..
Successivi sogni (i c.d. “sogni di riepilogo”) si incaricano di sottoporre alla coscienza quella esperienza vissuta al fine della sua presa di coscienza.
Quindi i sogni veicolano le rappresentazioni della esperienza vissuta (la propria storia personale), le rappresentazioni della esperienza da vivere (l’esperienza di sé) ed infine la rappresentazione di queste ultime esperienze quando vissute.
Fino a quando il processo di cognizione della esperienza vissuta non si sia compiuto (cioè non si è ancora interpretato il sogno che quella specifica esperienza rappresenta) si è inconsci rispetto a quella esperienza cioè di quella esperienza non si è ancora preso coscienza.
E’ evidente che tanto più avanti con gli anni si sviluppa il processo di crescita tanto più tempo sarà necessario per la presa di coscienza della propria storia personale (l’insieme delle esperienze vissute).
Nello stesso tempo tanto meno si è coscienti di sé tanto più tempo sarà necessario affinché l’intero processo si compia.
La frequentazione dell’altro struttura nella coscienza un adattamento ad esso attraverso la reciproca comunicazione verbale e non verbale.
Ma questo adattamento nella coscienza che cosa è in concreto?
La coscienza struttura questo adattamento semplicemente IMITANDO la configurazione prevalente della coscienza dell’altro.
E’ come se ciascun adattamento al quale ciascun individuo è costretto dalla diversità degli ambienti umani con i quali entra in contatto implichi la strutturazione nella sua coscienza di un’area dedicata a quell’ambiente la cui configurazione è simile , addirittura clonata, alla configurazione di coscienza dell’altro (l’ambiente umana con il quale è venuto ed è rimasto in contatto).
Immaginiamo la coscienza del bambino.
All’inizio è del tutto priva di qualsiasi configurazione.L’ambiente parentale, attraverso la comunicazione intersoggettiva ad ogni livello, imprime in quella coscienza la sua configurazione prevalente.
E’ il cosiddetto imprinting infantile.
Questo adattamento all’ambiente diventa nel bambino la sua coscienza (la configurazione della sua coscienza) e se egli non è attrezzato per sviluppare adattamenti più favorevoli verso sè stesso ed il proprio sviluppo psichico resta l’unico adattamento possibile, l’adattamento principale a sé stesso anche se l’ambiente parentale era composto di persone completamente pazze
13/11/06 Il bisogno di un compagno
Si chiede alla donna (single) in terapia cosa desideri più di ogni altra cosa in quel momento.Lei risponde, con grande intensità, che il suo più grande desiderio è di avere accanto un uomo, che la faccia sentire sicura di sé, che la porti in giro, che gli dia “pane” sessuale.
La cosa fa venire in mente due cose:
- La prima che questo desiderio così intenso ne rappresenta in realtà un’altro:il bisogno intenso di Animus (qui rappresentato dal “compagno desiderato”) cioè il bisogno dell’individuo e della sua coscienza dissociata di entrare in contatto con sé stessa, con i contenuti del proprio inconscio, con il proprio Sé;
- La seconda cosa che si osserva e che in questo desiderio manca l’amore e l’affettività.Il bisogno non dichiara la necessità di amare ed essere amata, di vivere l’affettività propria e dell’altro.E in questa assenza ci sono le tracce della propria tormentata (ma ce ne sono di non tormentate ?) storia personale infantile e della carenza o mancanza di amore da e verso l’ambito parentale.)
Nel desiderio di oggi appaiono ancora una volta (e come potrebbe essere diversamente !) le tracce della storia personale antica.
Nel corso di questo lungo lavoro interpretativo viene spontaneo ogni volta che una nuova intuizione apre gli occhi su un ulteriore meccanismo di funzionamento della psiche di impiantare una nuova teoria.
Ma questo impianto deve essere preceduto dalla riserva mentale in base alla quale ogni volta che ciò risulti necessario si deve essere disponibile a buttare a mare quella teoria per sostituirla con una più avanzata.
E ciò anche se la nuova teoria fosse stata elaborata il giorno prima.
Molto tempo fa quasi all’inizio di questo lavoro venne spontanea una formidabile intuizione in base alla quale il significato “ultimo” del simbolo di Anima o di Animus era “la funzione intuizione.
Funzione fondamentale della coscienza senza la quale non è possibile capire il significato dei simboli.
Dopo molto tempo questa teoria interpretativa viene smentita dal sogno del 16/11.
Nel quale riappare Anima nel suo significato “tradizionale”.
Quello cioè di mediatore tra le profondità dell’inconscio e del Sé e la coscienza.
“La grande e famosa cantante” di quel sogno rappresenta appunto Anima.
E svela che determinati colpi inferti all’individuo nel corso del suo imprinting feriscono profondamente Anima (o Animus) che sprofonda poi sotto il peso delle esperienze personali non integrate dalla coscienza (la propria storia personale) e sotto il peso dei contenuti rappresentativi del Sé dalla coscienza stessa rifiutati.
Ma quando tutto ciò viene superato, lentamente nel corso della presa di coscienza, ecco riaffiorare Anima con tutte le sue ferite.
E queste ferite possono tutte insieme in un breve lasso di tempo iscriversi in forma rappresentativa in una serie di sintomi e patologie organiche.
L’individuo nasce sano.L’ambiente umano (e prima fra tutti l’ambiente parentale) lo fa ammalare.
22/11/06 Il Cristo, la pietra, la chiesa.
Ad osservarli così questi tre simboli possono richiamare tre tra i grandi simboli fondativi della Cristianità.
Ma ad osservarli da un altro punto di vista essi rappresentano tra simboli fondativi della coscienza integrata della coscienza del Sé.
La coscienza di sé (la chiesa) si fonda su due simboli/oggetti potenti.
Il primo è il Sé (il Cristo) ed il secondo è l’inconscio (la pietra).
Senza questi due simboli viventi , senza questi due “oggetti” vivi in ciascun individuo, senza il riconoscimento e l’integrazione di ciò che questi due grandi simboli rappresentano e contengono non può esserci coscienza di sé
22/11/06 Il mucchio di pannocchie.
Nel sogno di questa donna il mucchio di pannocchie sta in fondo alla stanza e da esso si sollevano un uomo ed una donna.
In questo sogno l’uomo e la donna che si sollevano dal mucchio di pannocchie rappresentano il maschile ed il femminile di quella donna .Il primo negato ed oscurato il secondo parzialmente riconosciuto.
Ma è interessante osservare il simbolo del “mucchio di pannocchie”.
L’inconscio in questo caso usa lo stesso simbolo fallico (la pannocchia) sia per rappresentare “tutto ciò che deve essere capito” (il mucchio di pannocchie) sia “la funzione del capire” (il fallo).
Tutto quello che deve essere capito nell’inconscio di questa donna e la sua capacità di capire il senso dei simboli sono nella donna stessa indistinti, confusi, indifferenziati.E perciò l’inconscio li rappresenta nel sogno con lo stesso simbolo (il mucchio di pannocchie).
L’infanzia (intendendo compresa in questo periodo anche la fase prenatale) si compone di un periodo di intensa felicità e benessere nel quale il bambino vive in una condizione simbiotica con il corpo materno.Unione simbiotica che si prolunga anche nella fase post-natale e che lentamente si smorza fino ad esaurirsi.
Rispetto a questa condizione di intensa felicità dopo la nascita lentamente si cominciano a sovrapporre da una parte il dolore insito nella progressiva perdita di quel rapporto simbiotico e dall’altra parte le sofferenze inflitte dall’imprinting che comincia a fornire alla coscienza del bambino le chiavi avvelenate tese alla negazione di sé.
Questi aspetti tormentosi della esperienza, in un periodo nel quale il linguaggio verbale ed il pensiero ancora non esistono o sono in fase di primitiva formazione, non hanno altro modo di esprimersi se non con simboli primitivi.
Essi sono ferite profonde che vengono inflitte all’anima del bambino ben prima che possa esistere capacità di elaborazione.
Quando questo insieme di esperienza negative per la crescita psichica, questo insieme di colpi inferti al processo di sviluppo, può raggiungere la via della espressione è possibile che l’unica via di espressione possibile per quelle ferite sia un insieme di sintomi e patologie organiche.
Sia cioè un coacervo di forme rappresentative primitive che precedono la capacità di verbalizzazione e che individuano nell’organo e nella funzione biologica l’unica via possibile per manifestarsi.
22/11/06 Quarantaquattro gatti …..
La donna sogna che la sua casa è invasa da una grande quantità di gatti.Alcuni sono suoi e li ama. Gli altri, tra i quali alcuni rossi che essa odia, cerca di scacciarli con una scopa.Tra questi animali alcuni petulanti cagnolini di razza volpina anch’essi odiati dalla donna.
Gli istinti individuali non integrati animano, agitano e agiscono la coscienza dell’individuo inconscio come spiritelli dispettosi, come scintille brucianti e potenzialmente in grado di produrre incendi.
Questo gli “odiati gatti” rappresentano in questo sogno ed ha voglia la sognatrice di cercare di scacciare questi fastidiosi ed indesiderati ospiti.
Essi continueranno imperterriti a svolgere la loro azione disturbante nella coscienza fino a quando i corrispondenti istinti inconsci non saranno riconosciuti ed integrati.
La donna è afflitta, direi quasi perseguitata, da una quantità di sintomi somatici molto fastidiosi.E questi sintomi (e le corrispondenti patologie) si autorappresentano nel sogno nel simbolo degli “odiati volpini”.
Ogni esperienza vissuta per un qualche certo periodo struttura su di sé un adattamento.Si potrebbe dire che struttura un “nucleo di coscienza” specifico, dedicato.
Tra i primi nuclei di coscienza a strutturarsi ci sono ovviamente gli adattamenti possibili all’ambiente parentale infantile.
In questa ipotesi la coscienza è un insieme di nuclei strutturati ciascuno dei quali è l’adattamento ad una specifica esperienza vissuta.
19/12/06 Il sistema in equilibrio.
L’idea è che il sistema individuo ,ed il suo organismo che di questo sistema è una delle parti, viva in una condizione di equilibrio tra forze energetiche tra di loro contrastanti.
Nel momento in cui uno dei due sistemi energetici si indebolisce (si verifica per esempio un indebolimento dell’organismo) l’equilibrio del sistema arretra ad un livello inferiore e si cominciano a manifestare una serie di sintomi e patologie che potremo definire “opportunistiche”.
Non si intende con questo sostenere che esista un sistema energetico “buono” ed uno “cattivo”.
Entrambi sono assolutamente funzionali alla sopravvivenza dell’individuo ed attingono entrambi alle stesse “risorse energetiche” (ossigeno, emoglobine, sostanze nutritive, ecc.).Entrambi sono indispensabili al mantenimento dell’individuo in una condizione di sopravvivenza.
Il benessere e la salute si avrà quando quella condizione di equilibrio è ad un livello tale da impedire a sintomi e patologie opportunistiche di manifestarsi
30/12/06 Le dipendenze coatte :nell’individuo-individuo e nell’individuo-massa.
La progressiva integrazione da parte della coscienza ei significati del Sé (e quindi in definitiva del modello completo del proprio Sé) struttura nella coscienza dell’individuo una dipendenza univoca e completa rispetto al Sé stesso.
Rendendo necessario l’abbandono di ogni altro tipo di dipendenza.
Nell’individuo-massa (la cui coscienza è dissociata da sé) il bisogno di quella dipendenza vitale e “normale” viene agita attraverso la strutturazione di altri tipi di dipendenze coatte (alcool, tabacco, droghe, ideologie, fedi religiose, idee di riferimento, oggetti di consumo, ecc.).
In sostanza è il TIPO della dipendenza in atto che qualifica la differenza tra l’individuo-individuo e l’individuo–massa.
Tipo di dipendenza che è anche, nell’individuo-massa, un sintomo rivelatore sulla condizione dissociativa (e sulla gravità di questa condizione) della sua coscienza